La Sottoveste Rossa

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“Quel corridoio è lungo, non vedo dove finisce, ma lo vedrò, deve essere la mia sfilata più bella e allora indosso la cosa più bella che ho, e cammino, una mattonella dopo l’altra, porta dopo porta, e tutti si voltano perché sono bella…con la mia SOTTOVESTE ROSSA!”

Una donna in una sala vuota, il suo nome è Clelia: è una bellissima donna sui 30 anni, un’ attrice. Sta aspettando da ore per sostenere un provino con un importante e famoso Regista. E’ tardi: ormai sono andati via tutti e lei è stanca e nervosa; decide di andarsene perché non sopporta più lo stillicidio di quell’interminabile attesa.

Ad un tratto una voce irrompe nel silenzio, scusandosi per il ritardo e pregandola di restare: è il Regista. La donna, nonostante sia indispettita e contrariata, decide di rimanere, e chiede al Regista di farsi vedere, ma lui resta nascosto, chissà dove, ad osservarla e la invita ad esibirsi. Inizia un dialogo tra i due, teso, serrato, polemico, a tratti divertente: a poco a poco verranno svelate verità inimmaginabili.

Il Regista cerca di sedurre con la Voce quella bellissima donna che non vede il suo interlocutore ma è attratta dalle sue parole e intrigata sempre più da quella sfida. Come per farsi perdonare,  il Regista introduce nella sala una ragazza, una sua assistente, che offre all’attrice fiori e champagne; Clelia è lusingata da questa galanteria inaspettata, e cerca, invano, complicità nella ragazza che, dopo aver scambiato poche frasi, scompare.

Clelia così accetta di esibirsi davanti all’uomo, che continua a celare il suo volto. Canta, balla, recita, e ormai non più del tutto sobria per via del troppo champagne, si lascia andare a ricordi personali sempre più intimi che avvolgono il Regista in una spirale di seduzione dalla quale non riuscirà a sottrarsi.

Le sorprese non sono finite: in un crescendo di colpi di scena il  Regista finalmente si manifesterà, e…

 

Note di regia

Lo spazio è quello vuoto di un teatro spoglio, il tempo è quello interminabile di un’audizione che Lei, Clelia Calvo l’attrice, vorrebbe sostenere ma che nessuno, così sembra, ha intenzione di farle fare.

Passano ore interminabili e quando Clelia rimasta ormai sola e rassegnata all’idea di essere stata dimenticata decide di andarsene scopre che le porte del teatro sono sbarrate e che quindi le è preclusa ogni via di fuga. 

Nello sconcerto che le deriva viene improvvisamente raggiunta da una voce, quella del regista,  che, chissà da dove, la sta spiando. Ha così inizio un sottile gioco a due intervallato dalle misteriose apparizioni di Evra una specie di ancella silenziosa e inquietante nella sua provocante e ambigua bellezza.

Il dialogo tra l’attrice e “il maestro” si dipanerà tra colpi di scena e rivelazioni fino allo sconvolgente esito finale. Il rapporto tra i due evidenzierà in continuazione le luci e le ombre di un gioco che si rivelerà  perverso non tanto sul piano del sado-masochismo, naturalmente insito nel rapporto  attrice-regista, ma soprattutto attraverso una progressiva messa a nudo dei corpi e delle anime con i loro lati oscuri, con tutte le verità non dette, con i ruoli insomma  che uomini e donne  si trovano continuamente a recitare in quell’infinito  copione “non scritto” che da sempre chiamiamo vita.

 

 

scene di nudo e tematiche scabrose

consigliano la visione a un pubblico adulto

 

 

 

LA SOTTOVESTE ROSSA

 

Teatro Belli di Antonio Salines

Piazza di Sant’Apollonia, 11, 00153 Roma

 

Dal 29 GENNAIO al 16 FEBBRAIO 2014

 

Da martedì a sabato ore 21

domenica ore 17,30 – lunedì riposo

 

 

 

 

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