La saga dei Florio è arrivata a “Velletri Libris”: Stefania Auci ha presentato “I leoni di Sicilia” alla Casa delle Culture

La saga dei Florio è arrivata a “Velletri Libris”: Stefania Auci ha presentato “I leoni di Sicilia” alla Casa delle Culture

Oltre duecento persone e una sera fresca d’estate il meraviglioso sfondo alla presentazione del romanzo “I leoni di Sicilia” (editrice Nord) di Stefania Auci. La giovane scrittrice siciliana è arrivata a “Velletri Libris” dopo diverse settimane in cui primeggia in tutte le classifiche, sintomo inequivocabile del gradimento del pubblico verso la sua opera. E anche a Velletri hanno risposto in tantissimi per ascoltare la brillante e preparata autrice, alla quale si sono affiancati Emanuele Cammaroto e Silvia Ciriaci del circolo dei lettori per interpretare alcuni dei passi più significativi del libro (riduzioni a cura di Silvia Ciriaci e Arianna Zuccaro). Nel consueto spazio di anteprima riservato al Premio di narrativa, sul palco è salita Rita Ermacora per leggere un passo del suo racconto “La scultura” contenuto nell’antologia dedicata alla rassegna “Per un pugno di storie” (L’Erudita). Stefania Auci, intervistata da Aurora De Marzi, ha raccontato la genesi dell’idea che ha condotto a “I leoni di Sicilia”: “Stavo chiacchierando con un mio amico, e in quel periodo lavoravo ad un altro romanzo che poi ho accantonato. Parlandogli dei miei dubbi, lui mi ha detto che avrei dovuto sfruttare le mie capacità di scrivere romanzi storici per una saga familiare. Inizialmente ho pensato che fosse pazzo, poi pensandoci bene mi sono detta che in fondo Palermo è una città stratificata, con tante famiglie, immense storie. Avevo pure pensato di inventare di sana pianta una famiglia, poi ho desistito”. Così ha avuto inizio la ricerca, come se dovesse nascere una vera e propria tesi di laurea, sui Florio: “Mi sono resa conto che in pochi avevano parlato della loro ascesa, così il materiale di studio è cresciuto sempre più ma non mi ha spaventato perché questa ricerca ha esercitato su di me un certo fascino”. La famiglia Florio si trasferisce da Bagnara Calabra a Palermo, per motivi commerciali, a cavallo tra la fine del Settecento e l’Ottocento. Ma il capoluogo siculo come appare ai loro occhi tra le righe di Stefania Auci? “Palermo era sicuramente più complicata del resto della Sicilia, anche dal punto di vista commerciale. Una piazza vivace, ricca, piena di stimoli e opportunità ma anche di turbolenze, di protettorati”. La descrizione della città palermitana non è solo di tipo sociale, ma anche geografica. E purtroppo non esiste più molto di quanto si può leggere nel libro: “Il castello a mare è stato distrutto, i bombardamenti della seconda guerra mondiale hanno fatto il resto. Rimane solo la porta della Calcina, purtroppo coperta da cartelloni pubblicitari anche se pare che verrà finalmente restaurata. Ho dovuto ricostruire il tessuto ambientale con quadri, foto e sensazioni”. Un lavoro difficile ma riuscito alla perfezione, considerando anche la forte resa narrativa trasmessa dalle letture di Cammaroto e Ciriaci. La grande storia e la grande letteratura trovano nel romanzo della Auci il pieno compimento, grazie alla capacità della scrittrice di tracciare dei ritratti impeccabili dei personaggi (Giuseppina, Ignazio, Paolo). I Florio riescono a rendere l’aromateria, un negozio che vende prodotti medici e spezie utili alla cura di tante cose, una delle botteghe più pregiate della città. Vino, tonno, spezie: tutto quello che i Florio toccano diventa ora, a partire da Palermo, una città che ospita la loro espansione ma allo stesso tempo non li accetta. L’invidia e le vicissitudini dei componenti della famiglia rafforzano ancora di più la vis narrativa di un romanzo che è davvero il caso editoriale dell’anno. Al termine dell’intervista, Stefania Auci ha risposto ad alcune domande provenienti dal pubblico e poi ha gentilmente firmato tantissime copie del suo libro. Le foto-ricordo hanno fatto da prologo al dolce epilogo della serata, un sorbetto al vino preparato da Gelatomania. Per la rassegna “Velletri Libris” un altro grande successo in vista dei prossimi appuntamenti e di un luglio tutto da vivere.

Rocco Della Corte

 

Oltre duecento persone e una sera fresca d’estate il meraviglioso sfondo alla presentazione del romanzo “I leoni di Sicilia” (editrice Nord) di Stefania Auci. La giovane scrittrice siciliana è arrivata a “Velletri Libris” dopo diverse settimane in cui primeggia in tutte le classifiche, sintomo inequivocabile del gradimento del pubblico verso la sua opera. E anche a Velletri hanno risposto in tantissimi per ascoltare la brillante e preparata autrice, alla quale si sono affiancati Emanuele Cammaroto e Silvia Ciriaci del circolo dei lettori per interpretare alcuni dei passi più significativi del libro (riduzioni a cura di Silvia Ciriaci e Arianna Zuccaro). Nel consueto spazio di anteprima riservato al Premio di narrativa, sul palco è salita Rita Ermacora per leggere un passo del suo racconto “La scultura” contenuto nell’antologia dedicata alla rassegna “Per un pugno di storie” (L’Erudita). Stefania Auci, intervistata da Aurora De Marzi, ha raccontato la genesi dell’idea che ha condotto a “I leoni di Sicilia”: “Stavo chiacchierando con un mio amico, e in quel periodo lavoravo ad un altro romanzo che poi ho accantonato. Parlandogli dei miei dubbi, lui mi ha detto che avrei dovuto sfruttare le mie capacità di scrivere romanzi storici per una saga familiare. Inizialmente ho pensato che fosse pazzo, poi pensandoci bene mi sono detta che in fondo Palermo è una città stratificata, con tante famiglie, immense storie. Avevo pure pensato di inventare di sana pianta una famiglia, poi ho desistito”. Così ha avuto inizio la ricerca, come se dovesse nascere una vera e propria tesi di laurea, sui Florio: “Mi sono resa conto che in pochi avevano parlato della loro ascesa, così il materiale di studio è cresciuto sempre più ma non mi ha spaventato perché questa ricerca ha esercitato su di me un certo fascino”. La famiglia Florio si trasferisce da Bagnara Calabra a Palermo, per motivi commerciali, a cavallo tra la fine del Settecento e l’Ottocento. Ma il capoluogo siculo come appare ai loro occhi tra le righe di Stefania Auci? “Palermo era sicuramente più complicata del resto della Sicilia, anche dal punto di vista commerciale. Una piazza vivace, ricca, piena di stimoli e opportunità ma anche di turbolenze, di protettorati”. La descrizione della città palermitana non è solo di tipo sociale, ma anche geografica. E purtroppo non esiste più molto di quanto si può leggere nel libro: “Il castello a mare è stato distrutto, i bombardamenti della seconda guerra mondiale hanno fatto il resto. Rimane solo la porta della Calcina, purtroppo coperta da cartelloni pubblicitari anche se pare che verrà finalmente restaurata. Ho dovuto ricostruire il tessuto ambientale con quadri, foto e sensazioni”. Un lavoro difficile ma riuscito alla perfezione, considerando anche la forte resa narrativa trasmessa dalle letture di Cammaroto e Ciriaci. La grande storia e la grande letteratura trovano nel romanzo della Auci il pieno compimento, grazie alla capacità della scrittrice di tracciare dei ritratti impeccabili dei personaggi (Giuseppina, Ignazio, Paolo). I Florio riescono a rendere l’aromateria, un negozio che vende prodotti medici e spezie utili alla cura di tante cose, una delle botteghe più pregiate della città. Vino, tonno, spezie: tutto quello che i Florio toccano diventa ora, a partire da Palermo, una città che ospita la loro espansione ma allo stesso tempo non li accetta. L’invidia e le vicissitudini dei componenti della famiglia rafforzano ancora di più la vis narrativa di un romanzo che è davvero il caso editoriale dell’anno. Al termine dell’intervista, Stefania Auci ha risposto ad alcune domande provenienti dal pubblico e poi ha gentilmente firmato tantissime copie del suo libro. Le foto-ricordo hanno fatto da prologo al dolce epilogo della serata, un sorbetto al vino preparato da Gelatomania. Per la rassegna “Velletri Libris” un altro grande successo in vista dei prossimi appuntamenti e di un luglio tutto da vivere.

Rocco Della Corte

 

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