Indagare il trauma attraverso l’arte: arriva a Trieste l’installazione PTSD

Indagare il trauma attraverso l’arte:

arriva a Trieste l’installazione PTSD

Il pubblico, allo Spazio DoubleRoom, si troverà di fronte alla rappresentazione astratta di un sistema cerebrale colpito dal disturbo da stress post traumatico

TRIESTE – Sarà lo Spazio DoubleRoom di Trieste (in via Antonio Canova, 9) a ospitare, dal 10 (vernissage alle 18) al 13 marzo 2022, la nuova tappa di PTSD che ha inaugurato il suo viaggio a Pordenone, ha fatto una sosta a Nova Gorica, e chiuderà il tour a Lignano il 26 e 27 marzo.

L’INSTALLAZIONE – PTSD è un gioco di parole. È l’acronimo di Post Traumatic Stress Disorder (disturbo da stress post traumatico), ma anche di Piattaforma Trans-Settoriale di Digital-art. Attraverso lo scambio di competenze e saperi tra ambiti disciplinari diversi quali l’artigianato, l’ingegneria del suono, le neuroscienze e le arti digitali, l’associazione Altrememorie – grazie al finanziamento della Regione Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con Zavod R.o.R, BridA, Casa dell’Arte, Spazio DoubleRoom, Comune di Pordenone, ExConventoLive, Associazione Sonic Pro, Zeroidee, Cas’Aupa, Ottagono, Menti Libere – ha cercato di indagare sul trauma, tematica assolutamente attuale e capace di aprire a riflessioni complesse quanto fondamentali. Questa esplorazione – realizzata grazie a una serie di incontri e interviste con neuro scienziati, psicologi e psicoterapeuti – è stata tradotta poi in chiave artistica con la costruzione di un particolare spazio fisico, sonoro e visivo costituito da 100 stativi di ferro che sorreggono 14 lampade e 8 speaker: PTSD.

CERVELLO, TRAUMA E ARTE – Il pubblico si troverà di fronte alla rappresentazione astratta di un sistema cerebrale colpito dal disturbo da stress post traumatico. Potrà così comprendere (almeno in parte) grazie al linguaggio dell’arte, cosa succede a un cervello sottoposto a un evento inaspettato, improvviso, grave, che ha comportato lesioni psicologiche, violenze fisiche o sessuali, il rischio di morire. «Parliamo di trauma ma anche di individualità – hanno sottolineato gli ideatori del progetto -, innumerevoli storie ci raccontano di come uno stesso evento può avere effetti molto differenti su individui diversi. Il suo effetto traumatico dipende dalla resilienza del soggetto e la resilienza dall’equilibrio interiore. Il trauma, dunque, è qualcosa di fortemente impattante nel nostro modo di vedere il mondo, di vivere e di agire nella società e nella collettività».

COMPETENZE E SAPERI – L’installazione artistica è stata realizzata da Zeroidee grazie a figure professionali di ambiti e competenze diverse: Giovanni Chiarot e Matteo Carli – ideazione e sviluppo, Renato Rinaldi – supporto artistico, Mattia Piani – programmazione e sound design, Bruno Ribis – strutture metalliche, Simona Martino – supporti in legno, Tiziano Zaramella – montaggio e

cablaggio, Soluzioni SRLS – supporto tecnico, Franco Fabbro, Cinzia Canderan, Luciana Palumbo, Ilaria Guarracino – consulenza scientifica in neuroscienze

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