Annibale Ruccello aveva solo trent’anni quando, nell’autunno del 1986, perse la vita in un incidente mentre andava al festival di Benevento, eppure aveva già scritto e portato in scena testi di straordinaria profondità umana e sociologica. Laureato in filosofia con tesi in antropologia fu appassionato ricercatore della cultura e delle tradizioni popolari della sua terra. Dal suo primo lavoro del quale è stato anche protagonista, Le cinque rose di Jennifer a Notturno di donna con ospiti, da Week-end alle Piccole tragedie minimali fino all’ultimo Anna Cappelli, fece un uso personalissimo della lingua napoletana, contaminando cultura alta e bassa, da Basile a Merola, con sapiente naturalezza. Con Ferdinando poi, recitato anche in francese a Parigi da Adriana Asti, e che divenne un film con la regia di Memè Perlini, Ruccello mette in scena un intreccio complesso dando vita a personaggi femminili unici e potenti. Figure femminee travolte dalla solitudine, dalla follia di un mondo che ha perso la dimensione dell’umanità e della compassione.
Nell’incontro di venerdì 24 (ore 18) nella Sala Squarzina del Teatro Argentina, a cura di Rita Picchi, ne parleranno Maurizio Scaparro, Piero Maccarinelli e il critico cinematografico de Il Messaggero Fabio Ferzetti. Letture di brani dalle opere di Ruccello di Alessandro Borgia, Marta Bifano, Cristina Donadio, Leandro Amato, con gli interventi musicali di Pierpaolo Borgia e Giuseppe Zambon.
Venerdì 24 febbraio 2017 ore 18.00
Sala Squarzina del Teatro Argentina | ingresso libero
a cura di Rita Picchi
intervengono Maurizio Scaparro, Piero Maccarinelli e Fabio Ferzetti
Letture di Leandro Amato, Marta Bifano, Alessandra Borgia, Cristina Donadio
Interventi musicali di Pierpaolo Bongia e Giuseppe Zambon
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