IL CASO LAVORINI

«Nel lanciare le loro accuse, gli imputati del caso Lavorini sanno di far piacere all’opinione pubblica, sanno di obbedire a una necessità di odio dell’opinione pubblica.»

Pier Paolo Pasolini

Il racconto incalzante di un caso politico che ha rappresentato l’alba della strategia della tensione in Italia.

Cinquant’anni fa, nell’anno della strage di piazza Fontana, il caso Lavorini apre il sipario della storia più nera della nostra repubblica.

Confessioni false, infinite ritrattazioni, veri e propri linciaggi, una storia incredibile

che ha infiammato gli istinti più primitivi dell’opinione pubblica trasformandosi in poche ore in una spietata caccia al mostro.

Presentazioni:

1.2 VIAREGGIO. Comune, Sala di rappresentanza, ore 17.30.

Intervengono Corrado Benzio e Barbara Pavarotti. Saluti di Sandra Mei, Assessore alla Cultura di Viareggio

3.2 PIETRASANTA. Il Cro, via Giuseppe Garibaldi 65, ore 17.00. Interviene Corrado Benzio

Chiarelettere, Milano 2019, Misteri italiani, pp. 144, euro 15.00

Era il 31 gennaio 1969, cinquant’anni fa.

Ermanno Lavorini esce di casa, di lui non si saprà più nulla. Scomparso, a soli dodici anni. La sua storia fa il giro del mondo. Ventisette trasmissioni televisive, trecento passaggi radiofonici, ventidue inviati speciali dei principali quotidiani che accorrono a Viareggio, dove si svolgono i fatti. All’inizio di marzo il corpo di Ermanno è ritrovato privo di vita.

Un dramma che sconvolge l’Italia intera, eppure è solo l’inizio di una ricerca della verità che si trasforma in una caccia al mostro violentissima, travolgendo le vite di tanti innocenti imputati per un presunto delitto sessuale che non è mai esistito. Giudici e forze dell’ordine restano per anni in balia di un manipolo di minorenni e non solo, che sciorinano le versioni più assurde, fanno nomi e cognomi che non c’entrano nulla e vengono tirati dentro un tritacarne giudiziario e mediatico senza precedenti.

Solo dopo anni, la cornice politica del rapimento inizia a emergere: «Il fatto fu preparato durante le riunioni nella sede del Fronte monarchico.

Con i soldi del riscatto si dovevano comperare degli esplosivi che sarebbero poi serviti per compiere una serie di attentati».

È l’anno di piazza Fontana, la fine dell’innocenza. Forse un filo nero attraversa i fatti, un filo nero che in molti hanno preferito non vedere.

Sandro Provvisionato (1951-2017) è stato direttore di Radio Città Futura, capo dei servizi parlamentari e della redazione politica dell’Ansa, inviato speciale e vicecapo della redazione romana del settimanale «L’Europeo», capo della cronaca al Tg5. Per questa testata ha diretto anche la redazione inchieste, è stato conduttore del telegiornale della notte e inviato di guerra (in Kosovo, Libano, Iraq); dal 2000 al 2012, coautore e curatore del programma televisivo Terra!, di cui è stato anche conduttore. Ha fondato e diretto il sito misteriditalia.it, un archivio storico-giornalistico sulle vicende più oscure dell’Italia repubblicana. È autore di libri importanti sul caso Moro, la strategia della tensione, i tanti casi italiani irrisolti, tra i quali ricordiamo, con Chiarelettere: «Doveva morire» (2008), «Attentato al papa» (2011), scritti con il giudice Ferdinando Imposimato, e «Complici», con Stefania Limiti (2015). Questo libro è stato consegnato all’editore poco prima della sua morte, avvenuta alla fine di ottobre del 2017.

 

 

 

50 anni fa. Il tragico rapimento che sconvolse l’Italia.

 

di Sandro Provvisionato

 

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