“Epicentro Mediterraneo”

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Il giornalismo come racconto, dalla cronaca alla novella passando per le emozioni

Sandro Petrone, Conduttore del Tg2 e inviato speciale e Ilaria Guidantoni, Scrittrice raccontano il giornalismo delle emozioni, che cede il passo alla presunzione della verità, alla rincorsa dell’immediatezza per narrare storie di vite e terremoti interiori di cronache lontane e situazioni di crisi. La musica e i racconti, due modi per parlare di rivolte, guerre e battaglie per rivendicare diritti. Dopo tante peregrinazioni, il viaggio di ritorno, il bisogno di tornare a riscoprire il nostro Mediterraneo vicino e lontano, il mare nostrum, che bagna popoli e civiltà in un unico intreccio. L’universalità emotiva della musica che disegna corrispondenze mediterranee con le voci e i suoni di Tony Cercola e Brunello Canessa. Canto e letture di Monica Doglione, , da “Chiacchiere, datteri e thé. Tunisi, viaggio in una società che cambia” (Albeggi Edizioni) e dal racconto “Chéhérazade non abita qui” del libro collettivo “Chiamarlo amore non si può” (Casa Editrice Mammeonline).

L’Italia, lingua allungata nel centro del Mediterraneo, è radicalmente cambiata negli ultimi 10 anni ed è diventata la scialuppa di approdo dei disperati di tutto il mondo. Le lingue che si parlano qui, le culture, le identità e i casi umani che si mescolano in un nuovo melting pot, costringono non solo ad un radicale cambiamento di gestione istituzionale, ma prima ancora ad un racconto diverso della realtà. Chi e con quali strumenti si racconterà agli italiani cos’è l’Italia oggi? Qual è questo baricentro Mediterraneo. Chi è il popolo di stranieri che lo affolla (oltre il 10% stranieri arrivati da fuori, meno del 90% stranieri in una Patria che non riconoscono più).

La prima scoperta del Mediterraneo parte da lontano: noi come italiani non lo chiamiamo con il suo vero nome ma lo decliniamo nel particolare, sul territorio, lo chiamiamo Tirreno ad esempio.

E’ quello che abbiamo sempre di fronte agli occhi e del quale neppure ci accorgiamo: la nozione 0universale appartiene più alla geografia storica dei nostri studi. La dimensione del viaggio porta l’inviato e lo scrittore altrove: l’entusiasmo di perderci nell’altro, qualche volta la diffidenza, la percezione della distanza, ma piano piano la consapevolezza dell’esistenza di corrispondenze mediterranee.

Il cronista sfuggito alle secche (pastoie) italiane, abituato a raccontare il Mondo, guarda al Mondo in casa propria. Come negli anni Settanta, a contatto con l’esplosione di una nuova realtà, cronaca e racconto si fondono. Si urla, si denuncia, si canta…

Napoli è stata da sempre il fulcro Mediterraneo, la Capitale culturale di questo incrocio. Non a caso nella lingua napoletana oltre al francese, allo spagnolo, al portoghese, al greco e al latino, troviamo parole o intere frasi arabe. La scala musicale detta napoletana ha dissonanze arabe.

E’ il viaggio di ritorno verso il nuovo Mediterraneo che non può più giocarsi su contrapposizioni ma può provare la dialettica del dialogo. Il mondo del sud e dell’oriente mediterraneo lo sa da sempre che si parte per tornare e che la contaminazione serve per lavorare sul proprio territorio con una nuova consapevolezza.

La musica in tal senso è il veicolo più facile, il linguaggio più universale perché anche la parola che da un certo punto di vista è più difficile da comprendere cantata, è più semplice da intuire. Non è un caso che se l’italiano sopravvive a livello internazionale lo deve alla lirica e alla sua canzone popolare.

 

 

 

Napoli, Sabato 12 Aprile

ore 11.30

presso la sede del Maschio Angioino


 “Epicentro Mediterraneo”

raccontare il mondo nuovo

 

 

per ulteriori informazioni: segreteria@fondazionevalenzi.it

Si prega di prenotare il biglietto gratuito in tempo utile al link:
https://www.eventbrite.it/e/registrazione-recital-epicentro-mediterraneo-11176881353

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