Donato Carrisi, le emozioni e la ‘rete’: presentato a Velletri l’ultimo romanzo “Il gioco del suggeritore”

Un vero e proprio evento unico nel suo genere quello di sabato 8 dicembre alla Mondadori Bookstore di Velletri. Nella Libreria di via Pia, infatti, è arrivato lo scrittore Donato Carrisi, che di fronte ad un pubblico numerosissimo ha dato vita ad una presentazione inedita, molto vivace e ricca di colpi di scena. Un incontro con l’autore spettacolare, condito da ironia, rimandi al libro “Il gioco del suggeritore” (Longanesi) e tanti spunti di riflessione. L’obiettivo di Carrisi, uno dei nomi più importanti nel panorama editoriale italiano contemporaneo, era quello di coinvolgere il pubblico rendendolo parte attiva dell’iniziativa. Missione compiuta, vista l’immersione totale che i presenti hanno effettuato, avvolti dalla voce gradevole e intrigante dell’ospite di turno. “Non parlerò troppo del libro” – ha esordito Carrisi – “perché non voglio svelarne i risvolti. Considerate solo che tutti i vostri sogni appartengono a voi, i vostri incubi, invece, appartengono a me”. Dopo dieci anni dal successo de “Il suggeritore”, lo scrittore è tornato sul “luogo del delitto”, come lo ha definito lui stesso, per riscrivere una storia adattandola ai tempi moderni. “Quando decisi di scrivere mi presero tutti per pazzo”, ha raccontato, ma io avevo nel cervello questa figura. Il suggeritore è un personaggio molto particolare: “è un serial killer subliminale, non ha contatti con le vittime, si serve però del lato oscuro che coltiviamo tutti noi e il più delle volte rimane sopito. Dieci anni fa, però, un suggeritore doveva aggirarsi nel mondo reale mentre oggi ha la possibilità di esplorare un nuovo territorio di caccia: internet”. Sul web, come sottolineato dall’autore, siamo tutti presenti, direttamente o indirettamente: tale diffusione ci rende vulnerabili, così come diviene più accessibile la nostra identità. “Se internet fosse libero” – ha però puntualizzato Carrisi – “non useremmo sempre gli stessi siti e gli stessi motori di ricerca. Il web ha una autorevolezza tale che sembra il sinonimo della libertà, invece è una grande illusione. Chi ci guadagna lo fa da quello che scriviamo, e in più diventa anche in grado di orientare il nostro comportamento”. Per suffragare la tesi dell’invasività di internet, Donato Carrisi ha chiesto a tutti i presenti di spegnere il cellulare per quindici minuti, in una specie di esperimento collettivo. “La rete” – ha continuato, facendo riferimento a “Il gioco del suggeritore”, thriller molto d’impatto – “vive su informazioni sincere e altre fuorvianti. È quindi difficile fare una selezione”. Menzione particolare è stata fatta alla famosa fake news sulla lettera del padre di una delle vittime del Ponte Morandi, poi rivelatasi non veritiera, o alle modifiche libere sull’enciclopedia wikipedia. “Perché, secondo voi, si dovrebbe dire il falso? Perché c’è qualcuno che si prende la briga di scrivere delle bufale? A che scopo?”. Le risposte del pubblico sono state diverse e varie, tanto da indurre Carrisi a definire la platea veliterna troppo pura e poco smaliziata. L’obiettivo, secondo l’autore, non è quello di orientare il pensiero, ma di manipolare le emozioni, che è ben diverso e anche più pericoloso. “Si vuole verificare continuamente la reazione emotiva, come se fossero cavie, delle persone che frequentano il web. Anche con frivolezze. Vi invito a riaccendere i cellulari e, chi vuole, può dire cosa ha ricevuto in questo quarto d’ora”: la maggior parte dei presenti si è trovato alle prese con messaggi tutt’altro che urgenti, catene, immagini, grafiche. “E pensate” – ha aggiunto Carrisi – “che la lingua italiana è fatta da 260.000 lemmi, noi usiamo 250 parole in media che sul web si riducono a 85, ognuna di queste sostituibile da un’emoticon. E cos’è un’emoticon se non la sintesi dell’emozione?”. Sconcertante quanto intrigante, Carrisi è giunto alla conclusione della necessità – da parte di diverse forze, oscure o meno – di una popolazione emotiva, triste o allegra: “Non gli importa ciò che pensiamo, ci prendono per il cuore…”. E in questo gioco, che i suggeritori conoscono bene, si può entrare con facilità ma non se ne esce semplicemente. Una presentazione diversa, quasi un one man show se non fosse che tante riflessioni sono nate fra il pubblico, che ha dato vita ad un lungo firma-copie con autografi e con le foto ricordo scattate dall’Associazione Culturale Click! di Velletri. Per la Mondadori Bookstore un altro successo, in attesa di altri due nomi di grido nella settimana che verrà: Pierluigi Battista, giornalista e scrittore, sarà a Velletri il 13 dicembre alle 18.30. Sabato 15 invece sarà ospite della Libreria veliterna Antonio Pennacchi. Eventi da non perdere.

Rocco Della Corte

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