Dal 20 al 25 settembre 2022 IL COLLOQUIO scritto e diretto da Marco Grossi

Dal 20 al 25 settembre 2022

IL COLLOQUIO

scritto e diretto da

Marco Grossi

con

Giuseppe Scoditti, Fabrizio Lombardo, Alessandra Mortelliti,

William Volpicella, Valentina Gadaleta, Marco Grossi, Alessandro Anglani

e con

Augusto Masiello

assistente alla regia Monica De Giuseppe

scene Riccardo Mastrapasqua

luci Claudio De Robertis

grafica Davide Petruzzella

Produzione Teatri di Bari

Vincitore del Bando SIAE Nuove Opere “PER CHI CREA” 2019, Il Colloquio è una commedia divertente e dissacrante che racconta, in modo ironico e coinvolgente, un fenomeno reale degenerativo che attraversa le dinamiche sociali proprie del mondo del lavoro: l’aumento della competitività come elemento propulsore di alterazioni emotive e comportamentali.

Fino a che punto siamo disposti ad arrivare per ottenere ciò che vogliamo? Vincere la competizione, qualunque essa sia; affermarsi come professionista e farlo nel minor tempo possibile è una necessità imprescindibile in cui ogni occasione sprecata è un passo che accorcia la distanza dal fallimento e ogni ostacolo al conseguimento del successo è un nemico, antagonista per eccellenza del percorso iniziatico dell’“eroe aziendale”. A partire dalla crisi del concetto di comunità, emerge un individualismo sfrenato, dove nessuno è più compagno di strada, ma antagonista, nemico da cui guardarsi. Questo soggettivismo, citando Zygmunt Bauman, ha minato le basi della modernità, l’ha resa fragile creando una società in cui, mancando ogni punto di riferimento, tutto si dissolve in una sorta di liquidità.

In questo universo liquido si consuma il viaggio iniziatico raccontato ne Il Colloquio, in cui il reclutamento di nuove risorse umane, i cosiddetti “talenti” all’interno di una azienda, viene trasfigurato in vero e proprio rituale ordalico, attraverso cui un gruppo di giovani potrà, superata la prova, guadagnare l’ambìto accesso alla comunità degli adulti-occupati di successo. Essere esclusi apre un baratro di inadeguatezza in cui l’amor proprio precipita, le aspettative naufragano, l’immagine di sé si dissolve nel giudizio vero o presunto, altrui e proprio.

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