Cultura: i giochi nel cinema, nella letteratura e nella pittura

Cultura: i giochi nel cinema, nella letteratura e nella pittura

Il gioco è da sempre un aspetto della vita quotidiana in grado di catturare l’interesse degli artisti. Per secoli, in tutto il mondo, pittori, scultori o letterati hanno descritto e raccontato storie legate all’azzardo. Questo è accaduto anche in tempi recenti e accade tuttora se consideriamo produzioni cinematografiche o televisive, film e serie tv. Non solo viene ripreso il gesto del gioco in sé, ma vengono riprodotte tutte le emozioni e le dinamiche che ruotano attorno a un tavolo da gioco. Da decenni sul grande schermo vengono riprese le atmosfere tipiche di un casinò dei nostri giorni e spesso – con ambientazione in un tempo più lontano – vengono raccontate storie di gioco a tavolacci di legno nelle locande e di personaggi che vi gravitavano attorno, di passanti e osservatori del gioco, di mazzieri o croupier e, magari, anche del baro di turno. Siamo abituati poi a vedere i giochi rappresentati nelle opere d’arte, piuttosto che descritti in una pellicola o in un libro, come quelli tradizionali tipici delle sale da gioco fisiche più famose al mondo. Molti di questi fanno parte anche del palinsesto dei migliori giochi casino su auraweb e altri siti di gioco online, seppur in versione totalmente digitale. Parliamo di slot machine, blackjack, roulette, poker e simili. Proviamo a scoprire, dunque, opere che sono entrate nell’immaginario di tutti e nella cultura stessa della storia dell’arte mondiale.

Il gioco nel cinema

Quando si parla di gioco e arte molto spesso si pensa a un film. Sono infatti tanti i cult movie ambientati in un casinò o semplicemente attorno ad un tavolo da gioco. Un esempio può essere Casinò, film indimenticabile del 1995 con attori di prim’ordine come Robert De Niro, Joe Pesci, Sharon Stone, James Woods, Don Rickles, tutti diretti magistralmente da Martin Scorsese. Ma non necessariamente è Las Vegas ad essere la città regina del gioco nei film. Come dimenticare Jack Lemmon e Walter Matthau, quest’ultimo considerato una delle migliori facce del cinema, in “La Strana Coppia”? Due amici che convivono in maniera problematica, l’uno “sciattone” e disordinato, l’altro fin troppo pignolo che rovina sistematicamente le serate a poker dell’amico fissandosi su sottobicchieri, posaceneri e spuntini. Altro blockbuster che ha spopolato è stato “Rounders – Il giocatore”, dove Matt Damon, grazie alle sue abilità al tavolo del Texas Hold’em prova a coprire i debiti dell’amico Edward Norton. E poi indimenticabile è “Rain Man”, con Tom Cruise che prova a sfruttare la memoria geniale di suo fratello, affetto da sindrome di Asperger, un magistrale Dustin Hoffman la cui interpretazione gli è valso il premio Oscar come miglior attore protagonista nel 1989.

Il gioco nella letteratura

Anche la letteratura e il gioco hanno da sempre stretto un legame fortissimo. Si pensi a “Le memorie di Barry Lyndon”, di William Makepeace Thackeray. In questo romanzo il gioco è centrale nella misura in cui Redmond Barry incontra Chevalier de Balibari il quale lo avvicina al gioco da cui traggono numerosi profitti. Ma anche in quegli ambienti succederà di tutto influenzando la vita di Barry. Punto di riferimento della narrativa russa dell’ottocento è invece “Il giocatore” di Fedor Dostoevskij. In esso l’autore analizza il mondo del gioco, nel bene e nel male, gli stereotipi e le varie categorie dei giocatori, dai disperati ai nobili fino ai ladruncoli. Un’opera che usa il casinò per analizzare le caratteristiche comuni delle culture europee.

Il gioco nella pittura

Non bisogna infine sottovalutarel’antico legame che esiste tra arte pittorica e mondo del gioco. Forse l’esempio più celebre è uno dei massimi capolavori del Caravaggio, “I bari”, realizzato nel 1594 ed esempio fulgido della capacità dell’artista di inquadrare la drammaticità della scena con un uso sapiente di luci, chiari e scuri. Dall’alto impatto emotivo è poi l’opera senza tempo di Edvard Munch “Al tavolo della roulette di Montecarlo”. Ispirata ad una scena vera durante un suo viaggio a Nizza, visitando il Casinò di Montecarlo, Munch riesce in quest’opera a cogliere con estremo realismo la tensione attorno al tavolo da gioco tra chi spera di vincere e chi è frustrato dalla sconfitta. Surreale è invece il quadro, realizzato in ben otto diverse varianti, di Cassius Marcellus Coolidge “Cani che giocano a poker”. La scena è quella di un tavolo da poker, con tutto ciò che ci si può immaginare: le carte, la luce soffusa, l’aria inconsistente, le fiches, i drink. Solo che attorno al tavolo non ci sono esseri umani ma cani quasi antropomorfi.

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