“Non auguro a nessuno di perdere uno dei propri sensi,
ma alterarli può diventare un esercizio molto utile.
Quando ci si priva momentaneamente di uno di essi,
come la vista, tutti gli altri si rafforzano al punto
da poter coprire l’assenza.”
(Philippe Petit, performer francese, noto come funambolo delle Twin Towers)
Con queste parole, Philippe Petit, esprime in modo semplice e perfettamente esaustivo, l’importanza di riconoscere, davvero fino in fondo, quanto la capacità di utilizzare i cinque sensi sia una “ricchezza” troppo spesso data per scontata da chi questa “ricchezza” ce l’ha. Non solo: Petit ci invita a provare per capire…. e il Centro Mongolfiera ha deciso di “sfidare” le persone vedenti, proprio a compiere l’esercizio molto utile di “alterare il senso della vista”.
Il Presidente dell’UIC spiega:” Passiamo dalle classiche cene al buio fatte nei ristoranti, ad una location “insolita”, e abbiamo preso , la collaborazione, come una sfida……e ne siamo onorati”- “invitiamo tutti gli utenti a provare questo evento/cena per “capire” da vicino la disabilità”
L’occasione è stata data dall’evento “Il gusto non ha bisogno della vista – CENA AL BUIO Tour”, che lo shopping center leccese ha ospitato ieri sera, con grande successo e partecipazione da parte del pubblico. Un evento che si propone, come appuntamento dall’importante risvolto
socio-umanitario, creando al tempo stesso sinergie con le associazioni operanti e molto attive sul territorio.
La direttrice del Centro Daniela Salanti spiega: il Centro Mongolfiera, ha una responsabilità verso le persone che accoglie, ed ha quindi il dovere di veicolare anche e soprattutto messaggi sociali e profondi, per questo ringrazio tutte le associazioni e gli enti che hanno sostenuto e patrocinato: Provincia di Lecce, Lions Club Santa Croce, Il Comune di Surbo, A.s.Cu.s U.I.C Lecce, U.I.C.I. Lecce”.
Si è trattata, infatti, di una “serata da non vedenti’, per capire il valore della luce e, soprattutto, per conoscere “da dentro” il mondo di chi la luce non può davvero vederla mai. Un’esperienza di rara forza e umanità, un’occasione per “riflettere”.
Per tutta la durata della cena, i convitati hanno dovuto indossare la mascherina oscurante, che è stata loro consegnata a inizio serata, e sono stati assistiti e serviti da camerieri non vedenti. Senza l’uso della vista, i partecipanti si renderanno presto conto di come tatto, olfatto e gusto li aiuteranno a distinguere i cibi e, grazie a udito e tatto, la mente riuscirà ad elaborare e memorizzare le relative posizioni di sala, tavolo, cose e persone. A fine cena si scopre di nuovo la magia di luci e colori, ma è così solo per chi vede, per chi ha la possibilità – da “sfruttare”, cogliere ed apprezzare – di riaprire gli occhi. Questa è la scommessa: entrare, con garbo, ma fino in fondo, nel mondo di chi ha difficoltà e, grazie al prezioso insegnamento che ne deriva, uscirne più ricchi, più comprensivi, più attenti e consapevoli.
Per la partecipazione all’iniziativa da parte dei clienti del Centro Mongolfiera, è stato previsto un costo che verrà devoluto in beneficenza alle associazioni territoriali di non vedenti; l’evento è organizzato nel rigoroso rispetto delle prescrizioni organizzative finalizzate alla più ampia tutela della sicurezza di tutti i partecipanti all’evento.