Astronavi di carta” di Umberto Mandato > E’ quello che succede in “Al di là delle nuvole”, quando si evoca una condizione introspettiva precoce, vissuta in età infantile. Ecco che quella fase che dovrebbe essere gioiosa e spensierata, dedicata al gioco, molto spesso si rivela pervasa dalla tristezza e dalla malinconia, da rabbia atavica, malanni ricorrenti e fobie paralizzanti. L’autore dichiara “C’è un padrone di questa infanzia, che è nascosto dietro un dolce e inoffensivo orsacchiotto di peluche. Sono le parole dei grandi, segnanti e penetranti come occhi, che hanno spesso tarpato le ali di questo bambino, pur non avendone intenzione. Il tenero pupazzo di peluche rappresenta nello stesso tempo culla e prigione di quel bambino, la maschera adottata dal bimbo per sfuggire alle sue paure”. > Ricorrente nella lettura il tema dell’amore. Quello provato sempre in età giovanile, ma più adulta e consapevole. Una dichiarazione d’amore di un figlio verso sua madre e verso suo padre, recuperata, scritta in fondo ad una lettera. Ma anche la necessità di lontananza e indipendenza dai genitori, di vivere esperienze in luoghi nuovi, difficili e molto rischiosi, in situazioni che avrebbero potuto mettere a repentaglio la stessa vita. Mandato ci confessa: “Racconto un distacco necessario, che porta ad una concreta maturazione e ad una crescita personale. Descrivo l’amore vissuto, anche sperimentato tra due esseri umani, a volte tenuto segreto o non corrisposto, altrimenti nato durante un’importante amicizia. L’innamoramento, il sentimento impetuoso e carnale, che con la sua creatività e la sua bellezza dirompente, è capace di rompere gli schemi e la monotonia, stravolgendo la vita di due individui, nonché le trame del tessuto sociale a cui appartengono. L’amore è anche spirituale, scevro dai vincoli corporei, pura energia trasformativa”. E poi, il lancinante tema del dolore, lo sciogliersi quasi inevitabile del vincolo amoroso. Quindi, la gioia di vivere di nuovo esclusivamente per sé stessi, una volta guariti dal “lutto”. Ancora, tra lo scandire meccanico del tempo, l’attesa di qualcosa di sconosciuto. > Nasce a Napoli nel 1979, precisamente all’Arenella, si diploma Ragioniere Perito Commerciale, lavora intensamente ma non smette mai di coltivare l’innato talento della poesia. I racconti di papà Raffaele (originario del quartiere Sanità) ed il giradischi di nonno Luigi gli fanno scoprire i grandi interpreti del 1900: Enrico Caruso, Giovanni Capurro, Teodoro Cottrau, Salvatore di Giacomo, Enrico Leva , Massimo Ranieri, Roberto Murolo. > “Attraverso l’ascolto di quel repertorio , nonostante fossi bambino sentivo il desiderio di esprimere sentimenti appassionati e di provare a imitare quei registri vocali” -aggiunge Umberto- “È grazie soprattutto all’amore di mamma Adriana che ho imparato ad amare le materie umanistiche. Non ultimo, il mio buon maestro delle elementari, Giuseppe, che con la sua disciplina e la sua cultura mi ha trasmesso soprattutto l’amore per la lingua italiana, per la poesia e per il disegno”. Tra le sue letture autori come Paul Valery, Giuseppe Avarna di Gualtieri, Alda Merini e Pedro Salinas, che lo avvicinano ad un canto finalizzato alla libera interpretazione di brani italiani e stranieri. Pubblica nel 2020 la raccolta di poesie dal titolo “Luci nel silenzio”, presente presso i principali istituti bibliografici nazionali e internazionali. > Per dettagli: astronavidicarta@libero.it