Artifices instables. Storie di ceramiche, veduta della mostra. Brian Rochefort. Photo: NMNM/Andrea Rossetti, 2020
Il termine sperimentazione si adatta perfettamente al lavoro del giovane Brian Rochefort e l’apparente disordine materico delle sue opere nasconde una vera abilità tecnica attraverso cui l’artista mescola smalti e argilla, rompe e ricompone meticolosamente eruzioni di trame. Della stessa generazione il britannico Aaron Angell, che propone sotto forma di assemblaggi le maquettes da lui stesso definite psichedeliche, esplorando nel contempo nuove metodologie di lavoro con gres e smalti autoprodotti.
Infine Johan Creten, osservatore sovversivo che trascrive l’arte della metamorfosi nell’argilla. Il potere totemico delle sue opere è rafforzato dai loro titoli spesso molto suggestivi.
Tutte queste storie hanno in comune la riconsiderazione di quello che Victor Segalen denomina «la sensazione del diverso», che non riguarda alla fine soltanto il rapporto con l’Altro, ma rimette in discussione l’idea stessa di Artificialité. Queste ricerche plastiche, pensate o azzardate, e queste trasformazioni instabili conferiscono oggi un valore simbolico alla terra. Medium malleabile, raggiunge dopo la cottura uno stato inalterabile. Divenuta ceramica, conserva sempre, attraverso le metamorfosi e le invenzioni che i suoi creatori le impongono, la memoria della sua artificialità e delle sue alterazioni cromatiche.
«La ceramica non è futile» dichiara Paul Gauguin, che appassionatosi a questa pratica verso il 1887, profetizzò che un giorno gli sarebbe stato riconosciuto il merito di averla elevata al rango di arte. Anzi liberata da classificazioni, si emanciperà nel secolo seguente. Tuttavia non finirà mai di di interrogarsi sulla propria origine, sulla relazione dell’oggetto d’arte come merce e esplorando sempre di più l’idea di una metafisica specifica come medium. Queste considerazioni producono tra le opere gli echi sottili che raccontano questa esposizione.
La mostra è completata da una pubblicazione co-edita da NMNM e Mousse Publishing con testi di Cecilia Canziani, Valérie Da Costa, Chus Martinez, Cristiano Raimondi e Agnés Roux.
Nouveau Musée National de Monaco
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