UN NUOVO MUSEO PER IL COMPLESSO MONUMENTALE DI SANTA CROCE A BOSCO MARENGO

UN NUOVO MUSEO PER IL COMPLESSO MONUMENTALE

DI SANTA CROCE A BOSCO MARENGO

La chiesa si unisce al museo in un unico percorso tra opere e multimedialità, per raccontare il progetto di Pio V e inserire il complesso in una rete territoriale

RELAZIONE DESCRITTIVA SINTETICA

LEGALE RAPPRESENTANTE Gian Franco Gazzaniga

RESPONSABILE UNICO DI PROCEDIMENTO: arch. Stefano Pezzato PROGETTO SCIENTIFICO: dott. Mario Epifani

arch. Monica Fantone PROGETTO MUSEOGRAFICO E ALLESTITIVO: arch. Loredana Iacopino

1 IDEA GUIDA E ATTIVITÀ PREVISTE

“una machina grandissima quasi a guisa d’arco trionfale, con due tavole grandi, una dinanzi et una di dietro, et in pezzi minori circa trenta storie piene di molte figure che tutte sono a bonissimo termine condotte.”

Così Giorgio Vasari descrive nelle “Vite” la “sua machina” ossia il maestoso altare maggiore, purtroppo smembrato nel 1710 per allestire l’attuale altare marmoreo, del quale ci sono pervenute pressoché tutte le tavole realizzate da lui stesso e dalla sua “bottega”.

L’obiettivo principale degli interventi eseguiti nel complesso monumentale in questi ultimi tre anni è stato restituire al pubblico il godimento di una delle presenze più singolari e significative del panorama architettonico e storico-artistico del Piemonte; eccezionale testimonianza di una cultura manierista, tipicamente centro-italiana, sostanzialmente estranea all’ambito piemontese, che custodisce al suo interno presenze decorative di inestimabile valore storico-artistico. Pio V, Papa severo e rigoroso, seguì minuziosamente le fasi della costruzione e, nella “sua” chiesa, fece applicare i nuovi dettami derivanti dal Concilio di Trento appena concluso, per cui il complesso risulta uno dei primissimi esempi di “architettura della controriforma”, anticipando nella realizzazione la Chiesa Romana del Gesù.

Eccezionale testimonianza che è stata offuscata e nascosta da superficiali interventi successivi e dal degrado di lunghi periodi di abbandono che hanno occultato i caratteri precipui dell’impianto architettonico e decorativo cinquecentesco. Basti citare, come detto, le splendide pale che appartenevano alla “macchina vasariana” dell’altare maggiore o, ancora, i preziosi marmi, provenienti da scavi romani, con cui sono state realizzate le pavimentazioni del presbiterio ed i

portali che segnano gli ingressi principali. Segnata da una storia molto travagliata, la Chiesa come il Convento che per oltre un secolo fu adattato a riformatorio e carcere minorile, ha patito decenni di abbandono.

Il Museo Vasariano, creato negli antichi locali della “sala del capitolo”, delle “stanze del priore” e della “sacrestia”, inizialmente per ospitare le tavole che il Vasari realizzò per l’altare maggiore (la macchina vasariana), ora si sta evolvendo come prezioso contenitore delle opere e degli oggetti acquisiti in epoche successive e comunque facenti parte del corredo della chiesa e del convento di Santa Croce; la sua valorizzazione consentirebbe di completare l’esito, veramente di alto livello, ottenuto con il lotto di restauro, per alcune parti ancora in fase di completamento, che ha ricondotto la lettura della Chiesa alla fase cinquecentesca, quella voluta da Pio V mediante la sapiente lezione manierista che lo stuolo di artisti tosco-romani, appositamente chiamati dal Papa boschese, hanno lasciato in questa terra lontana dalle zone di massima espansione delle correnti artistiche tardo rinascimentali.

La chiesa e il convento domenicano di Santa Croce a Bosco Marengo costituiscono uno dei massimi monumenti della storia religiosa e dell’arte del Cinquecento in Italia. La rilevanza di questo complesso travalica la dimensione locale in quanto frutto dell’ambizioso progetto di un pontefice, Pio V Ghislieri (1566‐1572), che a Bosco Marengo era nato nel 1504: il prestigio della commissione si riflette nel valore dell’architettura e delle opere d’arte conservate al suo interno, direttamente collegate alle vicende artistiche del Cinquecento romano e fiorentino in virtù del coinvolgimento del celebre architetto e pittore Giorgio Vasari. Dopo quasi due secoli di degrado in cui il complesso, dopo la soppressione dell’ordine domenicano, finì per diventare sede di un riformatorio, impegnativi interventi di restauro condotti a partire dalla fine del XX secolo hanno restituito alla chiesa e al convento l’immagine di un grandioso monumento della Controriforma.

Il complesso monumentale di Santa Croce si è classificato secondo all’ottava edizione del censimento “I Luoghi del Cuore”, promosso dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) nel 2016. In virtù

di questo risultato il FAI ha stanziato un contributo di 40 mila euro che è stato destinato al completamento dell’allestimento del museo ospitato nei locali dell’ex‐convento adiacenti alla chiesa. Il progetto è stato perfezionato e implementato rispetto alle ipotesi iniziali grazie ai contributi di:

‐ Comune di Bosco Marengo 40.000 euro.

‐ Compagnia di San Paolo 100.000 euro;

‐ Fondazione CRT 12.000 euro;

‐ SOGIN s.r.l. 15.000 euro;

‐ Ministero degli Interni (contributo per la progettazione): 15.000,00 euro;

‐ Fondazione CRA: 30.000 euro già stanziati per l’anno 2020, divisi a metà tra Fondazione CRA e Consulta per la Valorizzazione dei Beni artistici dell’Alessandrino.

Inoltre la Prefettura di Alessandria sta contribuendo (91.931,72 euro) al restauro delle opere mobili e alla messa in sicurezza del passaggio tra museo e chiesa.

Si prevede di integrare quanto già erogato per l’anno 2020 (rif. ROL 2020/17664) per completare l’ambizioso progetto museale in vista dell’inaugurazione prevista nel marzo 2022 nell’ambito delle celebrazioni per il 450° anniversario della morte di papa Pio V, fondatore del Complesso di Santa Croce.

La costituzione di un museo all’interno del complesso era stata prevista fin dal 2000, in occasione dei lavori di restauro che in quegli anni interessarono la chiesa e il convento. Diverse opere (dipinti, sculture, oreficerie, paramenti sacri) di pertinenza del complesso ma collocate in deposito, erano state restaurate in vista dell’allestimento, che tuttavia non è mai stato portato a termine, benché il “Museo Vasariano” sia già da anni regolarmente aperto al pubblico. I già ottenuti contributi del FAI e della Compagnia di San Paolo e i futuri fondi che riusciremo a raccogliere, consentiranno di esporre tutte le opere attualmente non visibili all’interno di un nuovo percorso distribuito in alcuni ambienti direttamente accessibili dal transetto della chiesa. In tal modo sarà rafforzato il collegamento tra la chiesa e il museo, in cui attraverso nuovi apparati didattici verrà raccontata la storia del complesso a partire dalla sua fondazione, con particolare riguardo alla figura di papa Pio V.

Questo lavoro è il frutto di un’apposita convenzione tra il FAI, la Prefettura di Alessandria (in qualità di ente periferico del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno (FEC), proprietario della chiesa e delle opere d’arte in essa contenute, il Comune di Bosco Marengo (che ha in consegna gli spazi demaniali dell’ex‐convento) e la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo, cui si deve il progetto museologico, e il Segretariato regionale del MIBACT per il Piemonte.

Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo museo, in cui il percorso espositivo si svilupperà tra le opere della riunita collezione artistica, allo scopo di guidare il visitatore nella scoperta di un luogo di grande valore storico e culturale. Il visitatore potrà immergersi nella narrazione di vicende e personaggi raccontati anche con l’ausilio di moderni supporti audiovisivi e interattivi con una particolare attenzione all’accessibilità da parte di persone con disabilità.

Anche in risposta all’attuale situazione di emergenza sanitaria, la sfida più grande è quella di superare il limite dello spazio museale e proiettare il complesso in un’ampia dimensione territoriale, di cui costituisce una delle massime espressioni culturali, con un importantissimo ruolo identitario per la comunità locale. Il museo potrà così diventare il motore di una valorizzazione culturale, ma anche di uno sviluppo sociale ed economico del territorio.

Il progetto museografico, redatto sulla base del progetto scientifico curato dai funzionari della Soprintendenza, intende valorizzare la fruizione non solo della collezione artistica, ma di tutto il complesso monumentale. È infatti prevista l‘unificazione del percorso tra chiesa e convento/museo per riproporre al visitatore il progetto di Pio V mediante azioni dirette a:

– realizzare un nuovo allestimento che garantisca l’esposizione dell’intera collezione tenendo presenti le esigenze dei visitatori con disabilità;

– creare un percorso di visita unificato, con uno spazio di accoglienza/biglietteria e una nuova segnaletica interna ed esterna;

– migliorare la fruizione del percorso museale con l’inserimento di supporti multimediali che aiutino il visitatore a ricostruire l’immagine della chiesa cinquecentesca;

– riallestire la sala dedicata alla “macchina d’altare” vasariana con una soluzione planimetrica di migliore valorizzazione della tavola del San Pietro martire, recentemente restaurata;

– aumentare il numero degli oggetti esposti, richiedendo in comodato beni provenienti dal complesso di Santa Croce ma successivamente dispersi e oggi di proprietà della diocesi di Alessandria, del Museo Nazionale del Palazzo di Venezia a Roma e della Provincia di San Domenico (ordine domenicano);

Il ripensamento del museo con questa nuova veste, più vicina a un pubblico diversificato per età e tipologia, offrirà l’occasione per incoraggiare l’organizzazione di attività ed eventi, che potranno rivitalizzare l’intero complesso monumentale. Al di là degli interventi all’interno del complesso, è opportuno favorire fin d’ora la sostenibilità del museo con un’adeguata strategia di valorizzazione che possa inserire Santa Croce in una rete territoriale, all’interno della quale dovrebbe porsi come punto focale di un percorso turistico di interesse regionale, che potrà agevolmente proporsi come meta turistica anche a livello nazionale.

Alla luce delle collaborazioni in atto, il Comune in accordo con la Prefettura dovrà garantire la gestione del museo e una sua adeguata promozione. A questo scopo si ritiene indispensabile favorire la costituzione di una rete territoriale, secondo le linee guida proposte dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (Sistema Museale Nazionale, programma MuSST

– Musei e sviluppo dei sistemi territoriali), creando un collegamento tra il complesso di Santa Croce e altre importanti Istituzioni1: i Musei Civici di Alessandria; il Museo d’arte sacra di Cassine; i Musei Reali di Torino‐Galleria Sabauda; la Diocesi di Alessandria; la Provincia di San Domenico (ordine domenicano).

Simili collegamenti favoriscono naturalmente l’inserimento del complesso di Santa Croce in percorsi turistici che andranno adeguatamente promossi e che almeno nel caso del Comune di Alessandria potranno suggerire più efficienti possibilità per una collaborazione anche in termini di gestione.

Per quanto riguarda la valorizzazione, andrà studiata l’immagine con cui il complesso si presenta al visitatore: l’allestimento del museo potrà dettare le linee per la cartellonistica esterna e anche per la segnaletica, da aumentare e migliorare a Bosco Marengo, ma anche sulle strade provinciali e sugli assi autostradali. Anche all’interno del borgo potrà essere valorizzato il collegamento del complesso col centro storico, con percorsi pedonali/ciclabili che colleghino la casa di Pio V con la chiesa e il convento. Tali percorsi potranno favorire le attività commerciali e in particolare bar e ristoranti già esistenti, che potranno beneficiare di un aumento del flusso turistico e al tempo stesso garantire i necessari servizi per i turisti: allo stato attuale non è presente nessun punto di ristoro in prossimità del complesso di Santa Croce.

Oltre alle istituzioni andranno coinvolte anche le associazioni locali, e nuovi potenziali sostenitori, oltre a finanziatori privati, che già in passato hanno contribuito agli interventi di restauro della chiesa.

È già stata prevista l’organizzazione di una giornata di studio in occasione dell’inaugurazione del museo, utile per sollecitare l’attenzione delle università e di istituti di ricerca italiani e stranieri, nello sforzo di sottolineare la dimensione non solo locale di un luogo come il complesso di Santa Croce. La giornata di studio potrà produrre nuovi contributi scientifici che andranno ad affiancare i contenuti di una nuova guida breve da distribuire a pagamento presso il bookshop.

Naturalmente il progetto qui proposto non ha la presunzione di essere risolutivo: si tratta di un’operazione utile ad avviare un lavoro di collaborazione tra istituzioni ed enti territoriali,

1 Per una lettura completa si rimanda al capitolo 4 “Progetto scientifico”.

necessario a trasformare l’interesse ritrovato in una nuova occasione di vita per un luogo di rara bellezza.

È importante specificare che il presente progetto riguarda solo le attività legate all’allestimento museale, ma che in realtà l’intero intervento in base alla convenzione sopra citata, prevede un impegno economico anche da parte del FAI, del Comune e della Prefettura coinvolti nel recupero e adeguamento dei luoghi e nel restauro delle opere in esposizione.

Nello specifico il Comune ha provveduto con fondi propri alla revisione degli impianti esistenti e dei locali in modo da eliminare le sovrapposizioni incongrue e restituire le sale espositive come una scatola neutra pronta ad ospitare i nuovi allestimenti. Attualmente sta anche implementando la dotazione degli impianti speciali in funzione del nuovo allestimento. Inoltre la Prefettura e lo stesso Comune si stanno adoperando per il restauro e la manutenzione

straordinaria delle opere – in parte già restaurate – che saranno esposte lungo il percorso di visita. Nel 2019 è stato presentato il restauro della grande tavola di Giorgio Vasari raffigurante il Martirio di san Pietro da Verona, appartenente alla smembrata “macchina d’altare” realizzata per la chiesa tra il 1567 e il 1569 dal celebre pittore aretino e dalla sua bottega. Tale restauro, finanziato dal Ministero dell’Interno, ha avviato il lavoro di riallestimento museografico: la pala costituirà infatti un ideale fulcro del percorso di visita, che racconterà la storia del complesso dalla fondazione cinquecentesca alle trasformazioni operate nei secoli successivi.

La Prefettura si è fatta carico, oltre che del restauro delle opere d’arte in esposizione, dell’importante messa in sicurezza e consolidamento della cantoria dell’organo posta nel transetto sinistro, in corrispondenza del passaggio di collegamento tra il museo e la chiesa, punto fondamentale del progetto di allestimento.

Il Comune ha infine attivato l’Art Bonus per raccogliere finanziamenti privati per il restauro delle opere all’interno del complesso di Santa Croce. Ha inoltre in programma la formazione di un Ufficio preposto alla gestione del nuovo museo.

2 PROGETTO MUSEOGRAFICO E ALLESTITIVO

Il riassetto museografico è volto a supportare gli indirizzi e le finalità del progetto scientifico dei curatori, non solo per gli aspetti storico‐artistici, ma anche per quanto concerne i risvolti della comunicazione e della piena valorizzazione e fruizione delle opere esposte.

La trascrizione in termini museografici del progetto curatoriale ha portato alla composizione di un nuovo museo, in cui la riunita collezione artistica darà vita a un percorso espositivo che si sviluppa tra le opere, con lo scopo di guidare il visitatore sul filo della narrazione di fatti storici e dell’illustrazione di opere d’arte, manufatti e documenti di grande valenza culturale.

Il visitatore potrà vivere un’esperienza immersiva in un luogo straordinario, raccontato anche attraverso moderni strumenti di comunicazione, offrendo così diversi livelli di partecipazione e di approfondimento, adeguati agli interessi di fasce di pubblico diversificate.

Il percorso espositivo sarà suddiviso in sale tematiche individuate dalla presenza di apparati testuali e iconografici (titoli/testi di sala e immagini rappresentative) che evidenzieranno anche il collegamento con la chiesa. Le opere saranno tutte illustrate con didascalie anagrafiche, mentre per alcune opere saranno offerti approfondimenti per evidenziarne le vicende storico‐ artistiche, i legami con il luogo e con il territorio, gli aspetti curiosi. Il visitatore potrà scegliere la propria modalità di visita secondo il proprio livello di interesse.

La chiesa sarà accessibile anche dal museo e verrà corredata di apparati testuali e iconografici di narrazione in continuità con il percorso espositivo.

Della “Macchina vasariana”, ideata da Giorgio Vasari come altare maggiore della chiesa e demolita nel Settecento, rimangono oggi solo i dipinti che decoravano la maestosa architettura; il visitatore potrà comprenderne l’unitarietà attraversando una proiezione immersiva con un commento sonoro, che anticiperà la visione delle opere originali, restituendo il senso di stupore e meraviglia che il fedele doveva provare davanti alla spettacolare invenzione vasariana. In tal modo sarà favorito un maggiore coinvolgimento emotivo e multisensoriale del visitatore; per facilitare ulteriormente la comprensione della complessità della struttura dell’altare saranno messi a disposizione del pubblico, apparati testuali e iconografici che spieghino l’ambizioso progetto vasariano.

Una particolare attenzione sarà prestata all’accessibilità del museo a tutte le tipologie di disabilità. Gli spazi della chiesa e del convento, inclusi i servizi igienici, sono normalmente accessibili ai disabili motori (rampe, porte e passaggi di dimensioni adeguate). L’allestimento museografico è concepito per facilitare la fruizione da parte di tutti, anche per quanto riguarda altezza e dimensioni delle strutture espositive e degli apparati didattici e iconografici. La costante presenza di testi (pannelli, video sottotitolati) renderà accessibili i contenuti anche ai disabili uditivi. Per i disabili visivi, al di là della possibilità di usufruire di visite guidate, è previsto l’inserimento di un modello tridimensionale dell’altare vasariano, che sarà possibile utilizzare come percorso tattile. Didascalie e testi saranno concepiti tenendo conto delle esigenze degli ipovedenti e della capacità di comprensione di visitatori con disabilità intellettive, potendo comunque contare sul supporto delle guide, che saranno adeguatamente formate alle diverse situazioni.

I legami con il territorio saranno evidenziati lungo tutto il percorso espositivo, in modo da offrire al visitatore diverse chiavi di lettura, ma verranno ribaditi in particolare all’inizio della visita e in chiusura, in quanto premessa dell’esperienza conoscitiva e proiezione del museo sul territorio. La prima sala evidenzierà come il prestigio della committenza abbia avuto ripercussioni sulla grandiosità dell’architettura del complesso e sul valore delle opere d’arte in essa conservate, direttamente collegate alle vicende artistiche del Cinquecento romano e fiorentino; a tal fine è previsto il supporto di video, apparati iconografici, riproduzioni di mappe e documenti. L’ultima sala presenterà oggetti preziosi legati al complesso ma oggi appartenenti ad altre istituzioni2; attraverso video, testi e immagini sarà illustrato l’inserimento del museo in una rete territoriale, all’interno della quale Santa Croce potrà recuperare il ruolo centrale voluto dal suo fondatore. Il museo si propone oggi come punto focale di un percorso turistico regionale ma rappresenta allo stesso tempo un luogo di interesse culturale ben più ampio, in una prospettiva nazionale ed europea, per la sua importanza dal punto di vista storico, artistico e religioso.

La sfida più grande che si pone il nuovo museo è quindi il superamento dei confini fisici del luogo e la proiezione sul territorio, di cui costituisce una delle massime espressioni culturali e identitarie. Il museo potrà così diventare un motore di valorizzazione culturale, ma anche di sviluppo sociale ed economico del territorio.

L’attuale situazione di emergenza sanitaria e la conseguente necessità di rivedere le modalità di accesso e fruizione ai musei induce a ripensare il progetto di allestimento del Museo di Santa Croce in un’ottica nuova. Si tratta di trasformazioni ancora in atto e di effetti che saranno meglio valutabili nei prossimi mesi. In previsione dell’apertura al pubblico nel 2022, è

2 I musei civici di Alessandria, il Museo d’arte sacra di Cassine, i Musei Reali di Torino – Galleria Sabauda, la Diocesi di Alessandria, l’Ordine domenicano.

comunque possibile affermare fin d’ora che il museo di Bosco Marengo per molti aspetti si presta a costituire un modello del nuovo tipo di turismo sostenibile che probabilmente sarà necessario incoraggiare per evitare il rischio di una nuova recrudescenza della pandemia. In primo luogo, l’idea di fare del complesso di Santa Croce il centro di una rete territoriale si presta a favorire un flusso turistico diffuso, evitando un’eccessiva concentrazione di pubblico in singoli luoghi. Al momento attuale la scarsa valorizzazione del complesso – anche in termini di raggiungibilità – pone semmai il problema opposto, generando un flusso di visitatori decisamente contenuto; la gestione delle visite da parte del Comune, attraverso l’Associazione amici di Santa Croce, potrà comunque evitare il crearsi di situazioni di sovraffollamento. Gli spazi della chiesa e del convento sono molto ampi e non creano alcun problema ai fini del mantenimento delle distanze di sicurezza; anche l’allestimento terrà presente quest’esigenza, evitando di creare spazi troppo ristretti. Il percorso di visita potrà prevedere un percorso con un unico senso di percorrenza, con entrata e uscita differenziate. Il Comune s’impegna in ogni caso a garantire tutte le necessarie misure di contenimento per la prevenzione del contagio, sulla base delle linee guida previste per i luoghi della cultura.

3 PIANO ORGANIZZATIVO E CRONOPROGRAMMA

– completamento adeguamento edile e impiantistico delle sale espositive

– allestimento Museo secondo quanto previsto in progetto

– pianificazione della comunicazione

– miglioramento del gruppo di sostegno volontario locale con il particolare coinvolgimento di giovani entro i 30 anni e formazione attraverso organizzazione di incontri e produzione/distribuzione di materiale didattico

– rendicontazione economica dei finanziamenti

– inaugurazione del museo nell’ambito delle celebrazioni per il 450° anniversario della morte di papa Pio V.

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