Pet Sematary: un film che non serviva

La maggior parte degli spettatori sono rimasti delusi, annoiati e infastiditi. È uscito settimane fa il nuovo film ispirato al super romanzo di Stephen King, Pet Sematary. Diretto da Kevin Kölsch e Dennis Widmyer, il lungometraggio è stato fedelmente adattato all’opera di King, riportando, però, delle desuetudini incredibili, buchi di sceneggiatura estremi e una suspense totalmente mal riuscita.

Innanzitutto, il fatto di aver riportato in modo pedissequo la storia dello scrittore del Maine non ha giovato per una ragione: in un romanzo il tempo della storia può allungarsi e accorciarsi tutte le volte che si vuole e poi ritornare sulla retta via della tanto agognata logicità. Lo sceneggiatore si è allungato ed ha incluso materiale che si, proveniva dalla fantasia di King, ma non aveva nulla a che fare con la narrazione filmica in questione visto che si era dirottata altrove.

Il film presenta la back story di Rachel, la moglie del dottor Louis Creed: un errore madornale che è costata tanta confusione della trama (qualora ci fosse, una trama) e, come al solito, il jump scare è di casa.

In ordine sparso: nel romanzo la figura di Norma, la moglie del vecchio Jud, faceva decollare la storia. Naturalmente nel film è assente. Il ruolo del signor Goldman, il nonno della piccola Ellie, non è stato toccato in nessun modo. C’è un grande conflitto tra Goldman e Louis; tutto questo viene lasciato soltanto sulla carta di Stephen King.

Questi sono solo piccoli indizi per i quali questo film è ritenuto, soprattutto dai critici (che stavolta hanno ragione), un lungometraggio che poteva essere evitabile, visto anche l’alto budget per la realizzazione.

Il problema non la pellicola nello specifico (per carità, errare è umano), ma la mentalità amaricana – e anche italiana, purtroppo – di rievocare e rimpastare capolavori del passato e propinarli nuovamente ai giovani, specialmente quando si tratta di un genere come l’horror. Questo film non è un caso isolato e il quesito da un milione di dollari è: cosa manca al cinema odierno? Gli sceneggiatori? Le idee per un buon film? Quel che è certo, è che i produttori di oggi non ragionano più in un’ottica artistica ma in una mentalità imprenditoriale, ossia “fare i soldi”. C’è da dire che le major attuali non si occupano solo di spettacolo, ma anche di azioni, di business edilizio e pubblicitario. Girare un remake su un film o un romanzo all’epoca primo in classifica sicuramente porterà sempre, nel bene o nel male, i suoi frutti. Tutto questo alla faccia della creatività. Lo sceneggiatore e il regista stanno diventando soltanto mezzi meccanici di una grande fabbrica mossi soltanto dal movente commerciale.

Paragonare adattamento cinematografico e romanzo è un errore, è vero. Ma stavolta quello che si è perso in tema narrativo è la logicità dei fatti. Pet Sematary è un’accozzaglia di immagini e di macro sequenze incentrate prima su Church, il gatto malvagio, poi sul misterioso cimitero, poi sulla figlia Ellie. Un film a episodi, forse, sarebbe stata la soluzione migliore.

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