Arthur e César sono migliori amici fin dai tempi del collegio, nonostante le diversità caratteriali dei due: Arthur è un ricercatore medico pignolo e introverso; César, invece, è un trasgressivo finito in una bancarotta. Per un equivoco, Arthur viene a conoscenza di una gravissima malattia di César, e César crede che sia Arthur a trovarsi in punto di morte. Da quel momento i due faranno “a gara” per realizzare i desideri finali l’uno dell’altro.
Il meglio deve ancora venire è scritto e diretto da Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte, – i quali avevano già lavorato a Cena tra amici (rigirato in Italia da Francesca Archibugi come Il nome del figlio) e scritto Mamma o papà? (in Italia è il film omonimo diretto da Riccardo Milani). Il film è stato presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma.
Una pellicola importante per la coppia creativa che un genere attualissimo, quello della “commedia alla francese” in cui non mancano forti spunti di riflessione sul presente. Infatti, il film affronta due temi importanti: l’amicizia e la malattia come gioie e dolori. Siamo di fronte ad una commedia basata principalmente sull’equivoco. Dunque, possiamo suddividere il film in due parti: nella prima, si ride moltissimo, è ricca di situazioni comiche che fanno sganasciare lo spettatore dalle risate; la seconda, invece, è incredibilmente drammatica. Il film della coppia creativa è un’altalena di emozioni irrimediabilmente funzionale alla storia, la quale apre un divario nel cuore di chi guarda: è impossibile non rimanerne colpiti.
Le regia è classica e la mano dello sceneggiatore si sente sin dalla prima inquadratura. Il lavoro che è stato fatto sui personaggi e sulla propria costruzione sono eccellenti. I caratteri dei sono ben delineati, dando così vita al classico stereotipo che, nonostante tutto, evita ogni cliché. Una pellicola che, probabilmente, rivedremo “copiata” da qualche produttore italiano nel giro di qualche mese. Il meglio deve ancora venire è un film che deve essere visto. Un film senza mezze misure irrimediabilmente dolce e allo stesso tempo. Dolceamaro, direbbe qualcuno.