Gli Incredibili 2, riflessioni moderne e post-moderne

Entrando in sala a vedere il sequel del film d’animazione Gli Incredibili, si sa già che il divertimento è assicurato. L’azione incalzante, la trama classica, i personaggi archetipici, lo humor americano inondano lo spettatore intrattenendolo per un’ora e mezza e facendo rimpiangere la presenza della pausa in mezzo, che spezza il ritmo. Ma la Pixar nasconde sempre nelle sue opere un inaspettato spirito speculativo, consapevole, grazie al quale la fiction quasi sembra sbirciare dallo schermo alla realtà, agli spettatori, parlando di loro. È quello che accade anche nel secondo film d’animazione sulla famiglia dei supereroi.

All’interno di una storia ben definita (magari un po’ politically correct, pensando al femminismo latente nel ruolo centrale di Elastigirl), in cui gli eroi combattono le minacce e sventano gli inganni dei malvagi, si trovano, quasi a sorpresa, alcune scene che approfondiscono, con una correttezza di esposizione sorprendente, alcuni temi cruciali non solo per i personaggi, ma, si potrebbe dire, per la società occidentale contemporanea (!).

Vi è un dialogo, in particolare, che colpisce:

Elastigirl: Che sia giusto o meno, è la legge

Mr. Incredible: La legge dovrebbe essere giusta. Per questo la insegniamo ai nostri bambini.

E.: Noi rispettiamo la legge.

M. I.: Anche alla legge che non ci rispetta?

E.: Se la legge è ingiusta, si fa una legge per sostituirla, altrimenti ci sarebbe il caos M.I.: è quello che sta succedendo oggi

In poche battute lo sceneggiatore Brad Bird condensa un tema annoso, anzi, millenario: il conflitto fra legge e morale, legge umana e legge naturale. La Modernità si è arrovellata intorno alle soluzioni da dare a questo dilemma. Il mondo di oggi, con le sue istituzioni giuridiche e politiche, ha provato a fare i conti con quello che è una domanda paradossale: cosa rende giusta una regola, la regola stessa o qualcos’altro?

Altro spunto di riflessione, il cattivo, l’“Ipnotizzaschermi”. Tipico personaggio postmoderno, un po’ terrorista, lancia un messaggio preciso all’umanità: svegliati, non hai bisogno di eroi. Non vuole distruggere il mondo, come vorrebbe un malvagio qualsiasi, ma solo la responsabilizzazione totale dell’umanità, una “democrazia diretta dell’eroismo”.

Un grande film d’intrattenimento, con spunti di riflessione sorprendentemente raffinati

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