Bernardo Bertolucci, l’ultimo grande Maestro della nostra epoca

Il mondo del cinema di tutto il mondo si è stretto nel dolore dopo la notizia della scomparsa del maestro Bernardo Bertolucci avvenuta il 26 novembre scorso. Il regista aveva 77 anni ed ha collezionato ben 9 Osca per miglior regia e miglior sceneggiatura.

Primogenito del poeta Attilio Bertolucci, sembra seguire la strada paterna, interessandosi di poesia e iscrivendosi al corso di laurea in Lettere presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, ma ben presto abbandona gli studi per il cinema facendo da assistente a Pier Paolo Pasolini, suo vicino di casa.

Proprio grazie a Pasolini, Bertolucci lavora come assistente ad Accattone. Sul set incontra l’attrice Adriana Asti, che sarà poi sua compagna per diversi anni. Bertolucci si stacca ben presto dal mondo e dalla poetica pasoliniani per inseguire un’idea personale basata sull’individualità di persone che si trovano di fronte a bruschi cambiamenti del loro mondo e di quello circostante, a livello esistenziale e politico, senza ottenere una risposta precisa e diretta.

Il vero successo per Bertolucci arriva nel 1972, con un film “scandaloso” che ha di fatto segnato un’epoca: Ultimo tango a Parigi, con Marlon Brando e Maria Schneider, Jean-Pierre Léaud e Massimo Girotti, dove il sesso è visto come unica risposta possibile, ma non definitiva, al conformismo del mondo; i protagonisti di questo film sono esseri alla deriva, sbandati, la cui unica risposta reale è la trasgressione.

Negli anni ottanta Bertolucci gira all’estero kolossal di straordinaria potenza visiva. Nel 1987 dirige in Cina L’ultimo imperatore, un successo mondiale che si aggiudica ben nove premi Oscar; diventa così l’unico regista italiano insieme a Frank Capra a vincere il premio di categoria.

Un mese fa se ne è andato un vero maestro, l’ultimo, vero caposaldo del cinema del Novecento.

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