Una conduttrice velata

Muna AbuSulayman è una famosa conduttrice televisiva saudita, volto del network panarabo Mbc Tv. AE’ il possibile punto di partenza di un Islam che cambia, al passo con la modernità, ma senza rinunciare a quelli che sono i suoi principi. Muna mette il velo quando è in onda, una scelta che non denota sottomissione, ma rispetto verso il pubblico che è dall’altra parte dello schermo: “Per una trasmissione come la nostra, che deve rivolgersi a diversi popoli e Paesi, l’Islam è il minimo comune denominatore”, spiega la donna alla rivista Io Donna aggiungendo: “In Occidente avete una visione riduttiva, stereotipata delle donne arabe, che vi impedisce di comprendere la complessità della nostra realtà e i cambiamenti in corso, che pure ci sono (…)”. Nata nel 1973, laureata in Letteratura inglese alla George Mason University, la conduttrice ha vissuto una parte della sua vita in America, dove il padre stava portando avanti un dottorato in relazioni internazionali. Quella di Muna è stata una vita “international” tra Usa, Arabia Saudita e Malesia, in base alle esigenze lavorative dei genitori.  AbuSulayman è stata inoltre una delle prime donne a divorziare in Arabia Saudita. La svolta televisiva è giunta nel 2002, quando ha passato un provino insieme ad altri 300 candidati per presentare un programma tv. “Sono stata la prima donna ad andare in tv usando il mio vero nome. Fino ad allora le poche altre conduttrici usavano pseudonimi perché si vergognavano”, ricorda.  Nel suo programma si parla di temi spesso tabù quali il sesso, la famiglia, il divorzio, la carriera, la violenza domestica. “Discutiamo con gli ospiti di temi controversi, senza mai scioccare”, specifica. Intanto c’è già chi l’ha ribattezzata la “Oprah Winfrey d’Oriente” e, attenzione, tra i suoi fan vanta anche un modesto pubblico maschile. Questa è la ragione per cui cerca di non avere mai un atteggiamento troppo di parte verso gli uomini, al fine di evitare che questi si sentano offesi e smettano di seguire il talk show. La testimonianza di AbuSulayman dimostra che anche nel mondo arabo le “quote rosa” possono contare. Muna è stata in grado di ritagliarsi un ruolo di tutto rispetto all’interno del mondo mediatico del suo Paese e anche oltre.

Silvia Di Pasquale

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