Un social network per le vedove

Un social network destinato alle vedove: il suo nome è The Jolly Dollies. E’ stato fondato un anno e mezzo fa da Yvonne Mann, una 67enne inglese. CatturaNel 2007 la donna ha perso il marito per colpa di una per atrofia multi-sistemica. Il loro amore era iniziato quando erano giunti alla soglia dei quaranta. Entrambi avevano un divorzio alle spalle e due figli ciascuno. Dopo il grave lutto, Mann non riusciva più a risollevarsi. Perché dunque non trovare una via alternativa e tecnologica che potesse venire incontro al dolore che la perdita di una persona cara può arrecare in chi si ritrova da un giorno all’altro senza il proprio compagno di vita? Perché non dare un calcio alla solitudine e all’isolamento in cui si chiudono le donne dopo che rimangono vedove? Spesso è sufficiente un’uscita collettiva, una passeggiata, una giornata alternativa al fianco di chi si trova ad affrontare esattamente gli stessi problemi per sentirsi un po’ meno tristi. L’obiettivo di  Jolly Dollies è quello di far capire alle sue iscritte che la vita continua, ebbene sì, persino dopo un grave lutto. Come scrive Costanza Rizzacasa d’Orsogna  su IoDonna: “È il social network delle vedove (finalmente) allegre. Perché nell’epoca in cui tutto è dei belli, dei giovani vincenti e sorridenti di Uber, Tinder e Dating Ring, nessuno parla più della terza età. Dell’amore e dell’amicizia fra gli anziani; della malattia, la morte del compagno di una vita, o degli ultimi anni. Ed è triste e miope insieme, se proprio i vecchi sono in febbrile aumento: 21% della popolazione mondiale nel 2050 (rispetto al 12% di quest’anno), di cui 392 milioni ultra-ottantenni. Si sostengono a vicenda, scoprendo di non esser sole; si geolocalizzano per incontrarsi offline; cercano amiche per condividere una casa; se occorre chattano con lo psicologo. E vanno al cinema, a lezione di tai chi, a farsi la birretta al pub. In gruppi di 20 o solo in due”.  Oggi il sito raccoglie centinaia di iscritte. Non solo: sta per sbarcare anche in Australia. A questo punto la domanda sorge spontanea: arriverà anche in Italia?

Silvia Di Pasquale

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