“Selfie”spazzatura

selfi“Selfie” è ormai una parola entrata nel vocabolario comune. La conoscono anche i muri. Milioni di persone in tutto il mondo si ritraggono in ogni momento della giornata, a casa, a lavoro, a scuola, in discoteca, per strada. Poi scatta la condivisione sui social network, nella maggior parte dei casi senza uno scopo utile, ma solo per il gusto di apparire. Questo è solo uno dei tanti effetti collaterali del predominio degli smartphone, che hanno permesso la libera e continua circolazione di immagini inorridendo chi fa della fotografia il proprio mestiere. In Tunisia però, i giovani sono riusciti a dare un obiettivo serio alla mania di scattarsi foto in ogni dove. La pagina Facebook “Selfi Poubella”, nata a metà maggio, ha uno scopo serio: il sito è di fatto un mezzo attraverso il quale denunciare il degrado ambientale, come le strade dissestate e l’invasione della spazzatura. Uno strumento di denuncia sociale indirizzato alle istituzioni e a tutte le persone che visualizzano la pagina. Chi aderisce all’iniziativa si ritrae , da solo o in compagnia, davanti a ai cumuli di rifiuti ammassati per le strade. Si vedono cassonetti stracolmi, bottiglie per terra, carne di animali sgozzati, scarti del mercato, cartacce, lattine, elettrodomestici e, in primo piano, il volto della persona che posta la foto, inorridita da tale degrado. Ci sono giovani, donne (velate e non) e bambini. In alcuni scatti si vedono anche cumuli in fiamme, o al contrario, foto di chi raccoglie con i sacchi la spazzatura. La pagina al momento conta ben 14mila fan, ma il numero è probabilmente destinato a crescere. L’idea è quella di puntare i riflettori su un volto della Tunisia su cui le autorità vogliono sorvolare, soprattutto quelle incaricate di occuparsi del turismo. Anche in Italia, nello specifico a Roma, c’è una pagina che denuncia il degrado della città. Si chiama “Roma fa schifo”. Inizialmente nessuno avrebbe scommesso sulla serietà di un’iniziativa che aveva un nome piuttosto singolare. Ma oggi è seguita da quasi 40mila utenti, che inviano foto per denunciare il degrado della Capitale. Uno degli slogan che in essa si legge è “Tornare al passato per avere un futuro”. Materazzi abbandonati, ratti morti che giacciono in strada, cassette della frutta abbandonate ovunque, lavatrici, frigoriferi, divani, tavoli, tutti rigorosamente abbandonati accanto ai cassonetti per la disperazione dei lavoratori dell’Ama che si trovano quotidianamente davanti tale situazione ingestibile. Poi ancora venditori abusivi, bancarelle che aprono senza permessi in pieno centro, macchine parcheggiate, quando si visualizzano le foto e i contenuti di “Roma fa schifo”, ogni cittadino fatica a chiedersi: “Ma vivo in questa città?”. Ciò che appare evidente in ogni caso è che la potenza mediatica della condivisione di foto scomode si preannuncia come uno dei tanti effetti collaterali della nuova vita social, per il dispiacere dei politici che davanti al dato di fatto, difficilmente potranno negare l’evidenza di alcuni problemi legati al degrado ambientale che ci circonda. Questo vale sia per la Tunisia che per l’Italia.

Silvia Di Pasquale

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