Quella che si è instaurata fra la fotografa Isolde Woudsta e la giovane Melissa ha avuto origine, all’inizio, come un’amicizia non spontanea.Quel rapporto è stato infatti voluto e cercato per uno scopo preciso. Quell’amicizia, una volta nata, ha avuto i giorni contati. Per questo, forse, è stata così intensa e vera. Per questo, forse, si è conclusa con un dolore, per così dire, razionalizzato: Melissa è morta, alla fine, racconta Isolde, la quale ha sofferto, chiaramente, ma al contempo si è sentita confortata. Era quello che aveva sempre voluto, in fondo, Melissa: morire.La conoscenza fra Isolde e Melissa, guarda caso, ha avuto inizio su di un forum in cui la gente discute del proprio desiderio di morire. Isolde stava terminando i suoi studi in fotografia e necessitava di un progetto finale: la scelta è caduta su persone che volevano suicidarsi e grazie ad internet la fotografa si è imbattuta in Melissa, giovane di 24 anni malata, fin da quando era adolescente, di depressione.Per tre anni le ragazze coetanee si sono frequentate e conosciute: per tre anni Melissa ha lasciato che la propria vita venisse documentata costantemente dalle foto di Isolde, confluite poi in un progetto intenso e struggente che forse, vertendo principalmente su situazioni apparentemente banali e quotidiane può sembrare, a primo acchito, piatto. Eppure, ciò che conferisce unicità e forza agli scatti è proprio il rapporto stesso fra le due, sostanza e nutrimento del progetto intero.La prima volta in cui Isolde e Melissa si sono incontrate fu in un bar, per una cioccolata calda: da allora, per tutto il tempo restante, le due sono andate a cena fuori ed hanno fatto lunghe passeggiate nei parchi. Parlavano e scherzavano, ma non solo: Melissa si confidava, raccontava di quanto il suo disturbo della personalità la portava a fare cose insensate di cui poi si meravigliava e vergognava.Isolde ascoltava tutto con serenità e tranquillità, le si rivolgeva senza pietismi né tentativi di consolazione: era neutrale rispetto alla situazione che la giovane viveva, non la giudicava. E questo a Melissa piaceva particolarmente.Isolde non sa di preciso come Melissa si è uccisa: ad avvisarla sono stati i suoi genitori, per telefono. A loro dire, la giovane è morta nel suo letto, con a fianco una persona della NVVE, organizzazione olandese che fornisce assistenza per l’eutanasia volontaria.Melissa non aveva comunicato espressamente la propria decisione di togliersi la vita ad Isolde: chiaramente, essendo il suicidio illegale, se qualcuno avesse saputo delle sue intenzioni, la ragazza sarebbe stata mandata direttamente in un istituto. Tuttavia Melissa aveva mandato dei segnali alla sua amica, dicendole di volerla vedere per un’ultima volta quella settimana: sono andate a cena assieme e dopo due settimane la giovane è morta, come desiderava da quando aveva 14 anni. Aveva curato ogni minimo dettaglio organizzativo per il suo funerale: dagli inviti ai vestiti alla lapide.“Alla fine ce l’hai fatta, Melissa”: è stato questo il pensiero, rapido, che ha pervaso il cuore e la mente di Isolde. Un’amara consapevolezza che tuttavia affievolisce il dolore ed il vuoto, incolmabile, di una perdita.
Michela Graziosi