L’orrore del delitto di Napoli, tra sconforto e impotenza

Sono molte, troppe le parole già dette e che ancora c’è bisogno di pronunciare sull’efferato delitto di Napoli: si parla, ovviamente, dell’episodio che ha sconvolto l’Italia e che vede per protagonisti orribilmente involontari Giuseppe, 7 anni, e Noemi, 8, l’uno ucciso e l’altra grave in ospedale a causa delle percosse causate – secondo gli inquirenti – dal compagno della madre Tony Essoubti, 24enne pregiudicato per furti e reati contro il patrimonio.

Alla già calcata vicenda, che vede i due bambini colpiti con una scopa e furia ingiustificabilmente cieca, si sono aggiunti di recente altri dettagli forniti dalla madre Valentina Casa (30 anni). Questa, dopo la violenza subita dai figli, sarebbe rimasta in stato di choc e non sarebbe stata in grado di fornire i dovuti soccorsi al piccolo Giuseppe, adagiato sul divano di casa. Nel mentre Essoubti si sarebbe recato in farmacia per comprare una pomata per lenire le ferite, in una sottovalutazione generale di quanto era appena accaduto. Si tratta di due o tre ore di agonia, nelle quali si sarebbe potuto fare qualcosa di concreto per salvare il piccolo.

Sempre stando ai nuovi racconti di Casa sembrerebbe che la terza bambina, figlia di questa ed Essoubti, sia stata salvata dalla furia di quest’ultimo solo perché da lei preventivamente nascosta sotto le coperte. Il che, in un certo senso, smentirebbe chi finora avanzava l’ipotesi che il compagno avesse agito per “gelosia” nei confronti delle attenzioni date dalla madre verso i due figli più grandi, avuti da una relazione precedente.

Relazione precedente che, nel frangente, è rimasta impotente nell’accogliere e accettare le terribili notizie di nera: il padre dei due bambini, Felice Dorice, era da tempo escluso dalla nuova vita di Casa e gli era vietato avere contatti con i propri figli. Oggi, incredulo, «non [riesce] a dare una spiegazione a questa tragedia, non capisc[e] tanta crudeltà». E aggiunge che «se Valentina non ha mai denunciato deve pagare anche lei».

Pagare, certamente – ma nell’opinione pubblica, oltre alla voglia di giustizia, si respira piuttosto una sensazione di sconforto e impotenza, quella di una situazione di degrado per la quale è stato impossibile, per chiunque, fare alcunché prima che questa giungesse a una tragica conclusione. E che sarebbe forse proseguita, come un ciclo perverso che si nutre dell’indifferenza altrui e del disagio. Essoubti diceva ai propri amici di Facebook di amare i figli, e che la storia con Valentina l’avesse cambiato; aveva detto cose simili, su un precedente profilo Facebook, riguardo una precedente compagna e altri figli. Un ciclo che alla fine è stato spezzato, ma purtroppo nel peggior modo possibile.

Ci si può solo concentrare sulle speranze per Noemi, che ora sta affrontando un intervento di ricostruzione facciale, e negli sforzi che spettano allo Stato per far sì che le due bambine possano proseguire con la scuola dell’obbligo, e crescere in un ambiente familiare sicuro.

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