Lo sciacallaggio politico è solo un altro virus

I numeri dell’emergenza pandemica da COVID-19 non accennano a calare, ma non sono nemmeno in quella fase di crescita esponenziale che si sarebbe temuta se il governo non fosse intervenuto: per dirla con una frase tratta da Chernobyl, la serie ispirata ai tragici eventi di un’emergenza di ben altro tipo: «not great, not terrible, but not great».

Inutile ribadirlo: si tratta di un evento nuovo e oscuro, almeno per i nostri tempi: il governo italiano – e i suoi pari in tutto il globo – non possono che arrancare nel buio, combattendo i nuovi problemi man mano che questi si verificano. In primis, c’è stata la decisione di imporre il lockdown al Nord Italia e poi a tutto il Paese; limitare gli spostamenti, le attività produttive, le vendite al dettaglio; imporre una sospensione delle libertà individuali e dei diritti civili.

Per ultima, in ordine cronologico, c’è stata la risposta agli eventi di Palermo, dove un supermercato è stato preso d’assalto costringendo all’intervento delle forze dell’ordine. Il messaggio è chiaro: sono passate più di due settimane e la gente comincia ad aver fame. È un’eventualità terribile, che nessuno vorrebbe vedere in un Paese come l’Italia negli anni Venti del XXI secolo. Ma è lì, dietro l’angolo, nei pensieri di chi, precario, cassintegrato o disoccupato, digerirà peggio di tutti la fase di blocco totale del Paese.

Ma, come si diceva, la risposta del governo Conte è stata immediata: 4,5 miliardi in aiuti alimentari alle famiglie in difficoltà. L’ennesima misura attuata tramite decreto legge, e non la prima che ha fatto discutere le opposizioni. Matteo Salvini tuona, dal suo telematico trono su Twitter: «Sono solo 7 euro a testa», ma sbagliando completamente i calcoli, poiché l’aiuto non va a tutti i cittadini italiani, bensì solo alle famiglie in difficoltà.

Del suo stesso avviso, per motivi diversi, Giorgia Meloni, che aveva qualche giorno fa applaudito alla decisione del presidente siciliano Musumeci di stanziare un simile bonus famiglie a livello regionale, ma ora critica l’identica decisione presa dal governo su scala nazionale.

La domanda che viene istintivo porsi è: ma sarà mai il momento? Gli italiani, per fortuna, appaiono saturi di questo show che già in tempi di normalità tende a dar la nausea, a distruggere il dibattito politico nazionale e creare capri espiatori, rancore e bufale.

Proprio come nel caso del Tg Leonardo, di qualche giorno fa, sempre con Salvini e Meloni a citare la puntata di cinque anni fa nella quale era discussa la bioingegneria su un coronavirus proveniente dai pipistrelli a Wuhan. Un complotto smentito da tutti – Tg Leonardo compreso – nel giro di poche ore, e un virus completamente diverso da quello che sta scatenando l’inferno nel mondo. D’altra parte era già stato confermato da più studi scientifici come il SARS-CoV-2 abbia origine – purtroppo – interamente naturale.

Quel che è chiaro, in quest’annata confusa e preoccupata, è che non sia il momento per lo sciacallaggio politico, per la polemica a ogni costo, per il populismo fatto per creare tensione e rabbia. No, grazie – già di tensione ve n’è troppa, in giro. Lo sciacallaggio politico è solo un altro virus, dal quale non possiamo distanziarci socialmente perché invade i nostri feed sui social network, perché crea dubbi nelle menti di chi ci è vicino nelle parole e non nel fisico. Ma che può – e deve – essere contenuto prima di diventare una piaga di tipo completamente diverso.

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares