Hollywood vs. Netflix: la lotta continua Fango contro Netflix.

Ma la forza della scelta sta in chi ne usufruisce.

Le più grandi e storiche industrie del cinema, specie quelle hollywoodiane, hanno mosso un gran polverone a sfavore della nuova era dello streaming. La società nel mirino è Netflix, la quale vanta, stando ai numeri di Aprile 2018, ben 125 milioni di abbonati. I disaccordi e gli episodi di rifiuto sono stati numerosissimi, come ad esempio durante il festival di Cannes, appena apparso il logo della piattaforma durante la proiezione di The Meyerowitz Stories, un gran numero di spettatori ha fischiato e inveito. Il direttore del festival, Thierry Frémaux, è stato chiaro: sì alle proiezioni Netflix ma niente Palma D’Oro. D’altro canto, anche in Italia c’è chi si schiera contro la salvaguardia della sala, ma senza successo. È inutile pensare che il cinema sia solo fruibile all’interno dei multiplex, si rischierebbe di cadere in un luogo comune non veritiero: in primis, c’è da specificare che il cinema si definisce dentro la storia dei media ed è in continua trasformazione, al passo con l’attuale società definita dai sociologi “liquida”. In secundis, è bene ricordare che il cinema delle origini – quello dei primi anni del Novecento – veniva visto singolarmente, pagando il biglietto ed entrando in una cabina da soli. Netflix ha ricevuto otto nomination per l’Oscar, meritatissime. C’è da dire che purtroppo alcuni ancora confondono due termini totalmente opposti: lo streaming e la pirateria: guardare film online non è affatto un reato, se si paga il regolare abbonamento. Chiaro è che se si scaricano film torrent o da siti downloader lo è.

Se la maggior parte degli amanti del cinema e delle serie tv hanno scelto di abbonarsi alle piattaforme streaming, significa che si sta rispondendo a nuove esigenze della società che, come detto, è in continuo cambiamento. C’è anche chi preferisce andare in sala per poi essere abbonato allo streaming; le grandi regole di mercato le fa chi consuma.

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