La storia di Luca Sacchi, ucciso a 24 anni per proteggere la sua fidanzata, è stato l’ennesimo spaccato sul degrado romano che l’opinione pubblica si è ritrovata ad affrontare nel corso dell’ultima settimana. Non solo, però: per molti è stata anche un’ottima occasione, persa, per pensare prima di agire e – soprattutto – di scrivere.
Il caso, di per sé, è stato certamente tragico e degno di comparire nelle pagine di nera a livello nazionale; ma la reazione da parte di certa stampa e, in certa misura, della Polizia stessa, è stata quantomeno opinabile, se non addirittura stroncabile.
Già il giorno successivo all’omicidio a mano armata, è Open la prima testata a distinguersi in tal senso: un’autrice della testata diretta da Enrico Mentana firma un articolo sull’omicidio che con esso ha poco o nulla a che fare. Uno spaccato della vita “virtuale” di Luca Sacchi, che va a scavare e recuperare post su Facebook di anni fa. Si calca non solo sulle preferenze musicali per un Jimi Hendrix scritto erratamente nell’articolo, ma in particolare sulle tendenze sovraniste del giovane ucciso.
L’autrice, incalzata su un social a riguardo, avrebbe risposto malamente a chi la accusava di aver banchettato su un cadavere ancora caldo e in modo antiprofessionale; prima di eliminare il proprio profilo sul social network, avrebbe detto che il suo lavoro consisteva anche in questo. Difficile, però, darle ragione.
Ma non è l’unico caso degli ultimi giorni: come al solito, e in maniera simile al caso del carabiniere Mario Cerciello Rega, i dettagli delle indagini vengono allo scoperto – come è normale che sia – solo dopo un certo tempo. Ma è più facile, per qualcuno, cavalcare l’onda e cercare di tirare fuori l’esclusiva non confermata per fare scalpore. Si è detto di tutto, su una vicenda che vede quattro ragazzi legati da un terribile sparo: dallo scippo violento, allo scambio di droga. Ma, nel rispetto tanto della vittima quanto degli imputati, sarebbe certamente appropriato – e più consono alla legge quanto alla deontologia – attendere un po’ più prima di compiere certi salti nel vuoto.
Salto compiuto, in termini diversi, anche dal capo della Polizia Gabrielli, che parla delle vittime definendole come «non dei santi», seppur ancora con l’indagine in pieno corso. Nel frattempo, tanto la fidanzata di Sacchi quanto le famiglie della vittima e del presunto omicida aggiungono particolari a una vicenda sulla quale persiste ancora un velo d’ombra. Ed è solo quando la maggior parte dei pezzi sarà al proprio posto che si potranno fare reali giudizi di valore sulla questione.