Ciao Tina, staffetta Gabriella, deputata, sindacalista, Ministra e madre di tutte noi

In questi tempi di disaffezione politica e sfiducia nei confronti delle Istituzioni, di populismo lucrato sull’ignoranza e scarso impegno sociale, la morte di un’altra importante attrice nella lotta di liberazione è un lutto condiviso di cittadinanza, è una grande mancanza nel mondo cattolico, è un’assenza nei modelli viventi al femminile.

Tina Anselmi, classe 1927, è scomparsa il 1. novembre, ma resterà nella Storia quale testimone della sofferente strada verso la libertà, interprete dell’impegno politico a favore della democrazia paritaria e garantista.

Il suo attivismo politico lo scopre giovanissima, nel 1944, quando, ancora liceale, fu costretta dai nazifascisti ad assistere all’impiccagione, per rappresaglia, di 31 prigionieri. Il trauma maturò la decisione di entrare nella resistenza col nome dell’arcangelo Gabriele, cui si ispirò. La staffetta Gabriella, pronta anche ad imbracciare il fucile, partecipa alla brigata Battisti e, nel 1944, aderisce al neocostituito partito della Democrazia Cristiana, ed all’attività sindacale, contribuendo alla nascita della CISL nel 1950. Nel 1963 vicepresidente dell’Unione europea femminile con costante attenzione verso le questioni di genere, la conciliazione familiare e la condizione femminile. Dirigente sindacale, con incarichi crescenti nel partito, viene eletta deputata dal 1968.

Prima donna ad essere nominata Ministra al rilevante Dicastero del Lavoro e previdenza sociale nel 1976 e, più avanti, a quello della Sanità. Incarichi importanti in tempi difficili di composizione tra crisi economica e welfare sociale. Sua la firma della legge 903/77 sulla parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro, sua anche la riforma che introdusse il Servizio Sanitario Nazionale, L.833/78, Presidente della Commissione d’inchiesta sulla loggia massonica P2 nel 1981, Tina Anselmi è stata anche Presidente dell’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia.

Un curriculum che le sarebbe valso l’ascesa al Quirinale, se questo Paese fosse stato pronto a dare merito alle capacità personali. Quest’anno, in occasione della festa della Repubblica e la celebrazione dei settant’anni dal voto alle donne, nonché quarantesimo anniversario del primo giuramento, come ministro, di una donna, Poste Italiane ha emesso un francobollo a lei dedicato.

Di Tina Anselmi piace ricordare non solo l’illustre partecipazione alla Storia della Repubblica, il suo impegno avverso i poteri occulti e le discriminazioni, ma anche la capacità di colloquiare con tutte le parti politiche, anche contrarie e ostili, il profondo rispetto verso le Istituzioni e la capacità di mediazione per giungere alla migliore soluzione per il bene comune. La stima unanime attestata alla sua scomparsa rendono merito a questa donna dalla personalità forte, decisa ed al contempo discreta e profondamente democratica.

Da lei il monito, quanto mai attuale nel corrente dibattito costituzionale: “attente, fate la guardia. Perché le conquiste non sono mai definitive”

Sabrina Cicin

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