Bruxelles sotto assedio

A quattro mesi dagli attentati di Parigi il terrorismo jihadista continua a “sferrare colpi” attaccando questa volta il cuore dell’Europa nella figura della città di Bruxelles. E’ il 22 marzo 2016 sono le 08:00 di mattina Bruxelles si risveglia con due forti esplosioni: una presso l’aeroporto e un’altra presso la stazione della metropolitana di Maalbeek. Fin da subito i collegamenti con gli attentati di Parigi si sono manifestati nell’immediato ma è soprattutto il pensiero dell’arresto di Salah Abdeslam (mandante degli attentati di Parigi) che fa pensare alla rivendicazione da parte dello Stato islamico. E’ una corsa contro il tempo non solo per i tanti morti e feriti che l’attentato ha procurato ma per avere la costruzione esatta della dinamica e dei protagonisti coinvolti. Di certo ci sono tre terroristi morti da kamikaze: due sono i fratelli El Bakraoui, entrambi noti alle forze dell’ordine, che si sono fatti esplodere uno nella metro (Khalid di 27 anni) e l’altro all’aeroporto di Zaventem (Ibrahim). Il terzo, secondo fonti giornalistiche non confermate dalla procura, sarebbe Najim Laachraoui, alias Soufiane Kayal, 24enne di nazionalità belga ritenuto uno tra gli artificieri degli attacchi sia di Bruxelles sia di quelli di Parigi. L’identità degli attentatori è stata scoperta grazie al tassista che li ha portati ieri in aeroporto, sorpreso grazie al fatto che i kamikaze gli avessero impedito di toccare le loro valigie. L’uomo ha comunicato alle forze dell’ordine che il numero di bagagli trasportato dai clienti non corrispondeva agli ordigni esplosi e questo ha fatto scattare in seguito le ricerche ottenendo il ritrovamento di un ordigno non esploso poi neutralizzato dagli artificieri. L’uomo inoltre ha potuto fornire l’indirizzo dove aveva prelevato i suoi passeggeri consentendo così le perquisizioni che hanno portato al ritrovamento di sostanze chimiche e di un ordigno esplosivo contenente chiodi.  Bruxelles sembra essere l’ennesima vittima del terrorismo islamico e soprattutto è un duro colpo non solo ad una città ma ad un intera nazione e un affronto enorme all’Europa istituzionale che deve trovare unita “l’arma vincente” per combattere ed evitare ulteriori tragedie come questa.

Noemi Deroma

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