“Il profumo bruciò i suoi occhi”. Il romanzo d’esordio di Michael Imperioli, un canto sincero sull’adolescenza, quando hai come mentore il rocker maledetto Lou Reed

“Trascorsi le prime settimane di quell’estate nella mansarda del mio amico Willie, a guardarlo fumare erba mentre ascoltava Wish You Were Here dei Pink Floyd. Vi prego di non cercare di leggere alcunché in quel titolo; l’album era mio, ma vi assicuro che non desideravo che mio padre fosse lì o da qualsiasi altra parte. Stesse pure dove si trovava”.

Siamo nell’America degli anni ‘70, l’America dei sogni infranti, l’America delle speranze svanite, e in questa America sospesa sul baratro del vuoto esistenziale, tra un finto conformismo ed una finta ribellione, troviamo il sedicenne Matthew; vive nel Queens, con un padre praticamente assente, una madre perennemente distratta, e con un nonno, come unico punto di riferimento e unica áncora di valori a cui aggrapparsi, in quel suo difficile passaggio adolescenziale.

Ma la morte improvvisa di suo padre, la depressione che coglie poi, sua madre, e l’infarto che si porta via suo nonno, sono gli elementi scatenanti la disgregazione familiare, la fine di ogni normalità, il vuoto esistenziale che lo avvolge e lo attanaglia, in quella sua lunga estate.

A chiudere il cerchio ci penserà sua madre, che intascati i soldi ereditati dalla morte del nonno, si trasferisce con suo figlio nell’East Side; quartiere nuovo, certamente più interessante del suo vecchio Queens, un quartiere tutto da scoprire per Matthew, che provoca in lui, inizialmente, un misto tra spaesamento e curiosità.

“Quelle erano acque inesplorate. La città era per i ricchi o per i poveri e noi non rientravamo in nessuna delle due categorie”.

E anche se la distanza dal Queens è di soli 15 minuti di treno, per Matthew “l’East River sarebbe potuto essere benissimo l’oceano Atlantico”.

Una nuova vita si prospetta per il giovane adolescente, una vita fatta di molte difficoltà, che lo aiuteranno anche a crescere.

Con la scuola non funziona, troppo drammatico l’impatto, e presto l’abbandonerà, anche se qui conoscerà Veronica, una ragazza bella, sveglia ed intelligente, di cui s’innamorerà perdutamente. Inizierà, invece, a lavorare come garzone, presso l’alimentari sotto casa.

Ma è ciò che incontrò nel suo palazzo, che gli cambiò completamente vita: “un tipo basso, smilzo, tutto vestito di nero con grandi occhiali da sole scuri e capelli cortissimi di un biondo sbiadito era entrato incespicando. Indossava una giacca di pelle nera anche se c’erano più di trenta gradi”.

Sembrava “uno di quei tossici che vedevo bighellonare nei pressi della stazione della metropolitana di Roosevelt Avenue”, e, invece, quel tizio così strano, era il mitico Lou Reed, ed abitava nel suo palazzo, qualche piano più su.

L’incontro tra i due fu casuale, ma quel cantante maledetto divenne poi, una figura costante nella vita di Matthew, una sorta di mentore, una figura maschile di riferimento nel difficile passaggio adolescenziale del giovane protagonista.

E questa è l’intrigante trama del romanzo d’esordio di Michael Imperioli, già conosciuto al pubblico nel ruolo di attore e autore della serie televisiva I Soprano.

Michael Imperioli riesce così, nell’impeccabile impresa di dare vita ad un romanzo di formazione che vibra di energia, un romanzo crudo e duro, un romanzo vero e sincero, ironico e beffardo, sincero e autentico, ‘Il profumo bruciò i suo occhi’, edito da Neri Pozza, con l’efficace traduzione di Serena Prina.

Questo romanzo è un incontro d’anime, una sorta di catarsi del protagonista adolescenziale, dopo essere disceso negli abissi dell’esistenza umana.

E, accanto a lui, troviamo Lou Reed, il poeta maledetto, l’Angelo del male, il cantore crudo e ironico dei bassifondi metropolitani, dell’ambiguità umana, dei torbidi abissi della droga e della deviazione sessuale, della complessità delle relazioni di coppia e della malinconia esistenziale.

Lui, che abita un paio di piani più su, di Matthew, in quel lussuoso palazzo, diventerà una guida per il giovane disorientato, lo aiuterà nella crescita, lo spingerà a sfiorare i limiti umani del vivere, a superare barriere morali e convincimenti personali, a scandagliare se stesso per scoprire chi sia veramente. Lou Reed non è una guida saggia e ponderata, ma il demone che abita negli abissi più oscuri del nostro Io; è una celebrità, è un cantante rock maledetto, è dedito agli eccessi, dall’alcol alle droghe, alla promiscuità, ma sarà capace di offrire a quel ragazzo un po’ di affetto paterno, un’amicizia sincera, un sostegno nell’affrontare la vita ed i propri demoni.

Da una parte il cantante maledetto, dall’altra la giovane, bella e tenebrosa Veronica, i due fari che illuminano la vita di Matthew.

“Sono giunto a una reale comprensione di chi fosse Lou, di chi fosse Veronica e del perché fossero quello che erano. Perché abbiano fatto quello che hanno fatto. Tutto si riduce a una qualità particolare e speciale che condividevano. Io la chiamo un’acuta sensibilità nei confronti della fragilità umana. Penso fosse qualcosa che per loro diventava insopportabile abbastanza spesso, di modo che erano costretti a trovare dei modi per venirci a patti”.

È un romanzo, questo scritto da Michael Imperioli, pieno di cupezza, illuminato dalla potente e ambigua luce che emana un personaggio straordinario ed unico come Lou Reed, di cui sia il giovane protagonista del romanzo, sia lo scrittore stesso ne sono profondamente affascinati.

Un romanzo che ricorda, per le sue atmosfere, e nel racconto di un’America così lontana, di un mondo così lontano, il romanzo scritto da un’altra rocker maledetta, Patty Smith, Just kids; un romanzo, questo scritto da Michael Imperioli, che la critica made in Usa, ha definito come il ‘Karate Kid ma con l’aggiunta della metanfetamina’.

Un romanzo che saprà colpire la curiosità del lettore e trascinarlo dentro un’avventura esistenziale, che altro non è poi, che la vita stessa.

Perché, “a volte è più facile vivere con la verità dell’immaginazione che con la verità dei fatt

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