Il XXXVII Palio di Sant’Atanasio: fra storia e folklore medievale

Nostalgia del Medioevo? Forse non tutti a Roma sanno che nel quartiere tiburtino, nel quadrilatero idealmente racchiuso fra via dei Durantini, via Filippo Meda, via Sante Bargellini e via Tiburtina, la Chiesa di Sant’Atanasio organizza ogni anno una rievocazione storica medievale, ispirata idealmente al Palio di Siena: il Palio di Sant’Atanasio, giunto quest’anno alla trentasettesima edizione. Le zone del quartiere sono divise, proprio come nella più nota manifestazione toscana, in “Contrade”: ogni anno il Cigno, il Falco, la Lumaca, San Giorgio, la Farfalla, l’Elefante e il Giaguaro si sfidano in un tripudio di colori, costumi e competizioni per eleggere la Contrada più forte dell’anno, in un clima di festa, divertimento e aggregazione sociale di quartiere, un fenomeno sempre più raro di questi tempi.

Quest’anno le iniziative relative al Palio, che solitamente si esauriscono nell’ultimo fine settimana di maggio, si sono tenute durante tutto il quinto mese dell’anno, distribuendosi su tutti i sabati del mese; a organizzare la “kermesse” sono il comitato del Palio e la parrocchia della Chiesa dedicata al santo alessandrino, che da anni tengono vivo il quartiere con questa iniziativa tanto folkloristica e pittoresca quanto allegra e unica nel suo genere, che comprende fra le altre cose tornei sportivi, una lotteria, sfilate medievaleggianti, sbandieratori e stendardi sparsi per tutto il quartiere: ogni piccola zona è colma di addobbi con i colori sociali della rispettiva Contrada, e camminano nel mese di maggio e nelle settimane precedenti al Palio per le vie della zona è impossibile non notare le effigi delle Contrade sventolare dalle finestre di quasi tutti i palazzi!

Da sottolineare inoltre la creatività e l’ingegno dei cittadini del quartiere: dopo alcune edizioni, alcune delle Contrade locali furono costrette a cambiare nome e stemma perché troppo simili a quelle del Palio di Siena, ma seppero ingegnarsi cambiando logo senza perdere la propria identità; fu così che nel 1984 e per gli anni a seguire l’Oca si trasformò in Cigno, il Drago in San Giorgio, il Bruco mutò in Farfalla, l’Aquila in Falco e la Chiocciola si fece chiamare…Lumaca!

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Comments

    • Emma Altobelli
    • 23 Maggio 2019
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    MOLTO interessante! Effettivamente a volte non ci è noto ciò che ci circonda. Inoltre, l’articolo è ben scritto e descrive l’evento in maniera esaustiva.

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