Visita a Loreto

Loreto è una città di circa 12.700 abitanti in provincia di Ancona, sorta alla fine del 1200 con l’arrivo della “Santa Casa” oggi custodita nella cattedrale/basilica.

Ma da dove deriva il suo nome?

Probabilmente, dal fatto che fosse una collina disabitata, coperta da alberi di alloro, della famiglia del laurum, da cui, appunto, Loreto.

Gli abitanti si chiamano laureatani o loretani.

La celebrità della città deriva fondamentalmente dalla devozione Mariana.

Custodisce, infatti, le reliquie della Casa di Maria: “le sacre pietre della Santa Casa della Vergine Maria di Nazareth”.

Casa in cui la Vergine Maria è nata e cresciuta e dove ha ricevuto l’Annunciazione (l’inizio della Chiesa cattolica stessa).

Questa casa è stata portata da Nazareth, dopo un viaggio di 3 anni.

La tradizione vuole che la casa fosse stata trasportata dagli angeli, ma nel 1950/60 vengono compiuti studi approfonditi, sia a Loreto sia a Nazareth ed effettivamente, questa casa viene da Nazareth ed è stata trasportata dalla famiglia Angeli.

Da documenti antichi del 1.400 sappiamo che la casa arrivò qui nella notte tra il 9 e il 10 dicembre del 1294.

Sappiamo anche che era partita da Nazareth nel 1291, data fatidica per le Crociate: a quella data infatti risale la sconfitta dei Crociati che devono andare via dalla Terra Santa, anche se riescono a portarsi via parecchie reliquie. Qui si inserisce la famiglia Angeli: il cavaliere crociato Niceforo Angelo, il despota dell’Epiro (Albania), imparentato con la famiglia degli imperatori bizantini. È lui che si occupa di salvare la casa dell’Annunciazione, spostandola il più lontano possibile.

Alla stessa epoca risale anche il forte esodo dalla Terra Santa verso l’Occidente di molte reliquie. La casa arriva in Istria a Tersatto (oggi un quartiere di Rijeka), dove resta per 3 anni e nel 1294 la casa viene spedita finalmente via mare in Italia. In quel periodo infatti si era sposata la la figlia di Niceforo Angeli con Filippo d’Angiò, figlio di Carlo II.

La casa, in pratica, è la dote che lei porterà all’altare.

L’abitazione venne spedita a Napoli dall’Istria, ma non vi arriverà mai: si fermò a Loreto, giungendo al porto di Recanati.

Recanati a quel tempo era una città molto potente e importante, con un vasto territorio che andava dal Castello di Montefiore, alla collina di Recanati, quella dove oggi sorge Loreto, fino ad arrivare al porto.

Si tratta di una reliquia molto importante. È la casa della concezione. Il fulcro della religione Cristiana. Per questo motivo, il Papa aveva giurisdizione sulla reliquia e poteva deciderne a riguardo; tuttavia il papa (Celestino V) in quel momento era a Napoli per celebrare il matrimonio del figlio del re. A Roma, dunque, vi era un vicario del papa che lo sostituiva per queste decisioni: Salvo, vescovo di Recanati.

Lui, furbescamente, fece portare la reliquia presso la sua diocesi, dove tuttora si trova.

In che condizioni giunse questa casa nelle Marche?

In ottime condizioni, per fortuna, considerando che comunque trattandosi di una reliquia importantissima, era sempre stata trattata con la massima attenzione, se non venerazione dovuta ad un oggetto di tale rilievo. Si compone di 3 muri verticali, senza fondamenta (ritrovate a Nazareth) né tetto.

Gli abitanti di Recanati costruirono allora un muro di sostegno per questi tre muri: il cosiddetto “Muro dei recanatesi”. Piano piano, nel tempo, vennero fatti lavori dai Pellegrini intorno alla casa, ma bisogna attendere fino al 1469 per l’inizio della costruzione dell’attuale basilica per volontà del vescovo di Recanati, poi proseguita da Papa Paolo II.

La notizia di una reliquia così importante si sparse subito e, già dopo 15 anni dall’arrivo delle reliquie, si ebbe notizia dei primi pellegrinaggi in gruppi organizzati provenienti da altri Stati.

Due secoli dopo inizia la costruzione della Cattedrale e la città si organizza per accogliere i flussi di pellegrini.

Nel 1500 avviene la posa della grande cupola e la facciata viene terminata nel 1587. Tutto pronto per l’inaugurazione di Papa Sisto V.

Prima dell’arrivo della Santa Casa, Loreto era solo una collina ricca di vegetazione e di alloro.

Geograficamente, è collocata in un’ottima posizione. Si trova a 127 m.s.l.m. e gode di un passaggio eccezionale: vicina al Mare Adriatico, al Monte Conero e alle dolci colline marchigiane.

In 5 minuti si è al mare e in un’ora si può sciare sui Monti Sibillini.

L’attuale Arcivescovo è Monsignor Fabio Dal Cin, che è anche Vescovo di Padova.

In città si trova anche la statua del “Papa buono”, Papa Giovanni XXIII, che venne in visita a Loreto il 4 ottobre 1962. Visita veramente “storica”, perché lui è stato il primo Papa ad uscire dal Vaticano dopo l’Unità di Italia, e anche perché, essendoci stato da seminarista, aveva promesso a sé stesso di non tornarci più…a causa del numero enorme di persone in pellegrinaggio!

Tutti i giorni a mezzogiorno, a Loreto, si recita l’Angelus, in Piazza della Madonna, che è il fulcro di Loreto, circondata dal Santuario della Santa Casa, dominata dal Palazzo Apostolico e dalla Basilica. Basilica edificata fra il 1469 e il 1500, mentre la facciata è stata completata nel 1587 e l’inaugurazione avvenne a opera di Papa Sisto V. A livello architettonico vi sono due elementi importanti: la cupola, realizzata nel 1500 da Giuliano da San Gallo. Si tratta della terza più grande cupola in stile Brunelleschiano (20 metri di diametro). Quando fu costruita era la quarta a livello mondiale dopo: Pantheon, Santa Maria del Fiore e Santa Sofia a Istanbul. L’altra caratteristica architettonica che la contraddistingue è sul lato esterno ed è il camminamento di ronda che fa tutto il giro della chiesa, tranne la facciata. Una struttura prettamente militare, usata dai soldati per i controlli. Questo camminamento risale al 1480/1490.

Una chiesa-fortezza, insomma, perché originariamente la chiesa era stata progettata per essere un luogo religiosa, ma dieci anni dopo, si seppe che nell’Adriatico c’erano i turchi e quindi si temeva un assalto. Fu dunque rivisto il progetto: il Cardinale Girolamo Basso della Rovere chiamò i migliori architetti militari del tempo, come Baccio Pontelli, Francesco Di Giorgio Martini, Pietro Morosi e, soprattutto, Giuliano Da Maiano, che modificarono il progetto originario della chiesa, aggiungendo il camminamento di ronda e alzando la soffitta per renderla abitabile. Sarà Da Maiano a fare anche il tamburo della cupola.

Questi lavori di militarizzazione, che donano un profilo da “fortezza” alla chiesa, rendono la Basilica di Loreto l’unica basilica italiana fortificata.

La Proloco ha attualmente in gestione la visita al camminamento di ronda.

Nel 1500 la chiesa venne finita e datano a quei tempi le decorazioni interne ed esterne che nei secoli verranno seguite direttamente dai Papi: Bramante sarà il primo, inviato da Giulio II Della Rovere, che si recò personalmente a Loreto e progetterà la piazza e il palazzo apostolico.

Oggi, è l’ordine dei cappuccini ad abitare il palazzo apostolico.

Nel secondo piano del palazzo apostolico vi era l’appartamento per i Papi che venivano in visita a Loreto, fino alla visita del “Papa buono”; dopodiché è diventato il museo-pinacoteca della Santa Casa e ospita opere d’arte varie: arazzi raffaelleschi risalenti alla prima metà del 1600 (5×4 m), una collezione di vasi di maiolica del 1500, arredi dell’antica spezieria (farmacia), quadri di Lorenzo Lotto (morto a Loreto nel 1556, come oblato – frate laico – della Vergine).

La fontana è di Carlo Maderno (1604-1614), assieme a Giovanni Fontana: considerata un gioiello di arte barocca. Aveva anche funzioni pratiche: serviva per abbeverare e permettere ai viandanti di lavarsi.

Un acquedotto di 5 km portava qui l’acqua da Recanati.

Nel 1920 Benedetto XV dichiarò la Madonna di Loreto Patrona dell’Aviazione. L’anno scorso (2020) Papa Francesco ha concesso un Giubileo unico per Loreto, prorogato anche per il 2021.

Nel 1750 Benedetto XIV decise di far costruire un vero campanile e incaricò il Vanvitelli, che in 5 anni realizzò l’opera e poi si recò a edificare la Reggia di Caserta.

Tutti i luoghi e le cose importanti di Loreto si trovano in questa piazza, che ospita l opere dei migliori artisti dei vari periodi. Soprattutto, del periodo rinascimentale. Gli artisti che lavoravano a Roma, infatti, andavano poi a Loreto, che era quindi una “piccola Roma”.

I portali del Giubileo del 1600 sono secondi solo a quelli del Battistero di Firenze, opera dei fratelli Girolamo e Alberto Lombardo.

Papa Sisto V liberò Loreto da Recanati: nel 1587 emanò una Bolla, elevandola al rango di Città e di Diocesi. Nel 1800, invece, la Cattedrale diventò Basilica.

Agli inizi del 1600 si decise di costruire una sala per il tesoro degli ex voto dei Pellegrini: il progetto fu vinto dal Pomarancio e rappresentò la vita di Maria in vari episodi. Anche la crocifissione è opera del Pomarancio.

Vi si trovano anche alcuni armadi costruiti di Andrea Costa, con ricorrenti fregi di galletti (fatti quando era il responsabile era Antonio Maria Gallo).

Nel 1797 la città di Loreto passa sotto il dominio di Napoleone, che fa razzia di molti tesori, per cui oggi non vi sono più questi ex voto.

Attualmente la sala è definita la “Cappella Sistina delle Marche” (24x14x14) e assomiglia anche alla Cappella Paolina.

Tornando nella zona della sagrestia, troviamo vari dipinti, tra cui uno di Guido Reni, la Scuola delle Vergini, copia-studio di un’opera che si trova all’Ermitage.

I dipinti della cupola sono di Cesare Maccari: cherubini, invocazioni a Maria delle litanie lauretane, nel tamburo c’è la storia dell’immacolata concezione (1584). Per la realizzazione di quest’opera sono stati necessari di 17 anni di lavori (1890-1907).

I marmi della Santa Casa sono di Carrara.

Il progetto è di Bramante e vengono coinvolti i migliori artisti del periodo.

Nel 1514 Bramante muore e viene sostituito da Andrea Sansovino che dirige e porta avanti in prima persona i lavori, realizzando le statue dei momenti salienti della vita di Maria su ispirazione della Sala del Tesoro, oltre alle statue di sibille e profeti. Ci sono voluti 40 anni per realizzare le statue grandi di Maria Vergine e 20 per le statue che risalgono al 1580.

Un’opera realizzata, decisamente, “a più mani”, in un’impresa che ricorda l’edificazione dell’Ara Pacis. Un’opera rinascimentale unica.

La Santa Casa è circondata da un gradino, consunto, deformato dalle ginocchia dei moltissimi/e fedeli che, strisciandovi sopra, negli anni, hanno scavato come delle incisioni.

La Cupola e le cappelle absidali vennero affrescate nella seconda metà del 1400. Mentre all’Antica sagrestia lavorò Menozzo da Forlì, nel 1467 senza tuttavia ultimarne i lavori a causa del mancato pagamento dei lavori. La sua opera si caratterizza per il grande senso della prospettiva, con 8 grandi angeli che fluttuano sopra le finestre. Prospettiva, archi, ingresso di Gesù a Gerusalemme sono dettagli imprtanti e apprezzati di questo lavoro. Menozzo lascia la sua firma di artista attraverso un suo autoritratto. Da qui il detto “ci metto la faccia”.

Altro artista che affrescò le pareti della Basilica è Signorelli.

Le cappelle absidali infatti sono 9, tutte attorno alla Santa Casa.

Quasi tutte sono state ridecorate dopo il restauro di fine 1800, con l’attribuzione delle nazionalità, poiché sono state affrescate grazie alle offerte di/delle fedeli svizzeri/e, spagnoli/e, portoghesi e di altri Paesi. Per questo motivo il Santuario è chiamato “Santuario internazionale”, poiché è stato supportato con il contributo economico importante da parte di tanti Stati.

Altra sagrestia è quella dedicata a S. Giovanni Evangelista di Luca Signorelli, che vi lavorò dopo Melozzo, nel 1483 circa, realizzando figure di angeli, evangelisti, apostoli in coppia. Stesso Maestro (Piero della Francesca) di Melozzo, anche se la sua prospettiva era a livelli decisamente più bassi.

Nel Santuario, inoltre, si trova l’olio benedetto, come a Lourdes, proveniente dai locali terreni della delegazione pontificia.

Un luogo unico, ricco di bellezze artistiche e di profonda spiritualità. La Casa di Maria, per tutti i cristiani e le cristiane è un po’ “LA Casa” per antonomasia.

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