Un Borsalino sempre in testa

Da sempre la moda è uno strumento per percorrere la strada della libertà di espressione di se stessi. Ma questa non è solo rappresentata in un abito ma anche nei dettagli unici ed iconici che ci permettono di trasformare un look totale adeguato all’occasione.

Una intuizione importante fu quella di Giuseppe Borsalino che nel 1957 creò la sua maison ad Alessandria con un laboratorio specializzato nella produzione di cappelli. Nel 1900 con l’attestato vinto all’”esposition universelle” di Parigi la sua fama crebbe ed il marchio fu conosciuto in tutto il mondo. I cappelli Borsalino sono sinonimo di altissima qualità manifatturiera, rimasta fedele negli anni ad un processo produttivo tramandato in generazioni. La realizzazione di un cappello in feltro richiedeva più di 50 passaggi manuali e 7 settimane di lavorazione, i modelli in paglia intrecciata sono un investimento di 6 mesi per la loro produzione per ogni singolo cappello. Un capo protetto dalla moda perché racchiude una storia importante in quanto non esiste un altro capo simile e il suo design è riconoscibile, una gioia e un vanto per chi lo indossa. Un lusso di un copricapo di altissima qualità indossato con poesia ed eleganza in cui emerge la sua artigianalità e il suo valore reale riconducibile alle tante ore di produzione e alla sua unicità.

Tutto parte dal “pelo vergine”, di coniglio, lepre e castoro, il pelo viene messo in una macchina e soffiato, dopo la soffiatura avviene un processo di impastitura per la formazione delle prime campane di feltro. Si ha la fase successiva della frollatura che rafforza il materiale saldando le fibre tra loro. Le closh che si ottengono vengono sottoposte a controllo per eliminare eventuali difetti e ridotte ulteriormente attraverso il bagnaggio per 12 volte. Ogni closh ha la famosa forma Borsalino che viene data tramite coni di alluminio con una macchina a vapore, mentre la forma arrotondata viene data a mano. Si procede con la tintura con una macchina a pressione atmosferica con temperature di ebollizione. I cappelli vengono asciugati in celle durante la notte. Subito dopo vi è la pomiciatura in cui la superficie del cappello viene lavorata tramite macchine speciali tagliati e smeringati. Il Borsalino viene poi sottoposto ad una fiamma per alcuni secondi per eliminare i piccoli difetti, tagliata successivamente la parte più esterna del cappello con un cerchio in ferro che ne delimita la misura, e ancora scaldato per dare la piega Borsalino.

Ultima fase la stiratura del cappello, si aggiunge il logo e in fine dopo un ultimo controllo qualità viene spedito al fortunato che lo indosserà. È un cappello tutto italiano che ha avuto un grande successo in Giappone e negli Stati Uniti, creato dalla fibra della palma tokiana che cresce in Ecuador nel Sud-America. Un lavoro manuale dell’intreccio delle fibre che va dai due ai sei mesi. All’estero vi è una richiesta alta e costante, un capo molto amato da gente dello spettacolo nelle sue diverse varianti. Il modello in feltro è il più rappresentativo come icona di eleganza ha “vestito” le teste di principi e capi di stato, ma soprattutto miti del cinema come Humphrey DeForest Bogart e Johnny Depp. E come non dimenticare il film Borsalino, un cult con Jean-Paul Belmondo e Alain Delon, diretto da Jacques Deray in un giallo drammatico. Insomma un “Mambo” per così dire, il Panama intramontabile, simbolo dei paesi caldi, è stato un cappello indossato dal grande scrittore Ernest Hemingway, amato da Sean Connery e indossato da Carlo d’Inghilterra, è un cappello da uomo ma spesso utilizzato anche dalle donne, di colore bianco o panna, il suo nome Panama deriva dal canale di Panama che unisce l’Oceano Pacifico all’Oceano Indiano, vede il suo successo nel finire dell’ottocento come simbolo di eleganza nel suo classico intramontabile. Questa azienda che da oltre 160 anni esporta il Made in Italy in tutto il mondo è in procedura fallimentare dal 18 dicembre 2017 e con il marchio utilizzato dalla società Haeres Equita che ha preso in affitto il ramo dell’azienda dal 2015, garantendo la prosecuzione dell’attività, nel luglio 2018 è acquisita all’asta curata dai curatori fallimentari proprio dalla Haeres Equita presieduta dall’imprenditore Italo-Svizzaro Philippe Camperio.

Ci auguriamo tutti che questo meraviglioso brand italiano possa continuare a mantenere la sua produzione inalterata, dall’intuizione di Giuseppe Borsalino e da quel famoso gesto storico che richiedeva di togliersi il cappello di fronte ad una donna, che è rimasto simbolo di pura eleganza.

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