Un altro grande che se ne va

Questo 2020 si apre con duro colpo al mondo del giornalismo italiano: oggi, 12 gennaio, a Roma, si è spento Giampaolo Pansa.

Giornalista, scrittore, saggista, opinionista, ha raccontato per oltre mezzo secolo la storia del nostro Paese, sulle pagine dei principali quotidiani e settimanali italiani: da “La Stampa”, a “La Repubblica”, passando per “Il Giorno”, “Il Messaggero”, fino a “L’Espresso”, “Panorama”, “Il Riformista” e molti altri.

Nativo di Casale Monferrato, Pansa si laureò in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Torino con una tesi intitolata “Guerra partigiana tra Genova e il Po”. Durante quegli anni universitari, fu anche allievo di Alessandro Galante Garrone, professore ordinario di Storia Moderna e Contemporanea, che lo spinse verso gli studi storici sulla Seconda guerra mondiale e sulla Resistenza italiana, cui dedicò poi buona parte dei suoi impegni letterari.

Rimarrà una pietra miliare del nostro tempo, anche grazie ai suoi romanzi e i saggi storici, non privi di polemiche e critiche, talvolta aspre.

Spigoloso, burbero, testardo, da lui hanno studiato moltissimi di coloro che hanno deciso di dedicare la propria vita al giornalismo.

Non un semplice cronista, ma un vero maestro del reportage, capace di inventare uno stile giornalistico avvincente, con un lessico molto personale, in grado di svecchiare la cronaca della politica italiana.

Pansa ha raccontanto senza ipocrisia questo nostro Paese, in maniera colorita, non solo su carta stampata, ma anche in televisione. Soprattutto negli anni ottanta e novanta, infatti, sono stati numerosi i suoi interventi in trasmissioni andate in onda sul piccolo schermo.

Due mogli: Lidia Casalone, da cui ebbe il figlio Alessandro, ex amministratore delegato di Finmeccanica, e la scrittrice Adele Grisendi, con la quale conviveva dal 1989.

Proprio alla prematura scomparsa del figlio, avvenuta l’11 novembre 2017, a soli 55 anni, è legata una delle pagine più tristi da lui scritte: la lettera al figlio, pubblicata dal quotidiano “La Verità” di cui all’epoca era collaboratore.

Da allora, lo sconforto non conobbe sollievo. Fino ad oggi, giorno in cui padre e figlio tornano di nuovo insieme.

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