“Traiano. Costruire l’Impero, creare l’Europa” A 1900 anni dalla morte, i Mercati di Traiano celebrano l’Optimus Princeps attraverso le sue opere civili, il mito dell’Oriente e la conquista della Dacia

Sono passati quasi due millenni, per l’esattezza ben 1900 anni, ma il mito di Traiano, l’imperatore costruttore, il migliore tra i condottieri romani, non è mai tramontato. Un personaggio storico in grado di lasciare un solco profondo in primis nella storia dell’Urbe, e poi anche nella cultura occidentale e cristiana: simbolo di un governare si assoluto, ma giusto e illuminato. La vita eccezionale di un uomo ordinario: primo imperatore non romano di nascita, non apparteneva ad alcuna dinastia imperiale, ma fu scelto per meriti da Nerva come suo successore. Marco Ulpio Traiano (53-117 d.C.) era nato, infatti, lontano da Roma: ispanico di buona famiglia, grande generale e stratega, distintosi in Germania nell’esercito e amato dai suoi soldati. Quando fu chiamato a guidare le sorti della più grande potenza del mondo antico, non era mai stato nella capitale, ma fu in grado di passare alla storia come uno dei migliori statisti di sempre. Unione perfetta tra virtù militari, politiche e amministrative.

Quale luogo migliore quindi per celebrare le sue gesta dei Mercati di Traiano? Un sito unico, dove si può letteralmente passeggiare nella storia dell’Optimus Princeps (ovvero il migliore tra gli imperatori) e godere della vista dei Fori e della Colonna Traiana: un “libro” alto quaranta metri che narra le gloriose vicende della conquista della Dacia da parte dello stesso condottiero. In questo splendido palcoscenico, dal 29 novembre 2017 fino al 16 settembre 2018, la mostra “Traiano Costruire l’Impero, creare l’Europa”, ideata da Claudio Parisi Presicce e curata da Marina Milella, Simone Pastor e Lucrezia Ungaro, narra la vita, i sogni, le conquiste militari, le opere civili e ingegneristiche che hanno contraddistinto l’esistenza di Traiano. Sotto il suo governo, Roma raggiunse la sua massima espansione territoriale ed una grande stabilità amministrativa, imponendosi come patria di tutti. Il percorso espositivo, diviso in 7 sezioni, ha il merito di approfondire e trasmettere ai visitatori l’importanza delle grandi opere pubbliche costruite sotto il suo governo: i nuovi porti di Civitavecchia e di Porto (a Fiumicino), le terme di Colle Oppio e la ricostruzione del Circo Massimo. Grazie ad alcuni modelli provenienti dal Museo della Civiltà Romana e vari apparati multimediali, è possibile vedere anche le costruzioni nel resto d’Italia e nelle Province più remote dell’Impero: si va dagli archi trionfali di Benevento e Ancona, fino al ponte sul Danubio, incredibile opera ingegneristica realizzata da Apollodoro di Damasco (lunga oltre 1000 metri), passando per il rumeno Tropaeum Traiani, monumento commemorativo della vittoria in Dacia, unicum nell’arte provinciale romana.

Sono proprio le grandi conquiste di Traiano in Dacia (l’odierna Romania), infatti, un altro aspetto affrontato dalla mostra. L’eliminazione del temibile Decebalo, la conquista di Sarmizegetusa e l’annessione come provincia, impresse una sostanziale svolta alla storia di quelle terre sulla riva settentrionale del Danubio: la cultura e la lingua latina si imposero superando i secoli, in Romania il processo di “romanizzazione” fu un rapido successo.

Un elemento degno di nota per gli appassionati di storia è l’esplorazione della fortuna della figura di Traiano dopo la sua scomparsa. Il generale era pagano, sicuramente lontano dai dettami di Cristo,

ma il suo personaggio fu in grado di imporsi come emblema di giustizia anche nell’Europa Cristiana del Medioevo, fino a tutta la modernità. Complice di questo fenomeno fu sicuramente papa Gregorio Magno (540-604), che secondo la leggenda, pregò per la salvezza di Traiano per ringraziarlo dell’umiltà e umanità mostrata verso una vedova. L’imperatore è uno dei pochi pagani ammessi nel Paradiso di Dante: la sua anima ha potuto superare il Limbo, grazie alle preghiere del pontefice, dimostrando l’imperscrutabilità della giustizia divina.

Traiano dopo alcune campagne vittoriose in Oriente, dall’Armenia fino all’Arabia, dovette fermare la sua avanzata in Mesopotamia sulle rive del Golfo Persico. L’impero Partico piegato ma mai sconfitto, rivolte interne, sacche di resistenza, e la sua età oramai avanzata, obbligarono, infatti, l’Optimus Princeps ad arrestare la sua corsa verso il sol levante e consolidare le posizioni proprio lì dove invece Alessandro Magno era riuscito ad andare oltre, verso la Persia. Forse l’unico vero rimpianto di Traiano: essere troppo vecchio e stanco per seguire le orme del generale macedone. Anche i più grandi uomini della storia però ad un certo punto vengono sopraffatti dal tempo fugace della loro esistenza. La morte sorprenderà l’imperatore di lì a poco, nel 117 in Asia Minore. La mostra inizia proprio da qui: il corpo di Traiano torna in Italia e viene glorificato a Roma come un eroe. La sua è una cerimonia magnifica, caso unico nella storia dell’Urbe, un trionfo postumo degno solo di Traiano.

TRAIANO. Costruire l’Impero, creare l’Europa

29 novembre 2017 – 16 settembre 2018

Mercati di Traiano, via Quattro Novembre 94

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