TI CON ZERO INCERTEZZA LA SCIENZA DI ROMA TRE STAZIONI PER ARTE – SCIENZA A PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI IN ROMA

TI CON ZERO INCERTEZZA LA SCIENZA DI ROMA

TRE STAZIONI PER ARTE – SCIENZA A PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI IN ROMA

“ Roma è capitale della cultura e città della scienza. Qui è nato il primo museo del mondo, i Capitolini nel 1734, qui tra Ottocento e Novecento hanno vissuto, studiato e lavorato i più grandi scienziati come Vito Volterra, Tullio Levi-Civita. Giuseppe Ponzi, Stanislao Cannizzaro, solo per citarne alcuni. Qui, oggi come allora, hanno sedi enti, istituti, università, scuole, accademie come in nessun’altra città d’Italia e d’Europa. A Roma, ha la sua sede per esempio, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), qui hanno sede tre università statali e circa una quarantina private. Già Quintino Sella nel marzo del 1881 parlava di “Città della scienza”. Scrive Lorenza Fruci, Assessora alla Crescita culturale di Roma Capitale.

Dal 12 ottobre 2021 al 27 febbraio 2022 il Palazzo delle Esposizioni ospita “Tre stazioni per Arte – Scienza”, un progetto determinato da tre differenti mostre: quella storica “La scienza di Roma. Passato presente e futuro di una città”, quella artistica “Ti con zero” e quella della fisica e della ricerca scientifica “Incertezza. Interpretare il presente, prevedere il futuro”. Il progetto nel suo complesso ha origine dall’esigenza di partecipare nel dibattito contemporaneo sulla relazione fra scienza e società che le variazioni climatiche e la pandemia hanno reso di rilevanza basilare.

La rassegna, promossa da ROMA Culture, è creata e organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo con la collaborazione di molteplici istituzioni pubbliche, tra cui INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare a cui si deve la totale progettazione e cura della mostra “Incertezza”; mentre l’esposizione “La scienza di Roma” è stata patrocinata dall’Accademia Nazionale dei Lincei e dalla Sapienza Università di Roma. Gli ambienti espositivi delle tre mostre sono stati ideati dallo Studio Formafantasma.

“Ti con zero”, titolo ricavato da un racconto di Italo Calvino, del 1967, che a sua volta, anticipatore del legame fra letteratura e scienza, rimandava alla notazione matematica con cui si individua l’inizio dell’osservazione di un fenomeno, un attimo di arresto trattenuto nel tempo e nello spazio che si amplia ad illimitate possibilità. Aspetto che si mostra sotto un profilo favorevole in cui possono incontrarsi conoscenza e immaginazione. Algoritmi ed errori generativi, microbi intuitivi ed apparati biologici sintetici, desertificazioni ed esplorazioni spaziali, automazione e spillover, sono solo alcuni dei temi esaminati dagli studi dei trenta artisti, italiani e internazionali, più influenti nell’arte contemporanea in esposizione. La mostra, suddivisa in sette sezioni, è curata da Paola Bonani. Francesca Rachele Oppedisano e Laura Perrone.

L’esposizione: “Incertezza. Interpretare il presente, prevedere il futuro”, tratta alcuni dei numerosi punti di vista di questa categoria essenziale nel mondo naturale e pertanto i metodi, i modi e gli strumenti che la scienza, facendo riferimento ad essa, ha prodotto per gestirla nella maniera più incisiva possibile. La categoria dell’incertezza pervade l’immagine scientifica moderna e soprattutto, specificatamente, quelle scienze che sono, impropriamente, denominate esatte. Le notizie sul mondo, appunto, sono oggetto di osservazioni e misure che contengono sempre un limite di incertezza. Però l’incertezza non è unicamente una nozione scientifica, ma è un aspetto fondamentale della nostra vita. Le veloci mutazioni attuali e in forma ancora più violenta, le conseguenze sulla nostra esistenza della odierna pandemia, hanno determinato permanente e durevole il concetto dell’incertezza, ponendolo al centro dei modi di rappresentazione della nostra epoca moderna. La mostra Incertezza è distinta da sette sezioni tematiche,

che porteranno il visitatore a conoscere come il tema dell’incertezza si incroci con i metodi ed i modelli, attraverso cui, la scienza, ci consente di capire la realtà e di prevedere manifestazioni naturali e sociali. La rassegna è stata creata con la partecipazione di EGO European Gravitational Observatory, EPlcx lab-INSERM Institut National de la Santè et de la Recherche Mèdicale, GSSI Gran Sasso Science Institute, e Sony CSL Paris, e la la collaborazione di Società Coooperativa Bilanciai e curata da INFN, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Vincenzo Barone, Fernando Ferroni, Vincenzo Napolano, Antonella Veraschin.

Fabrizio Rufo, del Dipartimento di Biologia ambientale della Sapienza, insieme a Stefano Papi, divulgatore scientifico e paleontologo, si sono dedicati alla realizzazione della mostra “La scienza di Roma. Passato presente e futuro di una città”, e hanno costituito l’esposizione che ha come scopo ed elemento fondamentale quello di descrivere la storia delle idee scientifiche e la loro influenza nella società tramite gli importanti scienziati che nella capitale hanno svolto la loro attività con le loro rilevanti scoperte. Roma in realtà, è stata scenario di importanti avvenimenti storico – scientifici di epoca precedente, che ha avuto personaggi di altissimo livello come: Galileo Galilei, Niccolò Copernico, Angelo Secchi, Enrico Fermi, Guglielmo Marconi ecc., trasformando la capitale in uno snodo imprescindibile della storia dell’astrofisica e della fisica nucleare, ma anche della matematica e della medicina. Ricchi manufatti, strumenti di ricerca, documenti, immagini, diagrammi e un’approfondita dotazione didattica raccontano le molte vicende di una città della razionalità empirica, del calcolo e dell’esplorazione scientifica.

Entrando nell’esposizione, al primo piano, l’ospite sarà catapultato in un percorso nel tempo che lo condurrà alla fine dell’Ottocento, ascoltando direttamente la voce di Quintino Sella, ministro dell’Istruzione e delle Finanze nel neonato regno d’Italia, che in un dialogo del 1881 con Theodor Mommsen afferma di voler fare della capitale del Regno “una città della scienza”.

La rassegna è organizzata in nove sezioni. Le prime sette sono di sfera puramente disciplinare, scienze della Terra, antropologia, chimica, matematica, biologia, medicina, astronomia e fisica, l’ottava è un “cameo” sulla Roma seicentesca di Galileo Galilei e Athanasius Kircher e la nona dà un’immagine del presente e del futuro della scienza nella città eterna mediante le rilevanti ricerche e progetti che in questo ultimo periodo si stanno compiendo nella capitale.

Nella prima sala sono presenti vari resti fossili della “Roma prima di Roma”, tra cui il cranio di Saccopastore del Neanderthal, di una giovane donna che visse 100000 anni fa e i resti fossili di Elephas antiquus, un elefante preistorico, scoperti durante gli scavi di via dell’Impero accanto al Colosseo. In esposizione anche gli antichi strumenti per la rilevazione dei terremoti e le carte geologiche di Giuseppe Ponzi.

Nella sezione della chimica, la personalità di spicco è Stanislao Cannizzaro; anche mostrati gli strumenti del laboratorio di chimica di via Panisperna, fondato appunto dallo scienziato siciliano. E’ da ricordare che nell’Istituto di via Panisperna si forma un’intera generazione di chimici provenienti dall’intero Paese, che saranno professori nelle più grandi e importanti università italiane e studiosi di importanza internazionale. Anche presenti: un Sunto di un corso di filosofia chimica di Stanislao Cannizzaro, una lettera di Dmitrij Ivanovic Mendeleev a Stanislao Cannizzaro del 1904, pubblicata nel 1858, in cui riporta la “Legge degli atomi”, una delle più rilevanti rivoluzioni nella materia della chimica, una lettera di Quintino Sella sempre indirizzata al grande scienziato, del 1873, e una serie di manifesti pubblicitari dell’industria chimica italiana.

Nella sezione della matematica vi sono numerosissimi oggetti riguardanti la relazione fra matematica, bellezza ed equilibrio delle architetture di Roma. Esposto un modello, scala 1:75, in sezione del Pantheon del 1996, ed un progetto per il Palazzetto dello Sport di Roma di Pier Luigi Nervi. Citiamo ancora un abaco

di età romana imperiale e la macchina Enigma, del 1939, organismo per criptare e decriptare messaggi, sviluppato in Germania, ispirato al disco cifrante di Leon Battista Alberti.

La sezione quarta, incentrata sulla biologia e sulla medicina, descrive la storia della lotta alla malaria, malattia che attaccava duramente il territorio romano, debellata, fra gli altri dalle scoperte di Giovan Battista Grassi. Termina la sezione con la nascita dell’Istituto Superiore di Sanità, del 1934, e dei due premi Nobel che vi lavorarono: Daniel Bovet e Ernst Chain.

La sezione dell’astronomia è rappresentata dal gesuita Angelo Secchi, 1818 – 1878, il quale fondava nella città laziale a metà dell’Ottocento, l’astrofisica. In mostra le pubblicazioni originali di questa branca ed i grandi telescopi dell’epoca tra cui il telescopio rifrattore acromatico Cauchoix, 1825, di grande importanza nella storia dell’astrofisica solare e stellare e il telescopio riflettore newtoniano di Angelo Lusverg, del 1835.

Nella sezione della chimica si possono ammirare il radiotrasmettitore di Guglielmo Marconi, premio Nobel del 1909, a onde medie con cuffie e telegrafo, 1919 – 1923, e gli strumenti originali dei “ragazzi di via Panisperna” guidati da Enrico Fermi che dettero inizio alla rivoluzione nucleare.

Sul ballatoio sono ubicati due dei quattro stadi di uno dei razzi Scout, del 1970, che partirono dalla base aerospaziale San Marco in Kenya ed altra strumentazione della Scuola di ingegneria aerospaziale della Sapienza.

Nella sezione successiva, l’ottava, si torna indietro nel tempo in una sala che i curatori chiamano un “cameo”, come ho prima citato. Ci ritroviamo così nella Roma del Seicento, centro della controversia fra Galileo e la chiesa sul tema cosmologico, ricostituito mediante i prestiti dell’Inaf e di altre collezioni. Gli ospiti contempleranno un manoscritto originale del Sidereus Nuncius con alcuni acquerelli delle fasi lunari disegnati da Galileo, oltre la strumentazione scientifica originale dell’epoca dell’Osservatorio astronomico di Roma, come i cannocchiali di Divini e Campani e le edizioni originali del “De revolutionibus orbium coelestium” di Copernico e del Dialogo di Galileo e le splendide tavole sciateriche dipinte a mano da Athanasius Kircher, prima di ritrovarci nell’ultima sezione.

In conclusione, la nona sezione: la scienza del futuro, esibisce alcune delle ricerche più rilevanti degli ultimi anni della capitale. Al suo interno, l’orto spaziale: GREEN CUBE, realizzato da ENEA – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, un micro – orto per coltivare verdure fresche prodotte per le future esplorazioni spaziali, il modello di cervello in 3D, la Sorgente di stati fotonici per computazione e comunicazione, il telescopio CTA per la ricerca astrofisica e altri manufatti.

Le rassegne sono accompagnate da un vasto programma di laboratori, conferenze, eventi e rassegne cinematografiche, nonché da un considerevole palinsesto digitale.

Le tre mostre vogliono aprire le porte di Palazzo delle Esposizioni ad una molteplicità di visitatori che possano comprenderlo e interpretarlo come ambiente di sviluppo e per suscitare nuove ed inaspettate collaborazioni nel rapporto fra settori differenti quali la storia, l’arte e la scienza. E tramite l’effigie e l’identità della storia di Roma la scienza si rivela basilare anche per sostenere le prove tragiche della nostra epoca contemporanea.

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