The Batman: quando l’azione incontra il film d’autore

Si può sintetizzare un film in una sola frase? Chissà, di certo si può dire che questo non è ‘un film su Batman’ ma il The Batman di Matt Reeves. Bisogna spogliarsi dell’immaginario sul film d’azione, bisogna lasciare da parte il genio di Nolan perché questo è un modo nuovo di concepire il cinecomic.

Ambientazione cupa da film poliziesco/noir, il racconto intimista di Bruce Wayne lasciato a pagine di un diario e non al deja-vù, pagine scritte da Matt Reeves e Paul Craig che hanno impresse le parole della sceneggiatura d’autore, quella volutamente dilatata nei tempi per farti entrare dentro, in modo capillare, ogni singola parola, regia con inquadrature strettissime e da campi lunghi per far vivere allo spettatore la realtà che vive il protagonista. Il Main Theme affidato a Something in the way dei Nirvana sottolinea la centralità della pellicola: le origini dell’universo eroico si sono formati nella filosofia del pensiero e non nell’azione.

E’ così che Bruce Wayne (un affascinante e convincente Robert Pattinson) aggiunge al suo ruolo di giustiziere le sfumature intellettive di Poirot. Reso umano all’inverosimile, dall’animo Emo e dall’intelletto di spessore, il viaggio nel personaggio cattura l’attenzione per tutta la durata del film: in tre ore, un dialogo serrato tra ricordi e interrogativi, con lo spazio anche per il fedele collaboratore Alfred, per la prima volta impegnato in un commovente scambio affettivo. Un lavoro sul personaggio, quello di Pattinson, denso e degno di ogni nota positiva possibile.

Non è il solo, tutto il cast ha costruito personaggi che rimarranno impressi nella memoria. In primis L’Enigmista il portatore di follia che spinge Batman a ragionare su indizi e prove. Paul Dano, in cinque minuti, offre la migliore performance sulla follia vista da qualche anno a questa parte. Dall’universo batmaniano si attinge a Pinguin, qui senza quella cattiveria smaliziata e interpretato da un irriconoscibile Colin Farrell. Poi c’è Carmine Falcone, affidato all’elegante e indomito John Turturro, il boss senza scrupoli che muove i fili politici e finanziari di Gotham City. E lei, Zoe Kravitz, bellissima e bravissima Selina Kyle/Catwoman che fa da effetto-specchio al passato dell’uomo pipistrello.

Matt Reeves tira una riga concettuale e estetica nei confronti delle versioni precedenti. Probabilmente, i puri del genere potrebbero non trovare The Batman all’altezza delle aspettative. Bisogna entrare in sala con la consapevolezza di ascoltare un dialogo di Wim Wenders, un omicidio raccontato da Alfred Hitchcock: The Batman è sicuramente un’opera autorale che aggiunge eleganza al cinecomic, senza trascurare quel fil rouge d’azione che àncora i personaggi DC alla memoria collettiva.

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