“Il Futurismo è l’ottimismo artificiale opposto a tutti i pessimismi cronici, è il dinamismo continuo, il divenire perpetuo e la velocità instancabile”. Filippo Tommaso Marinetti “1915 In quest’anno futurista”.
Il Futurismo, prima ancora che arte, è stato una filosofia: un concetto che ha demolito le sicurezze dell’era moderna attraverso la rappresentazione nel futuro di un mondo precedente. Ogni opera e riproduzione artistica è la realizzazione di un’immagine legata all’energia, alla velocità, al progresso.
La Galleria Nazionale d’Arte moderna e Contemporanea, fino al 28 febbraio 2025 presenta la mostra: “Il Tempo del Futurismo”.
La rassegna è promossa e sostenuta dal Ministero della Cultura e curata da Gabriele Simongini, e a ottanta anni dalla scomparsa di Filippo Tommaso Marinetti costituisce un apporto importante al movimento che ha segnato la storia dell’arte e della cultura italiana.
Grazie alla collaborazione del Museo Maxxi, viene aperta nuovamente ai visitatori Casa Balla, la storica abitazione romana del Maestro futurista e perfetto completamento espositivo della retrospettiva, luogo di cui il ministro Giuli ha annunciato a breve l’acquisto.
Non manca infine un ricco programma di visite e work shop dedicati a famiglie e bambini di tutte le età, sono stati infatti elaborati cinque differenti percorsi didattici per avvicinare i giovani al movimento futurista.
Menzioniamo i musei italiani e stranieri tra cui il MoMA, il Metropolitan Museum di New York, Philadelphia Museum of Art, la Estorick Collection di Londra e il Kunstmuseum Den Haag de L’Aia, i quali tramite i loro prestiti hanno generosamente contribuito alla esposizione.
Ricordiamo inoltre che cento opere mostrate fanno parte del patrimonio della Gnam.
Il catalogo sarà pubblicato da Treccani e avrà al suo interno oltre ai saluti istituzionali i testi di Gabriele Simongini, Francesca Barbi Marinetti, Gunter Berghaus, Elena Gigli, Claudio Giorgione, Giovanni Lista, Ada Masoero, Ida Mitrano, Riccardo Notte, Francesco Perfetti e Marcello Veneziani.
L’evento è determinato dal rivalente sostegno dei Main sponsor Autostrade per l’Italia e Enel, degli Sponsor Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane e Unipol Gruppo, del Partner tecnico ACI Storico.
“Questa mostra, per la prima volta, aiuterà il pubblico a comprendere quanto le innovazioni scientifiche e tecnologiche siano state cruciali per la nascita del Futurismo. Il Futurismo, infatti, non si può comprendere solo con quadri e sculture. Per i futuristi l’arte non era un fine ma un mezzo per entrare nella vita quotidiana. Marinetti fu il primo a capire che il modo di vivere stava cambiando grazie a scoperte scientifiche e tecnologiche, in particolare attraverso i concetti di velocità e simultaneità”, spiega Gabriele Simoncini.
La mostra è un itinerario con più di 350 opere tra dipinti, sculture, disegni, oggetti d’arredo, strumenti scientifici e mezzi di trasporto d’epoca, film, oltre a un centinaio fra libri e manifesti.
Essa ideata per essere inclusiva, didattica e multidisciplinare è dedicata al grande pubblico, soprattutto alle nuove generazioni descrivendo appunto i concetti di velocità, di spazio e di distanza propri della società di tale periodo, condizionata dalle innovazioni scientifiche e tecnologiche.
Nella esposizione sono presenti opere di altissimo livello in cui in ogni spazio esprimono la vitalità artistica, la potenza di sperimentazione ma anche l’enorme sapienza formale compositiva di pittori, scultori e grafici che condivisero il Futurismo.
La rassegna occupa i settori 3 e 4 della Gnam, su quattromila metri quadrati di superficie con 26 sale.
L’evento è dotato di un percorso formato da dieci sezioni: “Prima del Futurismo”, “Futurismo analitico e dinamismo plastico”, “Ricostruzione futurista dell’universo”, “Arte meccanica”, “Aeropittura”, “Idealismo cosmico” ed “Eredità del Futurismo dal secondo dopoguerra, oltre a due sezioni tematiche sul cinema e sull’architettura e una sala dossier su Guglielmo Marconi.
Le sezioni tematiche appunto sono impreziosite da manifesti, libri e film che propongono un coinvolgimento globale nel pensiero e nella pratica del movimento.
Il Sole di Giuseppe Pellizza da Volpedo, 1904, e la Lampada ad arco, 1910-1911 circa, di Giacomo Balla, data in prestito eccezionalmente dal MoMA di New York, evidenzia il mutamento epocale attraverso una concezione panica della natura.
Le due tele sono esposte accanto nella stessa sala all’inizio dell’itinerario. Il loro rapporto narra il passaggio tra un’idea di natura strettamente legata all’umano, così come di un’Italia ancora rurale e agricola. L’arrivo della elettrificazione rappresenta la “Modernolatria” di cui parlava Umberto Boccioni, che ha influenzato il Futurismo.
Alcuni mesi dopo la pubblicazione del rivoluzionario manifesto che diede origine al movimento di Marinetti, 1909, Guglielmo Marconi, di cui si commemora quest’anno il 150° anniversario della nascita, riceverà il Premio Nobel della fisica.
L’importante inventore è stato certamente un esponente futurista e precisamente il concetto marinettiano dell’immaginazione senza fili proviene dalla telegrafia senza fili.
E nel momento in cui Filippo Tommaso Marinetti pubblica nel Manifesto: “Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell’assoluto, poiché abbiamo già creata l’eterna velocità omnipresente”, fa emergere l’opinione di quel periodo secondo cui la radiografia e il telefono animavano il tempo e lo spazio.
La relazione tra arte scienza-tecnologia con il focus su Guglielmo Marconi, che si collega idealmente alla significativa mostra organizzata sempre nell’Urbe presso il Vittoriano e a Palazzo Venezia, è riferita infatti sempre alle tematiche sulla velocità e sul sincronismo.
“La simultaneità è per noi la plastica manifestazione di un nuovo assoluto: la velocità; di un nuovo e meraviglioso spettacolo: la vita moderna; di una nuova febbre: la scoperta scientifica”. Umberto Boccioni
Menzioniamo capolavori presenti quali: “Velocità astratta+rumore, Espansione dinamica+velocità, Ponte della velocità, di Giacomo Balla.
Nel 1916 Luigi Russolo scrive “L’arte dei rumori”. Russolo reputa che il rumore nella sua irregolarità sia in grado di richiamare la vita reale e che abbia grandissime potenzialità in quanto, mentre le note sono limitate, i rumori sono infiniti.
Tra le magnifiche opere di Boccioni, Balla e i molteplici protagonisti del movimento vi sono rarità come ad esempio un idrovolante, automobili e motociclette futuriste. L’esposizione infatti evoca il dinamismo e l’idioma di una corrente attraverso una espressività rivoluzionaria e avanguardista.
Citiamo La Fiat Siluro Chiribi, 1913, la Maserati di Tazio Nuvolari e l’idrovolante Macchi Castoldi Mc 72. Gli aereoplani e le motociclette non sono semplici oggetti ma astrazioni di un universo illimitato.
Nell’agosto 1914, l’architetto Antonio Sant’Elia pubblicò su “Lacerba” il manifesto dell’architettura futurista.
“Verrà un tempo forse in cui il quadro non basterà più. Le opere pittoriche saranno forse vorticose architetture sonore e odorose di enormi gas colorati”. Umberto Boccioni
Prevedendo la fusione fra architettura e infrastrutture del sistema dei trasporti, Antonio Sant’Elia attuò quell’ideale di una città “simile ad un immenso cantiere tumultante, agile, mobile, dinamico in ogni sua parte” e una “casa futurista simile ad una macchina gigantesca”, di cemento, di vetro, di ferro.
Precorrendo i sistemi massimalisti dell’architettura contemporanea Sant’Elia crea su diversi piani di circolazione le strade per pedoni, quelle per le automobili e le linee del tram, con ascensori che si ergono lungo i prospetti.
Mario Chiattone si rivolge verso il monumentale e il gigantesco estromettendo le componenti dinamiche mentre Virgilio Marchi esegue una specie di architettura lirica in grado di materializzare gli stati d’animo e i sommovimenti interiori.
Nel settembre 1916 Marinetti, Carrà, Chiti, firmano il manifesto “La Cinematografia futurista”, asserendo anche che il cinema “darà all’intelligenza un prodigioso senso di simultaneità e di omnipresenza (……) offrendo una sintesi alogica e fuggente della vita mondiale”.
Secondo i futuristi il cinema non poteva derivare da uno schema narrativo o da una sceneggiatura ma doveva comprendere i fenomeni in evoluzione del pensiero umano, come la memoria, la visione onirica e l’associazione analogica.
La genesi della Aeropittura futurista è unita alla progressiva trasformazione da paese agricolo industriale, con la produzione aeronautica e quella automobilistica al centro della scena.
La aeropittura, per molto tempo sottovalutata, trova nella rassegna una riconsiderazione che la rapporta alle attuali visioni satellitari e ai droni, rivelando come la prospettiva verticale immaginata dai futuristi sia divenuta parte integrante della nostra quotidianità.
L’idrovolante Macchi Castoldi Mc 72, metafora di splendore e di pregevolezza italiana, nel 1934 sancì il record mondiale di velocità per idrovolanti arrivando ai 709 km/h, una rapidità stupefacente per tale età e a tutt’oggi imbattuta.
La Gnam dopo molti anni torna finalmente a ospitare una retrospettiva pregevole con composizioni eccellenti determinate da una rivoluzionaria cultura artistica futurista.
“L’arte è per noi inseparabile dalla vita. Diventa arte-azione e come tale è la sola capace di forza profetica e divinatrice”. Filippo Tommaso Marinetti