Un volto guarda al passato, l’altro al futuro: proprio come ogni persona che supera la soglia del nuovo anno, attraversando simbolicamente la porta che da dicembre porta a un gennaio ricco di cambiamenti e nuovi propositi.
Sospeso tra passato e futuro, come il dio che gli dà il nome, Gennaio è il mese della ripartenza. È il mese che apre le porte ad un nuovo percorso lungo 12 mesi, dove ognuno dipinge la propria tela fatta di aspettative, rinascite, cambiamenti, traguardi da raggiungere. È il momento del grande freddo, ma anche quello che saluta felice la primavera che si avvicina e alla rinascita della natura.
Molti lo osservano con scetticismo e occhi velati di rimpianti per un passato non pienamente vissuto e paurosi per un futuro incerto e nebuloso proprio come le sue fredde giornate ma E proprio questo a suscitare curiosità e speranza in un anno felice e produttivo.
Dall’antica storia sull’origine e l’etimologia del suo nome, alle tante teorie sul perché si trova in prima posizione nel calendario gregoriano si è molto raccontato tra leggende e storia. C’è chi segue l’idea che essendo Giano il dio dei cambiamenti, non vi sarebbe stato miglior mese per iniziare un nuovo percorso annuale. Un momento di “passaggio”, anche metaforico, che venne probabilmente riconosciuto nel mondo cattolico da papa Gregorio XIII e riconosciuto convenzionalmente come momento iniziale dell’anno nuovo. Una scelta non da tutti condivisa, tanti non festeggiano Capodanno l’1 gennaio, ma comunque ampiamente diffusa.
Ma da dove ha origine il nome del primo mese dell’anno: da una divinità romana, Giano (Ianus in latino). Scelta piuttosto azzeccata se pensa che Giano, rappresentato spesso con due volti, e per questo detto Bifronte, era per gli antichi romani il dio dei nuovi inizi e di ogni forma di passaggio.
Fin quando i romani utilizzarono il calendario lunare, l’anno iniziava al marzo, in concomitanza con l’equinozio di primavera, e gennaio e febbraio non esistevano.
Il calendario romano originale era più breve di quello gregoriano (304 giorni), in quanto i Romani consideravano l’inverno un periodo senza mesi.
Fu Numa Pompilio, il secondo dei leggendari 7 re di Roma, a introdurre i due mesi mancanti, gli unici interamente invernali.
Sì perché al di la di storia e aneddoti, gennaio è un interamente invernale: mese del gelo, storicamente veniva chiamato nel nord Europa “mese del ghiaccio”.
Molti li considerano i più freddi dell’anno, ma perché? Le versioni della leggenda sono molteplici, con sfumature locali piuttosto curiose, utilizzate spesso per allietare i momenti felici dei bambini ma tutte con un elemento in comune: i merli. I simpatici volatili un tempo erano bianchi, ma un rigido inverno cambiò tutto. Il gelo era talmente tanto che un merlo decise di nascondersi dentro un camino per cercare di sopravvivere restandoci per ben tre giorni, uscendo fuori completamente nero a causa della fuliggine.
Quei tre giorni erano proprio quelli che concludevano gennaio, dal 29 al 31. Da allora quei giorni finirono per essere definiti “giorni della merla”.
La tradizione vuole, altresì, che a giorni di fine gennaio particolarmente freddi corrisponda una primavera “anticipata” o comunque mite.
Un tempo dedicato ai lavori manuali di costruzione e riparazione di attrezzi agricoli o alla realizzazione di utensili necessari per la vita domestica quotidiana come cesti, ciotole in legno, zoccoli, mestoli, la vita in questo periodo, se l’annata agraria non era stata buona, poteva essere grama, non offrendo la campagna nessun frutto. In questa stagione ci venivano un tempo offerte dalla natura solo poche verdure fresche come verze, radicchi, cavoli, mentre tra la frutta, tutta raccolta nei mesi precedenti potevamo trovare mele, pere, noci, castagne, nespole e poco altro.
Per i nostri nonni gennaio era il mese del “riposo forzoso”. Le attività dei campi erano ferme per le abbondanti nevicate e si attendeva l’arrivo di una stagione più mite. Nonostante ciò gennaio era un mese importante, di previsioni e bilanci.
Oggi l’inizio dell’anno è sempre percepito come un tempo di grande attività, viene compilata la lista dei buoni propositi e ognuno di noi cerca di rimediare alle mancanze dell’anno appena trascorso.
E allora che aspettare, prendete carta e penna e iniziate a pianificare il vostro meraviglioso futuro fatto di obiettivi di successo, di buoni propositi, di valori da coltivare ogni giorno attraverso la gratitudine, la pazienza e l’amore per ciò che la vita ogni giorno ti darà.