STORIA E ARCHEOLOGIA: LE MERAVIGLIE DEL MUSEO DI PALAZZO ALTEMPS

Nell’antica città rinascimentale, tra piazza Navona e il Tevere si erge il Palazzo Altemps, nell’area urbana, in età romana a nord del Campo Marzio. Un’altana, di Martino Longhi il vecchio (1585), con arcate fra lesene binate, sormontata da quattro obelischi e dallo stemma di Roberto Altemps corona il palazzo, costruito dalla famiglia Riario nella seconda metà del XV secolo, incorporando case ed edifici medievali addossati alla cinta fortificata e di difesa della riva sinistra del fiume. Gli scavi archeologici eseguiti sotto le pavimentazioni hanno individuato il livello di età romana imperiale (II secolo d. c.) alla profondità di 4,5 metri dall’attuale piano di calpestio stradale. Dopo i completamenti curati dalla famiglia Soderini nel secolo XVI, il palazzo fu acquistato da Mark Sittich von Hohenems, importante personaggio diplomatico dell’età della controriforma. Per convenire alla tradizione latina e alla realtà del potere papale il cardinale Mark Sittich acquista nel 1568 il nobile edificio e cambia anche il suo nome in Marcus Sitticus ab Altaemps e in italiano il nome divenne Marco Sittico Altemps. Le variazioni architettoniche sono molte, realizzate da grandi architetti del tempo: la facciata principale a tre piani, marcata agli spigoli da una bugnatura disegnata da Giacomo Della Porta e lo straordinario cortile in travertino e stucco, attribuito ad Antonio da Sangallo il vecchio e a Baldassarre Peruzzi ma ultimato da Martino Longhi il vecchio, cinto da un portico e da eleganti logge nei lati brevi e ornato al pari dello scalone di statue antiche. Per accostarsi all’antichità classica Marco Sittico collezionò nel palazzo un bel numero di sculture creando un museo accompagnato anche da una grande raccolta di manoscritti della Biblioteca Altempsiana, un museum Carthaceum importante e prezioso. Successivamente il nipote Giovanni Angelo Altemps arricchì la collezione di sculture e di manoscritti; nella sua Wunderkammer si poteva ammirare anche una collezione di vasi greci ed etruschi. Nel XVIII secolo la raccolta di antichità iniziò ad essere venduta ad altre nobili famiglie, anche ai Ludovisi, mentre la parte più consistente fu dispersa durante la rivoluzione francese, attualmente alcuni marmi si trovano nei musei del Vaticano, di Parigi, Berlino, Copenhagen e Mosca. Alla fine del secolo XIX il palazzo divenne proprietà del Vaticano per ospitare il Collegio Spagnolo e infine fu acquisito dallo Stato nel 1982 e destinato alla Soprintendenza Archeologica di Roma. Nell’acquisto erano comprese le 15 sculture ancora in situ: 4 grandi statue disposte sotto il portico del cortile, 2 erme e un sarcofago nella fontana, oltre a busti e statue nello scalone d’onore. Successivi restauri complessi e difficili dell’architetto Francesco Scoppola nel 1987 hanno ricreato gli spazi originari, scoprendo nuovi dipinti ed affreschi che vanno dal XIII al XVII secolo di Pasquale Cati, Antonio Circignani detto il Pomarancio, Antonio Viviani e probabilmente Melozzo da Forlì. L’edificio nella sua lunga storia fu anche residenza di ambasciatori stranieri presso la corte papale come il cardinale Ludovico Ludovisi nipote di Papa Gregorio XV, egli aveva raccolto negli anni 1621 – 1623 per la sua villa sul Quirinale, Villa Ludovisi, un importante collezione di statue completate e restaurate da celebri artisti seicenteschi: Gian Lorenzo Bernini, Alessandro Algardi e ippolito Buzzi, acquistando valore formale e patrimoniale. Johann Wolfang Goethe, nel suo viaggio del Grand Tour fece fare un calco della testa di Giunone per poterla contemplare privatamente. La critica estetica neoclassica del Winckelmann racconta le statue con accenti di incantata ammirazione. Alla fine dell’800 per la costruzione dell’odierno quartiere Ludovisi la villa fu demolita con la disapprovazione del mondo internazionale della cultura del tempo. Nel 1901 lo Stato italiano acquistò dal principe Rodolfo Boncompagni Ludovisi la parte più importante della collezione di sculture (104) per il Museo Nazionale ed esse furono prima collocate nel chiostro piccolo delle Terme di Diocleziano e successivamente per l’indebolimento dell’antica struttura muraria del chiostro furono trasferite a Palazzo Altemps.

Oggi Palazzo Altemps è una delle sedi del Museo Nazionale Romano con un’esposizione permanente con raccolte di immenso valore relative all’arte antica della città. Attualmente cinque sono le sedi situate in più punti di Roma, così organizzate dalla Soprintendenza Archeologica di Roma: Palazzo Massimo alle Terme, l’Antiquarium del Palatino, Palazzo Altemps, la Crypta Balbi e le Terme di Diocleziano. Nel museo di Palazzo Altemps sono presenti capolavori prestigiosi di scultura antica appartenenti a collezioni nobiliari famose e di grande prestigio, Il museo custodisce una raccolta di reperti classici secondo parametri che permettono di cogliere gli aspetti stilistici e il gusto del collezionismo nella storia.

Il percorso di visita del Museo Altemps, su due piani, rivela un susseguirsi di sale decorate, un intrigo di scale e corridoi che conducono alla scoperta delle antichità romane che hanno contribuito a fare grande il nome di Roma nel corso dei secoli. Nelle sale del museo archeologico, si respira infatti quella dimensione del passato, mista di certezza assoluta e di ipotesi, che trasmette con il suo evidente fascino dai celebri capolavori. Di particolare valore le collezioni presenti: Altemps, Boncompagni Ludovisi, Mattei, Del Drago Albani, la collezione archeologica di Evan Gorga, la raccolta Egizia fino ad arrivare alle sculture Jandolo, Veneziani, Brancaccio, ai celebri affreschi Pallavicini Rospigliosi. Tra le raccolte cinquecentesche e seicentesche si giunge infine tra i reperti minuti che mostrano il collezionismo archeologico dell’epoca moderna.

La Collezione Altemps raccolta nel 500 dal cardinale Marco Sittico per impreziosire il suo storico edificio romano e accresciuta da suo nipote Angelo era formata da circa 100 opere, solo 15 oggi nell’edificio. Nel cortile esposte 4 grandi sculture: un giovane Ercole, un’atleta in riposo, una Menade e una Demetra, tutte copie di epoca romana da originali greci; 2 erme e un sarcofago decorano la fontana, mentre altre sculture ornano il grandioso scalone.

La Collezione Boncompagni Ludovisi è una raccolta degli anni 1621 – 1623 del cardinale Ludovico Ludovisi per la sua Villa al Quirinale. Oltre le sculture seicentesche ricordiamo le opere più celebri: il Trono Ludovisi ritrovato nel 1887 proveniente da scavi effettuati nell’area della villa e la Galata suicida. Gruppo del Galata che si uccide dopo aver ucciso la moglie, l’importante scultura fu rinvenuta nel giardino della villa insieme al Galata morente (oggi ai Musei Capitolini). Esse sono copie in marmo del gruppo statuario in bronzo dedicato a Pergamo da Attalo nel III secolo a. c., per celebrare le sue vittorie sui Galati dell’Asia Minore. Le copie marmoree sono datate verso la fine del II secolo a. c., portate a Roma per ornare la residenza di Giulio Cesare e celebrare le vittorie sui Galli d’occidente.

La Collezione Mattei è caratterizzata da antiche sculture che decoravano la Villa Mattei sulla collina del Celio (Villa Celimontana). Nei portici del cortile sono esposti il famoso Dace in marmo giallo antico, delle are inscritte, statue e rilievi funerari; nel primo piano una sala ospita tra i vari ritratti il celebre sarcofago con il ratto delle Sabine.

Nella Collezione Del Drago Albani sono presenti gli affreschi della raccolta Pallavicini Rospigliosi donati a Palazzo Altemps nel 1923, rinvenuti agli inizi del 700 esposti attualmente al I piano dell’edificio. Nella loggia meridionale del museo sono presenti anche 4 rilievi della raccolta Del Drago Albani riprodotti fin dal XV secolo, in seguito resi famosi attraverso gli studi di Winckelmann, proprietà dello Stato nel 1964. Da menzionare anche la statua di Afrodite accovacciata (già Jandolo) e la statua di Menade (già Veneziani), opere di appartenenza privata.

La Collezione di Evan Gorga, originale collezionista d’inizio 900, famoso tenore interprete di Rodolfo nella Boheme, riunisce circa 15000 pezzi, 40000 di interesse archeologico. Essi arrivarono al Museo Nazionale Romano nel 1950, opere reperite dal mercato antiquario romano e dell’Italia centro meridionale. La raccolta archeologica attualmente è composta da generi diversi, si va dagli intonaci dipinti ai vetri, dalle tarsie marmoree ai giocattoli, dalle terracotte architettoniche agli oggetti in ceramica e in bronzo, dalle lucerne agli ossi e avori fino ad arrivare ai vasi in pietra dura e alle antichità egizie.

La Collezione Egizia comprende opere antiche del mondo orientale provenienti quasi totalmente da scavi archeologici romani, come il santuario di Iside e Serapide nel Campo Marzio e il santuario siriaco del Gianicolo. Dal Museo Kircheriano, situato negli spazi del Collegio Romano, e dalle collezioni private delle famiglie Brancaccio e Sciarra provengono altri pezzi. E’ presente nella raccolta anche l’artigianato artistico egizio a Roma, inizialmente importato e successivamente realizzato attraverso una moda dell’epoca “in stile egittizzante” creato per ornare gli edifici sacri, le case private e i sepolcri.

Il Museo di Palazzo Altemps è un’opportunità di meditazione nella sua densa trama dell’esperienza archeologica di Roma, per cercare se mai possibile di ritrovarsi nell’olimpica serenità degli dei, a quella “felicità silenziosa e vigile” che derivò a Goethe dalla ammirazione delle antichità romane.

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares