Scheggino una perla nel cuore dell’Umbria tutta da scoprire

Nell’area sud-orientale dell’Umbria, lungo le rive del fiume Nera e nel cuore della suggestiva Valnerina, sorge un borgo a dir poco fiabesco: Scheggino che conta meno di 500 abitanti.

Circondato dal verde dei campi e non lontano da altri piccoli borghi Scheggino è una vera e propria perla situata nella regione “Cuore verde d’Italia” e che prende vita intorno a un regale castello dove tutto si dipinge come in un paese delle fiabe, di quelli costruiti attorno ad antichi castelli, con pittoresche viuzze e casette di pietra. Qui, in questo delizioso borgo medievale, dove la vita scorre lenta e si respira un’aria genuina familiare, forte è la sensazione che si percepisce passeggiando per i suoi stretti vicoli, quasi come se il tempo si sia fermato.

Case in pietra, alte e strette, raccolte proprio ai piedi di una collina e del torrione del castello medievale che ne testimonia la storia.

Un luogo incantato costituto da due parti: la zona bassa che si allunga fino a una stretta  e verdissima valle nella quale sgorga la Fonte di Valcasana, e il borgo vero e proprio che si arrocca sul costone della montagna, proprio sotto a un’antica torre di avvistamento.

Edificato presumibilmente intorno al XII secolo dal Ducato di Spoleto attorno alla fortezza di cinque secoli più vecchia per difendere uno dei tre ponti sul fiume Nera, assolvendo così una funzione di sentinella Scheggino assunse un rilevante ruolo strategico ed economico, nonostante attacchi e saccheggi da parte dei comuni che si ribellarono a Spoleto.

Le cronache raccontano di una vittoriosa resistenza a un assedio tentato dal condottiero Picozzo Brancaleoni (nel 1522) che non riuscì a superare le mura. All’epoca la difesa fu sostenuta unicamente da alcune donne che si scagliarono contro gli aggressori con qualsiasi mezzo, riuscendo così a respingere gli attacchi e salvando il paese.

Evento che viene celebrato ancora oggi e sotto il nome di “Festa delle Donne“: ogni 23 luglio, infatti, Scheggino rende omaggio alle donne eroine di un piccolo borgo dell’Umbria.

Molte le meraviglie da ammirare in questo borgo medievale. Proprio qui, nel centro storico di Scheggino, quasi incastrate tra gli altri edifici in pietra, non potete non fermarvi a visitare le due chiese del borgo, la chiesa di San Nicola costruita nel XIII secolo ed interamente rifatta nel corso del Cinquecento, è ornata da bellissimi affreschi in corrispondenza dellabside attribuibili alla Spagna e quella di Santa Felicita che, pur risalendo al pieno periodo romanico, presenta uno stile architettonico quasi primitivo che ne fece erroneamente attribuire la datazione al periodo longobardo.

Proseguendo tra i vicoli che abbracciano Scheggino è d’obbligo dare uno sguardo ai palazzi storici della cittadina.

Palazzo Graziani, costruito a ridosso della prima cerchia di mura e di una delle torri angolari, è stato residenza padronale a partire dal XVIII secolo.

Più curiosa è poi la struttura del Palazzo comunale di Scheggino: un edificio singolare del XVII secolo, caratterizzato da un piano mansardato con loggia coperta, accanto alla quale fu costruita, in un secondo momento, una moderna torre civica con orologio e campane.

Sull’antica strada della Valnerina, al termine meridionale della Via di Borgo si apre la Porta del Pozzo seicentesca, così chiamata per la presenza di una sorgente. All’estremità opposta della Via si incontra Palazzo Profili, tipico edificio signorile settecentesco che nonostante il suo recete restauro, conserva ancora alcune parti originali, come il portale principale, l’atrio d’ingresso, il cortile con ninfeo e la scala di accesso ai piani superiori.

Sotto un’ala del palazzo si apre la Porta Valcasana del XVI secolo, da dove un tempo si dipartiva un tratto della Via del Ferro, ossia la strada utilizzata per il trasporto dei materiali delle miniere e delle ferriere.

Proseguendo in salita non potete assolutamente perdervi il Castello di Scheggino. Risalente al XIII secolo, il nucleo più antico della fortificazione, detto “Capo la terra”, è stato costruito a ridosso del cassero dell’antica rocca, probabilmente per accogliere gli abitanti del vicino castello-feudale di Pozzano dopo la sua distruzione. Questa antica struttura fu poi completata con la creazione del borgo di Scheggino e delle mura triangolari che lo difendono, e di cui oggi sono visibili soltanto alcuni tratti.

Oggi Scheggino per il numero di visitatori e turisti che ogni giorno negli ultimi anni accoglie, si è trasformato e riqualificato in albergo diffuso. Torre del Nera Albergo diffuso & Spa permette di vivere un’esperienza autentica sul territorio rimanendo a diretto contatto con la realtà locale, usufruendo della comodità dei servizi alberghieri. Una “invenzione” tutta italiana di cui essere orgogliosi perché permette di entrare a contatto con la popolazione locale e vivere un’esperienza immersiva con il territorio un vero è proprio marchio, una tipologia ben precisa di accoglienza turistica.

L’albergo si compone di 16 appartamenti, un tempo dimore di duchi e duchesse, sparsi tra i vicoli acciottolati del borgo e decorati con maioliche, pietra viva, travi a vista e cotto, in omaggio alla tradizione umbra.

In cima alla collina, dominata da un’antica torre medievale, sorge invece il corpo centrale dell’albergo nato in parte dal recupero dei ruderi dell’antico castello e delle mura fortificate. Ultimato nella primavera 2020, dispone di 12 ulteriori camere ispirate al territorio.

Ecco che, quello che avrebbe potuto essere un borgo destinato a scomparire ora è un luogo che vede la convivenza degli abitanti del borgo con la “popolazione occasionale” composta dai turisti: particolarità che rende Scheggino un borgo caratteristico in cui passeggiando per le sue strette strade oltre al vocio con evidente cadenza umbra si possono sentire anche le lingue dei turisti di altri Paesi che si sentono parte della vita quotidiana del borgo.

Prima di allontanarvi dalla zona per proseguire nella vostra passeggiata di grande interesse è la visita al museo del tartufo.

Documenti, poesie, libri, ricette, fotografie, attrezzature storiche lunghe un secolo: questo e molto altro si può trovare all’interno del museo. Negli spazi del museo ci sono anche le prime macchine da scrivere utilizzate, le fatture scritte a mano, le pagine di giornali internazionali che raccontano del tartufo e di Scheggino.

Il museo del tartufo, ancora in fase di allestimento, ospita la storia della tartuficoltura locale e della conservazione dei tuberi, avviata proprio a Scheggino dalla famiglia Urbani. Un’altra storia di pionierismo industriale umbro.

Strumentazioni e macchinari che in alcuni casi risalgono alla seconda metà dell’Ottocento: un martelletto che, arroventato, è capace di sigillare ermeticamente le scatolette di tartufo conservato, oggi ci fa sorridere con nostalgia, oltre cento anni fa era guardato con aspettativa e meraviglia. E ancora catini per la raccolta e il lavaggio, contenitori per la bollitura dei tartufi e la loro sterilizzazione.

E poi lo strumento per eccellenza del cavatore: il vanghetto, ne esistono di antiche e di varie fogge, che pur rispettando la forma, che permette appunto di scavare senza rovinare i pregiati tuberi e il loro habitat, cambiano a seconda dell’epoca, denunciando l’antichità del mestiere.

Ma prima di proseguire il vostro viaggio per visitare le bellezze dell’ Umbria, a pochi passi dal borgo di Scheggino, potrete ammirare le splendide fonti di Valcasana: offrono uno spettacolo naturale che lascia a bocca aperta e che è solo un esempio della meravigliosa natura di questi luoghi.

Se amate scoprire le meraviglie dei paesini poco toccati dal turismo e il bello delle passeggiate senza fretta, fatte per godersi ogni attimo della vacanza, allora siete nel posto giusto.

Prendetevi quindi tutto il tempo che volete per godervi in tranquillità una passeggiata nelle strette viuzze acciottolate di Scheggino e sotto i passaggi coperti da volte in pietra che uniscono un antico edificio all’altro. E poi superate i ponticelli sopra il canale che alimenta il mulino e curiosate, con il naso all’insù, tra i balconi e le finestre e non dimenticate di fermarvi per un lieto ristoro nelle tipiche osterie del borgo per gustare tipici piatti gastronomici della zona come i buonissimi gamberi di fiume in salsa verde.

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