Samuele Briatore

Quanti/e di noi si sono chiesti, almeno una volta nella vita, o al primo incontro di lavoro, romantico, “ufficiale”, un pranzo o un incontro “in società”, cosa si deve o non si deve fare secondo il galateo?

Ecco.

La persona giusta alla quale fare riferimento è sicuramente Samuele Briatore, Presidente dell’Accademia Italiana Galateo.

Come usare le parole giuste in qualsiasi occasione.

Ovvero l’arte delle buone maniere in conversazione e in società”.

Esprimersi con efficacia è alla base della nostra convivenza sociale come individui. L’arte del parlare non è solo un modo per farci capire dagli altri/dalle altre, ma è l’insieme di regole che stanno alla base di una buona conversazione, così come di un discorso pubblico di successo. Ma che cosa contraddistingue un bravo oratore/una brava oratrice? Quali sono le norme di cui è bene tenere conto quando parliamo?

Per rispondere a queste e altre domande, Samuele Briatore ha scritto un vademecum prezioso, il libro “Come usare le parole giuste in qualsiasi occasione” (Newton Compton Editori 2020).

Questo libro è una guida essenziale alle buone maniere nella comunicazione: partendo dall’analisi del contesto in cui ci troviamo, passando per le origini del racconto e la sua funzione sociale, fino all’impostazione della voce e della postura a seconda delle situazioni. Senza tralasciare, ovviamente, l’importanza delle emozioni come elemento essenziale di una conversazione, in grado di suscitare empatia in chi ascolta. Un percorso approfondito nell’affascinante mondo della retorica, per imparare a dominare tutti gli aspetti del parlare e trovarsi a proprio agio in ogni situazione.

Le buone maniere della comunicazione, dalla conversazione privata al discorso in pubblico.

Comunicare con gli altri/le altre è un bisogno essenziale: nel lavoro, con gli amici/le amiche, in occasioni ufficiali e nella vita di tutti i giorni.

Tutti/e possono diventare degli/delle ottimi/e comunicatori/ici. Basta volerlo!

«Non c’è una seconda occasione per fare una prima buona impressione», recita un saggio pensiero di Oscar Wilde

Ma questo non è il solo libro di Samuele Briatore.

Sempre sul tema del “saper stare in società”, è importante ricordare un altro testo.

Le regole delle buone maniere.

Impara il galateo e affascina tutti con la tua eleganza”.

Perché è meglio non dire cincin o buon appetito?

Come si scrive una email?

Quando si può dare del “tu”?

Perché non si augura salute dopo uno starnuto?

Le buone maniere, pur essendo molto legate alla tradizione non sono regole incise nella pietra, ma indicazioni soggette a continue modifiche. Anche se a volte possono sembrare arbitrarie o pure convenzioni, sono colme di significato e la loro conoscenza e ripetizione può offrire una rassicurazione. Le buone maniere, infatti, dovrebbero essere interpretate come un linguaggio capace di comunicare in modo efficace il nostro pensiero.

Questo libro è frutto di una ricerca circa le curiosità e i dubbi più diffusi ai quali si offrono soluzioni, consigli e…buone indicazioni.

Comunicare in maniera efficace è un’arte, un modo per relazionarsi con altri/e in maniera armoniosa.

Non in modo pungente e distratto come si fa oggi.

Basta!

Occorre anche essere gentile, non bisogna per forza convincere qualcuno/a.

Impariamo a fare un passo indietro.

A rispettare l’interlocutore/ice.

Una delle maggiori gaffe in cui possiamo imbatterci, si verifica quando abusiamo della razionalità, eliminando o sottostimando la parte emotiva. Se ci basiamo sul rapporto empatico, le persone ci danno tante informazioni a livello di linguaggio corporeo.

Nei nostri rapporti interpersonali siamo sempre divisi/e fra pregiudizio, categorizzazione (stereotipi) e apertura all’ascolto.

Non dobbiamo pensare a come stupire la persona che parla, ma ascoltarla realmente. Bisogna essere dei/delle bravi/e ascoltatori/ici più che comunicatori/ici: tutti/e vogliamo essere ascoltatati/e. Tant’è vero che ormai paghiamo persone che ci ascoltino: psicologi/ghe, counselor e così via.

Dobbiamo trovare il nostro modello: noi stessi/e.

Prendere a modello qualcun altro/a è come avere un abito non della propria misura.

Ma cosa sono le “buone maniere”?

Beh! Possiamo definirle come qualcosa che aiuta le persone a stare insieme e ci aiuta a stare meglio.

Dobbiamo sempre ricordarci che comunichiamo per gli altri/le altre, non per noi stessi/e.

Per esempio, durante i colloqui di lavoro.

Il “trucco” sta nel parlare per te, non per me stesso/a.

Capire qual è il tuo problema per propormi come “la soluzione”.

Il teatro, il dramma, la narrazione è alla base del sapere entrare in relazione con gli altri/le altre. Inizio, sviluppo e fine: per percepire il senso del tutto. Più si conoscono le arti teatrali come l’esibizione, più si dà un valore aggiunto a qualsiasi attività si compia.

E il prossimo progetto editoriale?

Scrivere a proposito del genere (gender). Sulle buone maniere e la seduzione.

E durante il lockdown? La comunicazione è cambiata?

È cambiato sicuramente il modo di comunicare nel periodo del lockdown, perché abbiamo bisogno di conoscere, vedere le persone: gli occhi dell’altra persona, per esempio, sono qualcosa in cui immergersi.

Etica e morale, inoltre, si ritrovano nel galateo: le maniere sono “buone”, non “belle”.

La morale è qualcosa su cui fondare la nostra società.

Per dare sostanza, oltre che forma al nostro agire.

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