Il rifiuto dell’antisemitismo e del razzismo come valori non negoziabili

Basta trascorrere poco tempo sul sito dell’Osservatorio Antisemitismo per scoprire la miriade di episodi di violenza contro le persone di religione ebraica in Italia. Si va dagli insulti alle aggressioni fisiche, dalle minacce alle scritte offensive sui muri, dai post razzisti sui social network fino all’apologia del nazifascismo. Come accade sempre di fronte a questi fenomeni, la somma fa più del totale, e segnala pertanto un problema profondo, che ha radici antiche. Le aggressioni verbali nei confronti di Gad Lerner, inviato di Repubblica, da parte di alcuni partecipanti all’evento della Lega a Pontida rappresentano un fatto molto grave, come l’attacco al videomaker Antonio Nasso della stessa testata giornalistica, al quale è stata distrutta la videocamera. In molti hanno giustamente condannato entrambi gli episodi, ma il capo della Lega, l’ex ministro Salvini, ha quasi giustificato l’accaduto durante una trasmissione televisiva: “Non si tratta mai male nessuno – ha detto – A casa mia l’ospite è sacro, ma se uno sputa veleno su una persona per vent’anni…” Frasi che lasciano interdetti, tanto più che sono state pronunciate da un leader politico del Paese che, nel 1938, varò le leggi razziali. Nell’ambito di un discorso propagandistico e mirato a rovesciare la realtà, Salvini ha perfino biasimato le vittime della violenza esercitata da alcuni dei suoi sostenitori: “Questi qua non sono giornalisti. Spesso e volentieri sono calunniatori”, specificando che comunque “non si tocca mai nessuno neanche con un dito. Chiunque a casa mia è rispettato e riverito. Che Repubblica ogni giorno mi insulti, che Gad Lerner passi la vita a insultarmi, e Saviano, e Tizio e Caio… Secondo me il giornalista dovrebbe essere superiore a certe cose”. Forse la “superiorità” nei confronti delle invettive e degli attacchi dovrebbe essere un tratto distintivo in primis di chi riveste incarichi politici ed istituzionali, come recita l’articolo 54 della Costituzione: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”. Lerner è intervenuto alla trasmissione Circo Massimo, su Radio Capital, raccontando come, in passato, di fronte ad eventi simili, sia Bossi sia Giorgetti, rispettivamente ex leader del Carroccio ed ex segretario del Consiglio dei Ministri, lo abbiano chiamato per scusarsi: “Mi è successo più di recente con Giorgetti – ha ricordato – che mi ha detto non pensare che questa pulsione razzista e antisemita sia l’espressione della Lega”. Il punto della questione è proprio nella capacità, richiesta ad un leader, di governare le pulsioni più estremiste della propria base. Un atteggiamento differente che sarebbe tanto più auspicabile in un momento storico in cui in Italia ed anche in altri Paesi gli episodi di antisemitismo, razzismo, xenofobia sono in aumento. Nell’ottica di una idea di cittadinanza che sia davvero inclusiva, ci sembra che sia doveroso da parte di tutti gli schieramenti politici esprimere una condanna, senza alcuna venatura di reticenza, nei confronti di chi offende, aggredisce, minaccia le persone in base al colore della pelle, alla confessione religiosa, al genere e all’orientamento sessuale. In fondo, i valori, per essere veramente definiti tali, sono da considerare come principi non negoziabili e che non possono essere sacrificati per raccogliere qualche voto in più alle elezioni.

Foto tratta da Google Immagini

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