Renoir fu un esponente di rilievo dell’impressionismo, gode incessantemente di una grande notorietà sia in Francia che all’estero. Le sue opere sono esposte nei maggiori musei del mondo e le quotazioni dei suoi quadri sono molto alte. Non sempre la sua notorietà ha saputo comprendere e corrispondere il suo stile e la sua unicità, anzi spesso dichiarato cliché per l’incomprensione della sua reale vena artistica. Nel confronto con gli altri pittori che vengono definiti impressionisti, Renoir presenta alcune differenze spesso sfuggite alla critica.
Maestro di se stesso non rinnegò mai la tradizione dell’insegnamento accademico, ma neanche quella degli antichi maestri. Nessun pittore è mai passato attraverso le difficoltà della propria arte con serenità. L’impressionismo è una scuola in cui la purezza dei toni e la libertà fruitrice del disegno ha creato gli strumenti per dare intensità e armonia alla rappresentazione pittorica. Più allungo si osserva Renoir più si comprendono le sue sottigliezze celate dietro veli. Facile e istintivamente semplice agli occhi di chi lo guarda ma un profondo lavoro infaticabile della ricerca della prospettiva e dei piani di profondità erano una formula dei dipinti di Renoir.
Affidatosi in giovane età al suo istinto e alla sua spontaneità non sentì alcun bisogno di disciplinare e di rendere consapevoli le proprie qualità. All’inizio Renoir cercava soltanto un mezzo che gli consentisse di esprimere la sua fantasia, non ha nulla di intellettuale e nulla di critico ma è mosso dalla forza di un temperamento che esalta le sue qualità. Dopo un lungo periodo di ricerca il pittore trovò un rinnovato e potenziato interesse, da qui nasceranno i capolavori in cui in una vertiginosa continuità donerà al mondo le superfici dove soggetti, luci e forme si collocheranno in forme e spazzi dando vita a quadri semplicemente divini. Primo i una lunga serie di opere La Bagnante dipinto nel 1881, olio su tela 82×66 cm, racconta lo stesso Renoir che fu dipinto in piena luce, su una barca, nel golfo di Napoli. La tela subisce l’influenza della pittura classica italiana, nel tipo della figura femminile con una presenza fisica imponente.
Nel 1892 dipinge un quadro che sancisce la definitiva affermazione di Renoir e segna l’ingresso al Luxembourg, il museo pubblico che raccoglieva le opere degli artisti viventi. Jeunes filles au piano è il quadro che apre nuove opportunità. Le nuove tecniche di esecuzione, i nuovi interessi culturali diventano riferimenti delle opere. I temi più elaborati dell’ultimo decennio di Renoir nascono con un numero cospicuo, tra figure femminili vestite con abiti moderni ed eleganti, che avranno un notevole riscontro per le vendite. Dal 1900 trascorre lunghi periodi in Costa Azzurra e dal 1903 si ferma a Cagnes Sur Mer, a pochi chilometri da Nizza, dove acquisterà una casa e trascorrerà gli ultimi anni di vita. Per motivi di salute i suoi soggiorni a Parigi diventano meno frequenti; e sul piano artistico la sua pittura si avvicina molto di più ad un classicismo che si può definire mediterraneo. Cambia il modo di amplificare le figure che invadono quasi completamente lo spazio dipinto: con pennellate mobili e fluide il colore viene steso per gradi. In alcuni paesaggi utilizza un colore così fluido da richiamare in qualche modo l’effetto dell’acquerello.
Nonostante le precarie condizioni fisiche, Renoir continua a dipingere ed espone i quadri fino alla sua morte che lo coglie a Cagnes il 3 dicembre del 1919. Nella sua vita non sono mancati riconoscimenti di pubblico e critica e dopo la sua morte il suo nome non fece che accrescere la sua fortuna. Non è stato un artista imitato dai giovani e il suo stile non è stato assimilato da altri artisti. Resta un percorso personale con quella peculiare declinazione dello stile impressionista, espressione di una riflessione intima che difficilmente avrebbe potuto essere trasferita in altre situazioni artistiche e culturali.