IL NUOVO PONTE DI GENOVA FIRMATO RENZO PIANO

Alle ore 11,36 del 14 agosto 2018 la sezione centrale del ponte Morandi che sovrasta la zona fluviale e industriale della Val Polcevera a Genova, è improvvisamente crollata insieme al suo pilone di sostegno, provocando 43 vittime tra le persone a bordo dei mezzi che transitavano sul ponte e tra gli operai al lavoro nella sottostante isola ecologica dell’ Amiu. L’ingegner Morandi avvertì ben quarant’anni fa che il ponte di Genova necessitava di una manutenzione costante per rimuovere la ruggine creata dagli effetti della corrosione provocata dall’aria marina e dall’inquinamento. Era il 1972 quando Morandi rese noto delle perdite di resistenza chimica superficiale del calcestruzzo. Avvertimenti purtroppo caduti nel vuoto vista la tragedia consumatasi alla vigilia di Ferragosto. Di Morandi anche il ponte di Agrigento chiuso nel 2017 in via preventiva per degrado e per cui l’assessore siciliano ai Beni Culturali ha chiesto l’abbattimento. Ma l’ingegner Morandi aveva progettato altri due ponti gemelli in Venezuela e in Libia. Il primo realizzato a Maracaibo, in parte collassato dopo la collisione con una petroliera di 36mila tonnellate. Dal crollo sono ormai trascorsi circa sette mesi, si parte con la demolizione delle dieci campate ancora in piedi: oltre 1000 metri di viadotto. “I tagli durano da 10-15 giorni e si possono fare 3 pile in contemporanea”, spiega il Sindaco di Genova, nonché Commissario per la ricostruzione Marco Bucci. Per quanto riguarda il metodo di demolizione aggiunge: “verso l’inizio di maggio si procederà o con l’esplosivo o con la demolizione meccanica”. L’obiettivo è arrivare all’inaugurazione del nuovo ponte nell’aprile del 2020, tra un anno. Il progetto è di Renzo Piano. Il ponte pensato dal famoso archistar Renzo Piano genovese e senatore a vita ha 43 pali dell’illuminazione che rendono omaggio alle 43 persone che hanno perso la vita lo scorso 14 agosto e sarebbero visibili in tutta la vallata, elemento memoriale del progetto. Il ponte sarà in acciaio, con un passo più breve tra i pilastri di sostegno che saranno quindi più numerosi di quelli del ponte Morandi ma decisamente più snelli e a più corsie: il progetto prevede infatti 4 corsie (da 3,45 metri) e due ulteriori corsie di emergenza. Nelle sue forme il viadotto ricorderà una nave, “perché c’è qualcosa di Genova” ha affermato l’architetto. Il nuovo ponte , ha spiegato Renzo Piano, “deve infiammare il nostro immaginario. Il ponte deve confortare la città, una strana nave che attraversa il Polcevera. Sarà di acciaio e di colore chiaro, vicino al bianco, non una bellezza cosmetica ma essenza, come è giusto che sia a Genova. Il ponte deve celebrare in modo sottile ma non retorico che la città è stata teatro di una tragedia”. Il progetto, inoltre tiene conto delle future manutenzioni: tutte le parti in acciaio sono facilmente raggiungibili per effettuare la necessaria manutenzione senza costi proibitivi. La costruzione del ponte costerà 202 milioni di euro. Il progetto definitivo ed esecutivo sarà realizzato da un team di progettazione composto dai membri dello studio di Renzo Piano, dai tecnici di Autostrade e di Fincantieri. Nell’idea dell’architetto e senatore sarebbe inserito un più ampio progetto di riqualificazione dell’area, da anni messa a durissima prova dalla ritirata dell’industria. La parte di città colpita dal crollo è fatta di aree industriali e ferroviarie parzialmente dismesse e comunque in trasformazione. Infatti nel progetto di ricostruzione del ponte Morandi a Genova non poteva essere esclusa appunto tutta l’area della Val Polcevera. La giunta comunale ha deliberato su proposta dell’assessore all’Urbanistica e Demanio l’avvio di un progetto strategico, il Masterplan del quadrante della Val Polcevera. Dopo il crollo del ponte Morandi e le pesanti ricadute su una parte di territorio strategico sia sotto il profilo produttivo che delle infrastrutture stradali e ferroviarie, il comune di Genova promuove un disegno di rigenerazione urbana con interventi innovativi, medianti specifici bandi di concorso. Il Masterplan ha come riferimento il vigente piano urbanistico comunale e ne costituirà un approfondimento, anche in relazione alle esigenze sopravvenute a seguito del tragico evento. Ci sarà una piazza alla memoria al posto dei palazzi da demolire sotto il ponte Morandi, oltre a spazi verdi, impianti sportivi, un insediamento produttivo “pulito” ad alta tecnologia in stile campus, un viale alberato e una pista ciclabile.

“Questi cantieri devono essere motivo di coesione, costruire è sempre un gesto di pace, di solidarietà, spero che sarà anche un motivo di fierezza” Renzo Piano

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