Pinacoteca Comunale F. Podesti

Oltre i resti delle antiche mura del Corridore, lungo la cortina muraria che dal molo traianeo si estende fino alla falesia, al di là delle torri, proprio dove il mare lambisce la ricca storia della città, Ancona svela il suo cuore, irrorato d’arte e bellezza. Si tratta della Pinacoteca Comunale F. Podesti, la cui sede si rivela già un vero e proprio manifesto della cifra artistica che accoglie dal 1973, anno in cui, per volere del Comune, proprio a Palazzo Bosdari vennero riunite le opere d’arte divenute polo artistico del capoluogo marchigiano.

Costruito in epoca medievale e successivamente ristrutturato per volontà della famiglia della quale ancora oggi porta il nome, con le sue suggestive volte e i generosi ambienti il Palazzo incornicia opere senza tempo, alcune delle quali dono dello stesso Podesti (1800-1895), pittore anconetano che con così tanto impegno promosse l’istituzione di questo spazio.

Vero capolavoro che presso la Pinacoteca Podesti ha trovato il suo naturale luogo di conservazione è la Pala Gozzi (1520), meravigliosa opera di Tiziano della quale proprio quest’anno ricorre il cinqucentesimo anniversario. Ciò che la rende così speciale agli occhi di chi vada ad ammirarla è il fatto che, tra le sue tinte calde e la sapiente fusione di grazia e umanità, è possibile scorgere le più intime intenzioni, oltre che del suo autore, anche dello spazio che la ospita, il quale grazie ad essa si configura come un sentiero che congiunge opere appartenenti ad epoche e stili solo apparentemente lontani, ma profondamente connesse, in realtà, nel nome di qualcosa che non si potrà mai riprodurre su tela, e per questo trasversale ad ogni arte che, più che apprezzata, venga vissuta.

Palazzo Bosdari si articola in sette livelli, ognuno dei quali adibito a un genere, un’epoca, una serie di dipinti opera dello stesso autore.

E’ il caso del piano -3, il quale ospita una parte della serie di cartoni preparatori che Francesco Podesti realizzò in previsione della decorazione del romano Palazzo Torlonia, gli affreschi del quale sono andati distrutti a causa della demolizione dello stesso, nel 1903. Altri disegni facenti parte dello stesso ciclo sono esposti al piano -1 che, inoltre, ospita il celebre Giuramento Degli Anconetani, accompagnato dalle parole del Boncompagno da Signa del De Obsidione Ancone e da quelle dello stesso Podesti, che racconta la sua opera ai visitatori, con parole che ancora oggi conservano il loro appassionato slancio.

Salendo fino al primo piano dell’edificio è possibile ammirare, in suggestive stanze dedicate, opere del Lilli (in particolare i dipinti a tema sacro “Quattro Santi in Estasi”, “L’incredulità di San Tommaso” e i frammenti della Pala di Sant’Agostino) e, nelle Sale degli Sguardi, gli autoritratti di Boni, Cherubini e Polverini.

Un’ulteriore ala ospita poi “Madonna con Bambino”, opera risalente al XV secolo ed eccezionale per la rinnovata sensibilità miniatoria che attesta; adiacente a questo ambiente è possibile ammirare anche la “Pietà” di Podesti, eccezionalmente corredata del suo cartone preparatorio.

L’ultimo piano è infine dedicato alle Grandi Commitenze, sicuramente tra le opere più caratteristiche della Pinacoteca: realizzate per la maggior parte da Carlo Maratta stesso e dalla sua scuola, cui è stata dedicata un’intera stanza, queste ancora affascinano con i loro colori saturi e, allo stesso tempo, espressivi e dolci delle delicate linee che attraversano queste particolari tele. Altro autore le cui opere sono apprezzabili in tale contesto è senza dubbio il Guercino, la cui poetica è talmente espressiva da essere ancora oggi, senza soluzione di continuità, universalmente percepibile come veicolatrice di messaggi sempre attuali. Perché, oltre l’epoca alla quale appartengono, quegli sguardi dipinti non hanno ancora concluso il loro viaggio attraverso ciò che ci rende non solo uomini, ma umani, davvero.

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