Il Piccolo Principe al Salone Margherita

Ci sono favole che raccontano storie che si capiscono lentamente, a pezzi, magari a distanza di anni, o forse raccontano sfumature della vita che solo con l’esperienza si riescono a riempire di senso.

Il Piccolo Principe è una di queste.

Sono rimaste nella storia espressioni come:

“L’essenziale è invisibile agli occhi”, “Tutti i grandi sono stati piccoli, ma pochi di essi se ne ricordano”, “Se qualcuno ama un fiore di cui esiste un solo esemplare in milioni e milioni di stelle, questo basta per farlo felice quando lo guarda” e poi, la più famosa forse: “È il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha reso la tua rosa così importante”.

E come dissentire da questa affermazione?

È chiaro che quanto più impegno e attenzioni e cura si impiega per coltivare una rosa, ma anche per arrivare a una meta, per conseguire un risultato, per raggiungere un obiettivo, quel risultato è la cosa più preziosa che una persona abbia. Primo, perché hai investito risorse e quindi era importante fin dall’inizio e, secondo, perché man mano che te ne prendevi (e magari continui a prendertene) cura e continuavi e continui a investirci tempo e passione è diventato il centro della sua vita. Insomma, come si dice in questi casi: è un processo che si autoalimenta.

Molte volte, questa frase è stata associata al sentimento d’amore di una persona per un’altra.

Una frase perfetta per un biglietto poetico all’interno di un famoso cioccolatino o in un biscotto cinese della fortuna.

Il Piccolo Principe è, in fondo, la storia magica della costruzione di un’amicizia speciale fra un piccolo essere umano e una volpe. Va coltivata con la pazienza e il tempo, a piccole dosi per avvicinare e far conoscere meglio i protagonisti. Non a caso, sempre nel testo, si legge: “Se tu vuoi un amico, addomesticami! (…) Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comperano dai mercati le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno amici. Se tu vuoi un amico, addomesticami!”.

Quanto è vera questa affermazione!

Magari al momento, dato il particolare periodo, questa verità è meno apparente. Ci sono le chat, i social, i profili con i quali interagiamo. Ma l’amicizia, quella profonda, quella che sentiamo come necessaria è altra cosa. E si costruisce con il tempo e a piccoli passi di quotidianità e di accrescimento della conoscenza, di smussature di spigolosità caratteriali, di esperienza della personalità di ciascuna/o.

In onore di Antoine De Sanit-Exupery e di questa fiaba per adulte/i che ci accompagna da una vita, lo scorso 20 dicembre, al Teatro “Salone Margherita” di Roma, si è tenuto il concerto “Il Piccolo Principe”, con il M° Enrico Melozzi e libretto di Stefano De Luca.

Potete ascoltarlo al seguente link:

https://www.youtube.com/watch?v=djWvsqLeRBU

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