«Grazie a Mimmo ho potuto raccontare la storia straordinaria di mio padre… ma non solo io, tutti voi avete storie straordinarie!»
Con questa considerazione Beppe Fiorello chiude lo straordinario spettacolo “Penso che un sogno così”, in scena al teatro Ambra Jovinelli di Roma dal 25 al 28 ottobre, già tutto esaurito. Un’esibizione artistica di grande caratura, in cui lo showman siciliano si destreggia meravigliosamente fra la sua storia familiare, il suo vissuto personale da bambino timidissimo, la vita della Sicilia del boom economico e il percorso umano e artistico di un titano della musica italiana come Domenico Modugno. Canto, ballo, recitazione e ironia sono i punti forti di uno spettacolo completo, denso di momenti di comicità ma anche capace di emozionare a più riprese. Compagno di viaggio di Beppe Fiorello è il sé del suo passato, il piccolo ragazzino che non parlava mai, con cui duetta costantemente e che incarna il timore dell’artista di non essere “degno” di portare in scena la vita di “Mr. Volare”, che tanto caro era a suo papà.
Dietro questo spettacolo c’è un enorme lavoro di studio del personaggio e delle tecniche del cantato, di perfezionamento e di lavoro da parte di Fiorello, accompagnato alle chitarre da due eccellenti artisti come Daniele Bonaviri e Fabrizio Palma e guidato dall’ottima regia di Giampiero Solari. La timbrica del canto di Fiorello è nasale e potente, “come ogni degno imitatore di Modugno dovrebbe essere”, la mimica della gestualità è curata e autentica, i monologhi ben costruiti e i piani temporali del racconto si intrecciano egregiamente fra loro, regalando allo spettatore un’esibizione straordinariamente piacevole.