PASSEGGIANDO NEL PARCO DI VILLA DORIA PAMPHILJ TRA ARTE E STORIA

Villa Doria Pamphilj, è una residenza storica romana di immensa bellezza, custode del più grande parco urbano della città di Roma. Un oasi di pace nella capitale, luogo privilegiato per la fruizione del verde in un contesto ambientale e culturale unico. La villa dal 600 all’800 passa da luogo residenziale a luogo di glorificazione delle arti con un patrimonio storico e artistico di altissimo pregio. Il fascino dei giardini, i giochi d’acqua, le piante rare, le statue, le sapienti architetture, le preesistenze archeologiche creano un’atmosfera magica in un parco di grande prestigio. Il giardino con i suoi 184 ettari di estensione, è situato nel quartiere Monteverde Gianicolense, luogo privilegiato per lo svolgimento di attività sportive e ricreative.

Insieme parco, giardino e villa nobiliare si ampliò nel tempo grazie all’acquisizione dei terreni confinanti. Inizialmente fu concepita come residenza di campagna della famiglia Pamphilj, sotto il pontificato di Inocenzo X, Giovanni Battista Pamphilj, e nel corso dei secoli si trasformò in una sfarzosa villa con un grandioso parco. Oggi Villa Doria Pamphilj, la villa seicentesca barocca non è più esistente, è diventata un giardino inglese europeo internazionale proprio a causa delle continue variazioni e distruzioni in epoca passata. Quello che era inizialmente un limitato appezzamento agricolo fuori dalle mura Gianicolensi, Villa Vecchia, divenne proprietà del Nobile Pamfilo Pamphilj, il 23 ottobre 1630, la villa fu poi ingrandita nel tempo grazie alle acquisizioni dei terreni tra loro confinanti. Nel 1671 Anna Pamphilj, pronipote di Innocenzo X, sposò Giovanni Andrea III Doria Landi, la discendenza dei Pamphilj, estintasi con il Principe Girolamo, passò ai Doria, lo stemma infatti della famiglia principesca con la colomba e i gigli si unì all’aquila dei Doria. La villa fu ulteriormente ampliata e abbellita nel 1700, ma la trasformazione radicale si ebbe nell’800 per opera del Principe Filippo Andrea V Doria Pamphilj Landi che in un decennio ne raddoppiò le dimensioni. Tra le più significative acquisizioni ricordiamo la prima, del 13 marzo 1847, la tenuta di Glovio, una vigna di circa 39 pezze (la pezza era un’unità di superficie in uso a Roma e nel Lazio); il 19 novembre 1855 l’acquisizione dai fratelli Floridi, riserva di 40 pezze, ad occidente lungo la via Aurelia Antica; il 6 maggio 1856 Villa Corsini. Il Principe possedeva così uno dei più grandi possedimenti fuori la cinta Aureliana, confinante con il Vaticano, verso il mare. Nel 1849 il parco fu teatro di una delle più violente battaglie per la difesa della Repubblica Romana tra l’esercito francese e le milizie di Garibaldi, morirono nello scontro personaggi illustri tra i quali Goffredo Mameli. I primi espropri del Parco Doria Pamphilj si ebbero nel 1939 dal Comune di Roma, lo Stato Italiano acquisì così nel 1957 il nucleo originario; l’apertura al pubblico si ebbe nel 1971. Oggi la creazione di via Leone XIII (la via Olimpica), per le olimpiadi del 1960, ha diviso in due parti il giardino.

La nostra passeggiata nella Villa Doria Pamphilj inizia idealmente dalla Porta di San Pancrazio. Porta di epoca romana, il nome Pancrazio deriva dal martire cristiano e dalle catacombe a lui dedicate. Distrutta completamente dai francesi a protezione del Papato nei combattimenti con le forze militari della Repubblica Romana comandate da Giuseppe Garibaldi fu ricostruita ex novo dall’architetto Virginio Vespignani nel 1854 su commissione di papa Pio IX. Attualmente è sede dell’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini con annesso Museo Garibaldino. Oltrepassiamo il ponte e incontriamo l’Arco dei Quattro Venti, ingresso monumentale della villa costruito nelle forme attuali su un preesistente casino di campagna. Demolito anch’esso per i combattimenti delle truppe garibaldine nel 1859, l’architetto Andrea Busiri Vici edificò un arco maestoso con quattro statue allegoriche. Proseguiamo lungo il viale e ci imbattiamo nel Villino Corsini, un elegante edificio settecentesco acquistato nel 1856 da Filippo Andrea V Doria Pamphilj. La palazzina restaurata dall’architetto Andrea Busiri Vici tra il 1866 e il 1869 per destinarlo al primogenito della famiglia, contraddistinta da uno stile eclettico, ispirazione legata al mondo anglosassone e mitteleuropeo, poggia parzialmente su strutture archeologiche antiche. Percorriamo viale del Maglio e giungiamo al Casino del Bel Respiro, una delle opere architettoniche esteticamente più pregevoli di Villa Doria Pamphilj. I lavori edilizi furono compiuti tra il 1645 e il 1652 in stile barocco sotto la direzione di Alessandro Algardi, commissionati da Papa Innocenzo X. Gli interni presentano pregevoli stucchi realizzati dallo stesso Algardi e notevoli affreschi, opera di Giovan Francesco Grimaldi. Il casino oggi appare quasi del tutto spoglio, privato da tutte le statue, busti e bassorilievi trasferiti al Palazzo Doria Pamphilj al Corso, in epoca posteriore al 1799, l’unica sala che ha conservato l’arredo originario è la Sala Rotonda al pianterreno. L’edificio appartiene oggi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e viene utilizzato per l’accoglienza delle autorità straniere. All’esterno visitiamo il Giardino Segreto, giardino di grande bellezza caratterizzato da siepi la cui forma ricorda lo stemma nobiliare della famiglia. Scendiamo la scalinata che fiancheggia il Giardino Segreto del Casino del Bel Respiro e arriviamo alla fontana di Venere progettata da Alessandro Algardi e realizzata dall’architetto Angelo Peruzzi, ai lati di essa si aprono due nicchie adorne di altrettanti statue raffiguranti Flora e un Sileno, copie come Venere. Giungiamo poi al Giardino del Teatro che prende il nome dalla grande esedra semicircolare in muratura destinata ad ospitare rappresentazioni teatrali e musicali all’aperto. L’esedra è affiancata dal Ninfeo dei Tritoni o del Satiro, un antro scavato nel terreno, decorato da finti stalattiti, due statue di sirene e due di fauni, immersi nell’acqua. Continuando l’escursione incontriamo sulla sinistra dell’esedra l’armonica ed elegante Cappella Doria Pamphilj, ultimo degli edifici costruiti nella villa dal 1856 al 1902 dall’architetto bolognese Odoardo Collamarini in stile neogotico. Il desiderio dell’epoca del Principe Alfonso era quello di avere un luogo che potesse accogliere “le spoglie del padre e del fratello”, oggi ancora mausoleo privato della nobile famiglia degli eredi Gesine e Jonathan Doria Pamphilj. La cappella, determinata da un attento gusto proporzionale è a croce greca e si sviluppa su due livelli con due ingressi laterali. Nella parte superiore della facciata sono presenti gli stemmi delle due famiglie, a destra la colomba dei Pamphilj e il cigno degli Aldobrandini, a sinistra l’aquila con le ali spiegate simbolo della famiglia Doria. Il timpano della cappella è impreziosito dalla decorazione musiva la “Madonna e il Bambin Gesù benedicente” affiancata da due angeli. Nelle lunette musive delle porte degli ingressi laterali sono raffigurati gli emblemi della visione di Cristo, cioè il candelabro e la croce inscritti in un cerchio, con i simboli “alfa” e “omega”. Torniamo indietro verso la via Aurelia Antica e raggiungiamo la Villa Vecchia, l’edificio più antico del parco di Villa Doria Pamphilj. Edificato nel 600 sulle preesistenze di una struttura medievale, la costruzione è addossata alle strutture dell’acquedotto Traiano-Paolo. Nella sua parte centrale è presente il primo Museo Civico Romano dedicato alla storica Villa Doria Pamphilj, è narrata la storia e le trasformazioni della tenuta e sono conservate le opere d’arte antiche e barocche che un tempo decoravano il parco. Proseguendo la nostra passeggiata incontriamo la Cascina Floridi, edificio settecentesco, appartenuto originariamente ad una vigna di proprietà della famiglia nobiliare Floridi, esso venne annesso al giardino storico nel 1855. Raggiungiamo la parte occidentale del parco, somigliante alla campagna romana, luogo ideale per riposare o praticare sport, distinto dalle numerose piante da frutto, cedri limoni e aranci, rappresenta uno scenario raro e incantevole. Nella zona sono presenti inoltre interessanti resti archeologici, come una necropoli romana, in cui furono trovate due tombe di età augustea, decorate con splendidi affreschi, oggi presenti nel Museo Nazionale Romano. Chiudiamo la nostra visita con il Casale di Giovio di età medievale che sorge sui resti di un monumento funerario romano, edificio acquistato dai Doria Pamphilj nel 1847. Nei secoli la famiglia arricchì il parco facendo anche realizzare il Casino di Allegrezze per ospitare feste e ricevimenti e i Giardini di Delizie per i giochi dell’aristocrazia romana.

La bellezza di Villa Doria Pamphilj, a livello naturalistico artistico e storico è meritevole di tutela salvaguardia e controllo. La qualità dell’insieme, la particolarità dell’architettura, lo straordinario complesso di arredi distribuito nei giardini e nelle costruzioni costituiscono uno dei parchi più rilevanti e prestigiosi della capitale, custode della storia antica di una delle famiglie italiane più importanti, i Doria Pamphili.

Arch. Raffaella Ciofani

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