IN NOME DELLA LUNA! Una mostra per i venticinque anni di Sailor Moon

Per celebrare il XXV anniversario della sua prima apparizione televisiva in Italia (21 febbraio 1995), lo scorso 22 febbraio 2020, il MUFANT – Museo del fantastico e della fantascienza – di Torino ha inaugurato una statua di Sailor Moon ed ha annunciato una mostra interamente dedicata a lei e alla sua saga. La rassegna, curata da Nino Giordano e Leone Locatelli, si terrà, presso il MUFANT, il 5-6-7 giugno 2020, nel contesto del “Loving the Alien Fest”.

Sailor Moon, mahō shōjo (particolare tipo di manga e anime che fonde i tradizionali temi romantico-sentimentali dello shōjo con elementi del genere magico, fantasy e fantascientifico) creato dalla mangaka Naoko Takeuchi all’inizio degli anni ’90, ha lasciato un segno indelebile nella cultura pop, non solo giapponese. La sua trasposizione animata, composta da cinque serie televisive (per un totale di 200 episodi), tre film cinematografici, due cortometraggi e tre special televisivi, rappresenta uno dei maggiori successi dell’animazione nipponica su scala mondiale di tutti i tempi. In Italia, fu mandata in onda da Mediaset, per la prima volta, fra il 1995 e il 1997, e, negli anni, più volte replicata, fino all’uscita della sua nuova versione, Pretty Guardian Sailor Moon Crystal, realizzata e presentata in Giappone nel 2014, trasmessa su Rai Gulp fra il 2016 e il 2017.

Il manga prende il nome dalla divisa alla marinaretta, rielaborazione del “sailor fuku”, l’uniforme scolastico femminile, in uso presso molti istituti medi e superiori giapponesi, indossata dalle guerriere della serie. All’origine di tutto, fu l’idea della Takeuchi di creare una storia che avesse come protagonista un’eroina dello spazio, Minako Aino, una bionda e determinata tredicenne che riceve, da un gatto parlante di nome Artemis, il potere di trasformarsi nella magica combattente Sailor V e combattere contro la Dark Agency. Il manga, intitolato Codename: Sailor V, venne pubblicato, nel luglio 1991, sulla rivista “Run Run” e riscosse tanto successo che si progettò di trarne un cartone animato. A quel punto, l’autrice preferì svilupparne un sequel, dai connotati leggermente diversi, contaminando il genere mahō shōjo con alcuni elementi dell’allora popolare super sentai (super squadre di combattimento), in cui gruppi di supereroi si battono per difendere il pianeta da forze oscure o aliene.

Fu così che ebbe origine la serie Bishōjo Senshi Sailor Moon, incentrata sulle imprese di Usagi Tsukino/Sailor Moon (rielaborazione di Minako Aino/Sailor V), una ragazza dolce, buffa e spesso infantile, ma infinitamente generosa, alla quale la gatta Luna affida la difficile missione di recuperare il cristallo d’Argento illusorio e salvare la Nuova Principessa Serenity, erede del futuro Regno della Luna, e il pianeta Terra. Al suo fianco combattono due quartetti di paladine sue alleate, ciascuna dotata di uno o più poteri diversi, in base al pianeta dal quale sono protette e di cui portano il nome – Ami Mizuno/Sailor Mercury, Rei Hino/Sailor Mars, Makoto Kino/Sailor Jupiter, Minako Aino/Sailor Venus (evoluzione di Sailor V), Haruka Ten’ou/Sailor Uranus, Michiru Kaiou/Sailor Neptune, Setsuna Meiou/Sailor Pluto, Hotaru Tomoe/Sailor Saturn –, e un combattente uomo, Mamoru Chiba/Tuxedo Kamen.

Il nome scelto per la protagonista, Usagi, costituisce una rete di rimandi linguistici e culturali, che confermano ed esaltano le sue caratteristiche. Infatti, letto nel comune ordine giapponese cognome-nome, Tsukino Usagi, suona allo stesso modo del termine 月の兎, tsuki no usagi, ovvero “coniglio della luna”, personaggio del folklore, che vive sulla luna, frutto di una pareidolia asiatica, che ricondurrebbe i segni e gli avvallamenti lunari visibili durante i pleniluni alla sagoma di un coniglio. In molti adattamenti esteri dell’anime (compreso quello italiano), il nome Usagi è reso con Bunny, che, in inglese, significa, appunto, “coniglietto”, scelto anche per mettere in evidenza la singolare acconciatura del personaggio (i due odango laterali); mentre, presso i paesi anglofoni e sudamericani, è Serena, da Serenity (come Usagi si chiamava nella vita precedente), chiaramente ispirato a Selene, divinità greca della Luna, amante di Endimione, figura alla quale, nella saga in questione, si ricollega quella di Mamoru Chiba, compagno di Usagi e Principe del pianeta Terra.

Idolo d’infanzia di molte generazioni, fonte di ispirazione per autori di manga, fumetti e anime, personaggio cui ancora oggi sono dedicati numerosi prodotti di merchandising di ampia diffusione, Sailor Moon gode di un fascino e un successo inesauribili, dovuti in gran parte alla sua capacità di rappresentare il dialogo, tutto al femminile, tra fragilità e forza, che si rinnova e approfondisce, dall’infanzia all’età adulta, passando attraverso la critica fase dell’adolescenza, e che alimenta la speranza e la fiducia in se stessi e nella giustizia. Ne è una prova la formula, ripetuta ad ogni nemico: «Sono la paladina della legge, una combattente che veste alla marinara, sono Sailor Moon e sono venuta fin qui per punirti in nome della luna!».

Mufant – Museo del Fantastico e della Fantascienza

via Reiss Romoli 49 bis, Torino

www.mufant.it

Per celebrare il XXV anniversario della sua prima apparizione televisiva in Italia (21 febbraio 1995), lo scorso 22 febbraio 2020, il MUFANT – Museo del fantastico e della fantascienza – di Torino ha inaugurato una statua di Sailor Moon ed ha annunciato una mostra interamente dedicata a lei e alla sua saga. La rassegna, curata da Nino Giordano e Leone Locatelli, si terrà, presso il MUFANT, il 5-6-7 giugno 2020, nel contesto del “Loving the Alien Fest”.

Sailor Moon, mahō shōjo (particolare tipo di manga e anime che fonde i tradizionali temi romantico-sentimentali dello shōjo con elementi del genere magico, fantasy e fantascientifico) creato dalla mangaka Naoko Takeuchi all’inizio degli anni ’90, ha lasciato un segno indelebile nella cultura pop, non solo giapponese. La sua trasposizione animata, composta da cinque serie televisive (per un totale di 200 episodi), tre film cinematografici, due cortometraggi e tre special televisivi, rappresenta uno dei maggiori successi dell’animazione nipponica su scala mondiale di tutti i tempi. In Italia, fu mandata in onda da Mediaset, per la prima volta, fra il 1995 e il 1997, e, negli anni, più volte replicata, fino all’uscita della sua nuova versione, Pretty Guardian Sailor Moon Crystal, realizzata e presentata in Giappone nel 2014, trasmessa su Rai Gulp fra il 2016 e il 2017.

Il manga prende il nome dalla divisa alla marinaretta, rielaborazione del “sailor fuku”, l’uniforme scolastico femminile, in uso presso molti istituti medi e superiori giapponesi, indossata dalle guerriere della serie. All’origine di tutto, fu l’idea della Takeuchi di creare una storia che avesse come protagonista un’eroina dello spazio, Minako Aino, una bionda e determinata tredicenne che riceve, da un gatto parlante di nome Artemis, il potere di trasformarsi nella magica combattente Sailor V e combattere contro la Dark Agency. Il manga, intitolato Codename: Sailor V, venne pubblicato, nel luglio 1991, sulla rivista “Run Run” e riscosse tanto successo che si progettò di trarne un cartone animato. A quel punto, l’autrice preferì svilupparne un sequel, dai connotati leggermente diversi, contaminando il genere mahō shōjo con alcuni elementi dell’allora popolare super sentai (super squadre di combattimento), in cui gruppi di supereroi si battono per difendere il pianeta da forze oscure o aliene.

Fu così che ebbe origine la serie Bishōjo Senshi Sailor Moon, incentrata sulle imprese di Usagi Tsukino/Sailor Moon (rielaborazione di Minako Aino/Sailor V), una ragazza dolce, buffa e spesso infantile, ma infinitamente generosa, alla quale la gatta Luna affida la difficile missione di recuperare il cristallo d’Argento illusorio e salvare la Nuova Principessa Serenity, erede del futuro Regno della Luna, e il pianeta Terra. Al suo fianco combattono due quartetti di paladine sue alleate, ciascuna dotata di uno o più poteri diversi, in base al pianeta dal quale sono protette e di cui portano il nome – Ami Mizuno/Sailor Mercury, Rei Hino/Sailor Mars, Makoto Kino/Sailor Jupiter, Minako Aino/Sailor Venus (evoluzione di Sailor V), Haruka Ten’ou/Sailor Uranus, Michiru Kaiou/Sailor Neptune, Setsuna Meiou/Sailor Pluto, Hotaru Tomoe/Sailor Saturn –, e un combattente uomo, Mamoru Chiba/Tuxedo Kamen.

Il nome scelto per la protagonista, Usagi, costituisce una rete di rimandi linguistici e culturali, che confermano ed esaltano le sue caratteristiche. Infatti, letto nel comune ordine giapponese cognome-nome, Tsukino Usagi, suona allo stesso modo del termine 月の兎, tsuki no usagi, ovvero “coniglio della luna”, personaggio del folklore, che vive sulla luna, frutto di una pareidolia asiatica, che ricondurrebbe i segni e gli avvallamenti lunari visibili durante i pleniluni alla sagoma di un coniglio. In molti adattamenti esteri dell’anime (compreso quello italiano), il nome Usagi è reso con Bunny, che, in inglese, significa, appunto, “coniglietto”, scelto anche per mettere in evidenza la singolare acconciatura del personaggio (i due odango laterali); mentre, presso i paesi anglofoni e sudamericani, è Serena, da Serenity (come Usagi si chiamava nella vita precedente), chiaramente ispirato a Selene, divinità greca della Luna, amante di Endimione, figura alla quale, nella saga in questione, si ricollega quella di Mamoru Chiba, compagno di Usagi e Principe del pianeta Terra.

Idolo d’infanzia di molte generazioni, fonte di ispirazione per autori di manga, fumetti e anime, personaggio cui ancora oggi sono dedicati numerosi prodotti di merchandising di ampia diffusione, Sailor Moon gode di un fascino e un successo inesauribili, dovuti in gran parte alla sua capacità di rappresentare il dialogo, tutto al femminile, tra fragilità e forza, che si rinnova e approfondisce, dall’infanzia all’età adulta, passando attraverso la critica fase dell’adolescenza, e che alimenta la speranza e la fiducia in se stessi e nella giustizia. Ne è una prova la formula, ripetuta ad ogni nemico: «Sono la paladina della legge, una combattente che veste alla marinara, sono Sailor Moon e sono venuta fin qui per punirti in nome della luna!».

Box informazioni:

Mufant – Museo del Fantastico e della Fantascienza

via Reiss Romoli 49 bis, Torino

www.mufant.it

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