Nei gigapixel la bellezza dell’arte.

Dopo oltre un anno di lavoro, concluso il processo di digitalizzazione delle opere della Galleria dell’Accademia di Firenze.

La Galleria dell’Accademia di Firenze, il museo statale italiano sito in via Ricasoli assieme all’Accademia di belle arti, è il luogo d’arte che espone il maggior numero di sculture di Michelangelo al mondo, fra cui il celeberrimo David. Dall’agosto 2019, ben prima che la strada del digitale divenisse fondamentale per la fruizione del Bello a causa dell’epidemia di Covid-19, ha avviato una campagna di digitalizzazione delle proprie opere. Un lavoro lungo e complesso che ha preso il via con il trittico della Pentecoste di Andrea Orcagna, all’epoca in restauro, e che ha permesso, oggi, di digitalizzare oltre 75 tra dipinti, tra cui le pale di altare di Pietro Perugino, Bronzino e Allori, fondi oro, strumenti musicali, statue in gesso, e, non ultimo, il modello in terra cruda del Ratto della Sabina del Giambologna.

L’operazione di acquisizione fotografica ad altissima risoluzione è stata affidato ad Haltadefinizione – l’azienda che ha recentemente siglato un accordo con il Mibact per la valorizzazione e promozione delle collezioni statali -ed ha consentito grazie alle moderne tecnologie di acquisire ogni tipo di superficie ad ogni altezza a prescindere dall’ambiente, dalla luce e dal materiale. Si chiama in particolare “stitching” il processo mediante il quale molteplici scatti fotografici sono stati uniti insieme, come a cucine una grande tela, permettendo un alto livello di ingrandimento, così da permettere la visione dell”immagine di un’opera composta da miliardi di pixel e permettere di ingrandire ogni singolo dettaglio decine di volte mantenendo una definizione altissima.

Sono quasi 60mila le immagini scattate, per un totale di oltre 18mila GB di dati, mentre tra le superfici lavorate digitalizzate durante la campagna, sia dipinte che scolpite, si calcola un totale di circa 310 metri quadri.

Questa notevole attività consentirà non solo la fruizione di capolavori semplicemente collegandosi ad un link, favorendo visite culturali e attività di didattica a distanza, ormai la norma in tempo di coronavirus, ma anche la possibilità di monitorare lo stato di conservazione delle opere.

Haltadefinizione rende noto sul proprio sito che “il nostro archivio in gigapixel contiene le immagini di più di 500 capolavori custoditi nei principali musei italiani. Una vera miniera per gli studiosi, che permette un rapporto inedito con le opere d’arte, impossibile anche attraverso la visione dal vivo”. Per questo l’azienda concede “in licenza educational gratuita parte del nostro patrimonio di immagini: professori, ricercatori e studenti possono utilizzarle per lo studio personale, lezioni o conferenze rigorosamente senza scopo di lucro”. Infatti, le immagini in gigapixel possono “essere esplorate agevolmente in digitale: insieme alla licenza educational, l’uso gratuito dei nostri visori multimediali completa l’esperienza dell’arte in altissima definizione”, si legge ancora nel sito di Haltadefinizione. Le tecnologie di digitalizzazione sviluppate “permettono di acquisire gli originali concentrando miliardi di informazioni digitali in un’unica immagine dal dettaglio straordinario” perciò da ogni opera in gigapixel dell’archivio “è quindi possibile estrarre infinite immagini di dettaglio con nitidezza e qualità ottimali per approfondimenti e analisi comparative” mentre “ogni fase del processo di acquisizione digitale dell’immagine è finalizzata a garantire la massima fedeltà cromatica rispetto all’opera originale”, laddove un’immagine in gigapixel è una riproduzione digitale a grandissima risoluzione, ottenuta tramite l’unione di più immagini di dettagli di uno stesso soggetto. È composta da miliardi di pixel, molti più di quelli che si possono acquisire con una normale macchina fotografica professionale: il risultato di questo processo è qualcosa di unico e spettacolare, con una definizione capace di mostrare anche il più piccolo dettaglio.
Di certo una
grande opportunità di divulgazione e studio per il patrimonio artistico, che può così essere valorizzato e diffuso in un modo totalmente nuovo.

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares