Il Musée d’Orsay e la sua meraviglia

Situato all’interno dell’ex stazione ferroviaria Gare d’Orsay dalla quale prende il nome, il Musée d’Orsay costituisce uno dei poli artistici di maggior rilievo nel panorama culturale parigino e, su più larga scala, europeo.

Le opere esposte attraversano più di un secolo di storia, sono infatti datate tra 1848 e 1914, e numerosi stili e correnti, i quali si incontrano e si distinguono continuamente, valorizzandosi a vicenda.

Famoso per la sua collezione impressionista, il Museé d’Orsay ospita anche incantevoli arredi d’epoca e, soprattutto, statue e installazioni. Queste ultime, posizionate nel grande spazio che divide le due aree principali d’esposizione del primo livello del museo, costituiscono allo stesso tempo un’evoluzione e una riconferma del gusto artistico nel corso del tempo. Non stupirà infatti trovare, proprio accanto a statue raffiguranti divinità e personaggi appartenenti alla mitologia greca, sculture di bambini che attraverso un visore sondano le possibilità dell’Intelligenza Artificiale, oppure che stanno per tuffarsi da un trampolino, che però pende su una sconfinata collezione di opere inestimabili.

Un signore, anche lui di marmo, sembra assistere alla scena anche da lontano grazie al proprio binocolo, mentre un altro cammina, al contrario, sulle scale del museo: si tratta di un modo nuovo di guardare la contemporaneità, trovandovici bellezza e ordine, grazia e poesia – tutti elementi che, troppo spesso, si riconducono ad epoche irrimediabilmente diverse da quella in cui viviamo.

In particolare, la scelta di rappresentare, seppur sublimata, la realtà quotidiana del nostro secolo senza risparmiarne le contraddizioni e le speranze, costituisce un’inestimabile occasione di riflessione su di sé e sul proprio tempo. Siamo poi così distanti dalle ninfe e dai satiri e dalla loro apollinea grazia, noi, che ci emozioniamo davanti ai film e ci sentiamo coinvolti da una realtà che è tale solo parzialmente?

Forse la risposta è in ciò che non cambia: nei nostri petti come nei nostri sguardi, quando l’amore li abita e noi scopriamo, in esso, nuove verità. L’arte, dopo tutto, si nutre di questo.

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